Sarà presentato il prossimo 15 aprile alle ore 16 nel salone dell’Arcivescovado il volume “Un’altra fede. Le case dei catecumeni nei territori estensi” di Matteo Al Kalak e Ilaria Pavan, edito da Olschki. Alla presentazione interverranno Anna Foa, docente di Storia Moderna all’Università di Roma La Sapienza, e Elio Tavilla, docente di Storia del Diritto all’università di Modena e Reggio Emilia, e saranno presenti gli autori. L’incontro è organizzato in collaborazione con l’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Modena.
Sui rapporti tra gli ebrei e i cristiani gli storici hanno scritto lungamente, registrando molto spesso la difficile coesistenza tra le due religioni. Fu in particolare dalla metà del XVI secolo che le relazioni ebraico-cristiane in Occidente si inasprirono: in molte città furono creati i ghetti e gli ebrei furono costretti a vivere nei quartieri riservati a loro, con molte restrizioni. Anche le città estensi di Modena e Reggio furono presto dotate di ghetti per le numerose comunità ebraiche stanziate da secoli nelle due città, grazie soprattutto al favore dei duchi d’Este. In questo clima culturale, nacquero all’interno delle strutture ecclesiastiche apposite opere pie dedicate alla conversione degli ebrei al cattolicesimo. Si tratta delle cosiddette Case dei catecumeni, luoghi in cui gli ebrei che intendevano convertirsi – o erano indotti alla conversione -, venivano alloggiati per quaranta giorni per essere istruiti nelle verità di fede e, infine, ricevere il battesimo nel corso di solenni cerimonie pubbliche.
La Diocesi di Modena in collaborazione con la Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia ha promosso negli ultimi anni uno studio sistematico dei fondi archivistici che raccolgono le vicende dei convertiti dall’ebraismo al cattolicesimo, nell’intento di fare luce su una pagina complessa della storia religiosa dei territori estensi. I risultati di queste ricerche sono ora raccolti nel volume che sarà presentato.
Altre informazioni su www.archiviodiocesano.mo.it