“Uniti nel dono” L’eredità di Don Mario Rocchi. Così la CDR forma le nuove generazioni

Il direttore della Scuola di Formazione professionale Massimiliano Morini racconta l'azione educativa del Centro. «E' una scuola per adulti»

Massimiliano Morini direttore del Centro di Formazione della CDR ha raccontato a settimanale diocesano“Nostro Tempo” l’oggi dell’opera fondata nel 1947 da Don Mario Rocchi. «Un metodo didattico sperimentale, che include tutti: da chi non ha trovato posto in altre scuole a chi non ha sufficiente conoscenza della lingua italiana».

Massimiliano Morini in uno dei laboratori della CDR

Nasce così un contesto multiculturale, dove ragazzi modenesi e di altri Paesi lavorano insieme. «È questa la società del domani, in cui cresceranno i nostri figli – ha commentato, riferendosi ai cambiamenti demografici in atto -: alcuni di loro lavoreranno, altri faranno gli imprenditori». Al centro dei percorsi formativi ci sono «la storia personale del ragazzo e le sue caratteristiche, le esigenze delle imprese e la proposta formativa». A tale proposito – si legge ancora nell’edizione pubblicata domenica 10 novembre – i candidati al Centro di formazione contano su un colloquio individualizzato: «Ci si ascolta e si aiuta a comprendere le prospettive di ciascuno, tenendo conto anche delle capacità relazionali di ogni giovane».

La Città dei ragazzi voluta da don Mario Rocchi è quindi un contesto plurale, capace di offrire formazione a più settori della società. Oltre ai minori in età di obbligo scolastico, la Cdr offre corsi di qualificazione del personale alle imprese; itinerari di re-skilling per adulti che hanno l’obiettivo di reinserirsi nel mercato del lavoro; attività per Minori stranieri non accompagnati.