L’iniziazione cristiana sarà al centro dell’attenzione del prossimo anno pastorale, al via sabato 21 settembre alle 9.30 dalla chiesa di Sant’Agostino (in diretta streaming sull’home page del sito diocesano www.chiesamodenanonantola.it).
In quella sede l’Arcivescovo di Modena–Nonantola don Erio Castellucci presenterà la Lettera pastorale «Se tu conoscessi il dono di Dio (Gv 4,10) – L’iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi», che fissa l’indirizzo pastorale voluto dal vescovo per la comunità in vista del nuovo anno.
Il testo di Castellucci, che spiega di aver attinto ad una pluralità di contributi – dalle parrocchie ai presbiteri e diaconi, dal consiglio pastorale diocesano all’ufficio catechistico –, trae spunto dall’episodio dell’incontro di Gesù con la Samaritana, raccontato nel Vangelo di Giovanni. Alla stesura della Lettera – precisa il presule – ha contribuito anche l’ufficio catechistico regionale e la Commissione episcopale nazionale per la dottrina della fede, la catechesi e l’annuncio, organismi entrambi coordinati da Castellucci. «Insieme a loro e grazie a loro – si legge nell’introduzione – ho maturato tre convinzioni, che stanno sullo sfondo di questa Lettera: il contesto della secolarizzazione, pure causa di molte fatiche e incomprensioni, va letto ormai come un “segno dei tempi” che ci chiede di transitare da un’iniziazione di tipo dottrinale–deduttivo ad una di tipo esperienziale–induttivo. Il soggetto dell’iniziazione è la comunità cristiana, che ha come interlocutori privilegiati i ragazzi e le famiglie e possiede una natura “sinodale” e missionaria. Gli strumenti dell’iniziazione vanno continuamente aggiornati, tenendo conto dell’integralità dell’esperienza di fede – liturgia, catechesi, diaconia – e delle nuove opportunità offerte dal mondo digitale, di sua natura interattivo e quindi aperto anche al contributo delle singole Chiese locali, con le loro ricchezze di santità, esperienze, arte e storia».
Dopo aver sottolineato in premessa che l’obiettivo non è quello di trovare ricette infallibili, il vescovo riprende il brano di Giovanni spiegando che «all’inizio del racconto l’evangelista presenta Gesù come un viandante affaticato, che si siede al pozzo per riposarsi; per la donna, arrivata al pozzo a mezzogiorno, Gesù è un giudeo assetato, uno straniero che le domanda da bere. Lungo il dialogo, lei si accorge di avere davanti un signore che promette il massimo, addirittura un’acqua che non smette mai di zampillare. E si accorge ben presto, proseguendo nel dialogo, che è un profeta e forse addirittura il messia. Quando arrivano i discepoli, Gesù si rivolge a loro come un rabbino sognatore; ma alla fine del racconto si svela addirittura come il salvatore del mondo. Scoprendo insieme ai personaggi del Vangelo questi sette volti, sempre più definiti, del Signore Gesù – conclude Castellucci –, cercheremo di richiamare gli elementi fondamentali per una rinnovata iniziazione cristiana in diocesi».
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