Quest’anno ricorre la trentesima Giornata mondiale del Malato, che san Giovanni Paolo II istituì per sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie cattoliche e la società civile all’attenzione verso i malati e verso quanti se ne prendono cura. Come ricorda papa Francesco nel suo messaggio, «molta strada rimane ancora da percorrere per assicurare a tutti i malati, anche nei luoghi e nelle situazioni di maggiore povertà ed emarginazione, le cure sanitarie di cui hanno bisogno; come pure l’accompagnamento pastorale, perché possano vivere il tempo della malattia uniti a Cristo crocifisso e risorto». Il messaggio ci invita ad essere misericordiosi «come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36), a volgere lo sguardo a Dio «ricco di misericordia» (Ef 2,4) e a fare nostra la missione di Gesù, che manda i discepoli ad annunciare il Vangelo e a curare gli infermi (Lc 9,2).
Quando una persona sperimenta nella propria carne fragilità e sofferenza a causa della malattia, anche il suo cuore si appesantisce, la paura cresce, gli interrogativi si moltiplicano, la domanda di senso per tutto quello che succede si fa più urgente. Come non ricordare gli ammalati che, durante la pandemia, hanno vissuto nella solitudine di un reparto di terapia intensiva l’ultimo tratto della loro esistenza, curati da generosi operatori sanitari, ma lontani dagli affetti più cari e dalle persone più importanti della loro vita terrena? Ecco l’importanza di avere accanto dei testimoni della carità di Dio che, sull’esempio di Gesù, misericordia del Padre, versino sulle ferite dei malati l’olio della consolazione e il vino della speranza. Obiettivo del convegno è riflettere sulle dimensioni della visita al malato nella sua casa: la relazione e l’accompagnamento spirituale, la cura della persona accanto alle terapia della malattia, nella prossimità della casa e non solo negli ospedali. Sono dimensioni necessarie, nell’incontro con i malati cronici, gli anziani e i giovani che hanno sofferto per la pandemia, i fragili fisici e psichici e con povertà che li ancora rendono più fragili, perché «piove sempre sul bagnato». La cura nella prossimità interpella le nostre comunità parrocchiali: innanzitutto i parroci, i ministri straordinari dell’Eucarestia, I ministri della consolazione ma anche, in realtà, tutta la comunità, gli stessi vicini di casa.
Interpella le istituzioni, i servizi sanitari e sociali. Infine sollecita una collaborazione stretta fra comunità e istituzioni. La pandemia ha acuito tante difficoltà economiche e sociali e di accesso alle cure. Ma soprattutto ha compromesso le relazioni e la dimensione spirituale, che pure sono parte integrante della cura, accanto all’assistenza medica, infermieristica e sociale. Alle nostre comunità è oggi richiesto soprattutto questo contributo: la vicinanza fisica ai propri malati, la presenza, il dono del tempo e dell’ascolto, l’accompagnamento concreto, anche nell’aiuto quotidiano e nella fruizione dei servizi sanitari e sociali. Il percorso sinodale appena iniziato ci stimola ad uno stile di ascolto comunitario e fattivo.
Un momento significativo proposto dalle diocesi di Modena-Nonantola e di Carpi in occasione della 30ª Giornata mondiale del malato, nel «mese della salute», è la Messa interdiocesana che sarà presieduta dal Vescovo Erio Castellucci nella chiesa di Quartirolo di Carpi domenica prossima, 13 febbraio, alle 15.30. L’iniziativa è promossa dagli uffici diocesani di Pastorale della salute di Carpi e di Modena, in collaborazione con l’Unitalsi e l’Avo, e sarà trasmessa sul canale YouTube «Notizie Carpi».
Gli appuntamenti per la 30ª Giornata mondiale del malato si concluderanno sabato 19 febbraio con il convegno regionale e interdiocesano di Pastorale della salute, in programma dalle 9 alle 12.30 presso il centro multimediale della Città dei Ragazzi (via Tamburini 106, Modena) con diretta streaming sul canale YouTube «Arcidiocesi di Modena-Nonantola». Il convegno offrirà un contributo pastorale e psicologico (Angelo Brusco, padre Camilliano), una testimonianza di impegno della comunità civile, nella dimensione amministrativa (Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena) e sanitaria (Chiara Gibertoni, direttrice generale dell’Ausl di Bologna). Seguirà l’ascolto molto prezioso di testimonianze concrete di visita ai malati. I vescovi Douglas Regattieri e Erio Castellucci aiuteranno ad inquadrare la complessità dei bisogni dei malati nelle loro case e suggeriranno cammini di accompagnamento comunitario, relazione e spiritualità. Don Gabriele Semprebon e padre Augusto Chendi, infine, guideranno i partecipanti nella preghiera.