Come ogni anno, presentiamo il rendiconto relativo ai fondi otto per mille che la diocesi nell’anno 2018 ha ricevuto dalla Conferenza Episcopale Italiana. Si tratta di una prescrizione, ma è soprattutto un adempimento doveroso per correttezza e riconoscenza nei confronti delle tante persone che hanno indicato la Chiesa Cattolica come destinataria dei fondi.
Dati ufficiali della Ragioneria Generale dello Stato dicono che queste persone rappresentano l’81% rispetto a tutte quelle che, in occasione della dichiarazione dei redditi, hanno espresso la preferenza per uno dei destinatari previsti. Ad una così grande fiducia deve corrispondere un grande impegno per un utilizzo dei fondi quanto più oculato e corretto possibile e possiamo assicurare che, per l’arcidiocesi di Modena–Nonantola, tale impegno è sempre presente e viene rispettato. La presentazione del rendiconto è anche una buona occasione per ricordare alcuni punti essenziali. Come noto, l’otto per mille è stato una grande innovazione introdotta dalla revisione del Concordato ed è stato uno dei frutti del Concilio Vaticano II. La novità più grande, però, è stata la promozione della partecipazione dei fedeli alla vita della comunità: la principale responsabilità di provvedere alle necessità economiche della Chiesa non spetta né allo Stato né al Vaticano, ma ai fedeli attraverso donazioni alla parrocchia e/o alla Diocesi, la firma per la destinazione dell’otto per mille, le offerte deducibili per il sostentamento del clero. Nel documento «Sovvenire alle necessità della Chiesa», i vescovi italiani ricordano che la Chiesa è anche comunità che educa «al senso della partecipazione come esigenza interiore di una fede matura e di una carità operosa, prima che come un obbligo» e che perciò aiuta «a spingere la logica della corresponsabilità fino alla solidarietà e alla messa a disposizione dei propri beni». Il canone 222 § 1 del Codice di Diritto Canonico traduce poi tutto questo in una norma, affermando che «i fedeli sono tenuti all’obbligo di sovvenire alle necessità della Chiesa, affinché essa possa disporre di quanto è necessario per il culto divino, per le opere di apostolato e di carità e per l’onesto sostentamento dei ministri».
Grazie ai fedeli italiani che, seguendo le dette indicazioni, hanno firmato per la Chiesa Cattolica, anche nel 2018 la nostra Diocesi ha ricevuto dalla C.E.I. i fondi otto per mille: 995.187,80 euro per «esigenze di culto e pastorale» e 959.145,04 euro per «interventi caritativi». Tali somme, suddivise e destinate come risulta nel prospetto qui riportato, sono state utilizzate per opere di manutenzione e miglioramento delle strutture parrocchiali (chiese, canoniche,ambienti per attività educative e ricreative, ambienti per l’aggregazione delle persone, etc.); opere di carità a favore di varie categorie di persone bisognose quali anziani, ragazzi, carcerati, ragazze madri, famiglie indigenti, svantaggiati. I fondi otto per mille sono «denaro pubblico», sono soldi che appartengono ai cittadini e che ai cittadini ritornano con le dette opere che sono molto utili per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico/artistico costituito dalle chiese e da altri edifici di pregio (patrimonio che non è solo della Chiesa, ma appartiene a tutti); servono per attività rivolte all’educazione dei ragazzi e dei giovani e alla socializzazione degli adulti e degli anziani; sono di grande aiuto e sostegno a tante persone bisognose che sono ai margini della società, trascurate, escluse. Si tratta chiaramente di «opere pubbliche», orientate al bene della comunità. Chi firma per l’otto per mille alla Chiesa Cattolica è consapevole di compiere un gesto buono, ma non sempre si rende ben conto del grande significato e degli effetti del suo gesto.