Nei luoghi di Gesù per fare un scatto nelle fede. È quanto chiedono i giovani che tra poco più di mese parteciperanno al pellegrinaggio in Terra Santa, l’appuntamento più atteso dell’intero anno del Servizio di Pastorale Giovanile. Speranza, trepidazione, curiosità si mescolano nel gruppo che dal 16 al 26 agosto vivrà una delle esperienze più forti della propria vita di fede. È quasi tutto pronto per la carica dei 101 – questo è il numero dei partecipanti al pellegrinaggio, compresi l’Arcivescovo don Erio Castellucci, il direttore del Spg don Stefano Violi e don Giacomo Violi, Vicario Episcopale per l’evangelizzazione –, e le voci dei protagonisti confermano che la voglia di partire è davvero tanta: «Non mi voglio fare aspettative, perché so che il Signore riuscirà a stupirmi ancora una volta – afferma Elena Guerra della parrocchia di Nonantola –. Col passare delle settimane sta crescendo in me il desiderio di vedere i luoghi che il Signore ha visitato, dove ha camminato, sperimentare le distanze, per vivere la concretezza delle pagine del Vangelo. Come ci ha spesso ricordato il Vescovo, saremo pellegrini e non turisti. Ci siamo preparati bene per questo appuntamento, sia nella Pastorale giovanile sia nelle singole parrocchie. Gli incontri di “11 km verso Gerusalemme” e i due appuntamenti di maggio sono stati momenti formativi molto importanti, per vivere la Terra Santa ancor prima di visitarla. In più, a Nonantola abbiamo fatto qualche lectio divina per prepararci ancora meglio, guidati dal viceparroco don Mattia Ferrari e da suor Carla Zappulla. Sono stati momenti preziosi anche per conoscerci e fare gruppo, un aspetto importante per vivere bene questi dieci giorni insieme».
C’è anche chi, come Samuele Mazzi di San Giovanni Bosco, ha seguito in parallelo una formazione personale, fatta di letture, riflessioni e preghiera: «Per me è una prima volta in Terra Santa e l’unico timore che ho è di non essere pronto, di non aver fatto abbastanza per vivere nel modo più pieno questa esperienza. In tanti mi hanno detto quanto sia stato importante per loro visitare quelle zone, una mia amica in particolare è letteralmente innamorata della Terra Santa. Io non so davvero cosa aspettarmi, sono certo che la sorpresa sarà una delle emozioni prevalenti. Di speranze ne ho tante, su tutte quella che questo pellegrinaggio rappresenti una pietra angolare nel mio percorso di fede».
«Le aspettative sono molto alte – spiega Cristina Fornaciari della parrocchia di Sacra Famiglia –, perché siamo tutti consapevoli che questo non sarà un viaggio come tutti gli altri. Ho sentito tante storie, parenti e amici mi hanno raccontato le loro emozioni, ma per ognuno è diverso e non so cosa sentirò io. Ad un mese dalla partenza la curiosità è tanta, ma non nascondo che c’è anche qualche timore. La mia più grossa paura è di non vivere appieno l’esperienza, di sprecare l’occasione, di tornare senza aver lasciato un segno. In queste settimane è soprattutto questo che chiedo al Signore: di farmi vivere in profondità questi giorni in Terra Santa, di darmi gli occhi giusti per vedere e vivere l’esperienza. Penso anche che sarà bello vivere il clima di comunità e condividere questa esperienza insieme agli altri ragazzi. Abbiamo fatto un percorso comune, pur venendo da esperienze diverse: sono convinta che al termine del pellegrinaggio la mia cerchia di amicizie e relazioni sarà molto più grande».
Non per tutti il pellegrinaggio sarà una prima volta. Ad esempio per Eleonora Tampieri, ventenne della parrocchia di Sacra Famiglia, si tratta del quarto viaggio dopo quelli da giovanissima nel 2012 e 2013 e quello di due anni fa: «Non vivrò le stesse emozioni della prima volta, ma visitare quelle zone è sempre speciale, è come riprendere il filo rosso della propria fede. La Terra Santa parla in modo personale e ogni volta diverso. Si ha la sensazione di non essere padroni della situazione, perché il Signore ti guida, non sei tu che cerchi Lui, ma è Lui che cerca te e ti sorprende. Conosco più o meno il tragitto che faremo e non vedo l’ora di tornare al lago di Tiberiade, uno dei luoghi che mi ha maggiormente colpito nel pellegrinaggio che ho fatto due anni fa».