E’ stato aperto il 24 febbraio l’anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale Emiliano, presieduto dal Vescovo Erio Castellucci, che ha mons. Vittorino Tazzioli come Vicario Giudiziale. La prolusione di mons. Stefano Ottani, Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Flaminio di Bologna, ha avuto per tema: “Un progetto unitario per la vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo”.
Dopo i ringraziamenti a chi lavora con costanza e passione, mons. Tazzioli ha commentato i dati relativi all’attività del 2015: “Continua il calo delle cause presentate al tribunale, inesorabilmente, come rilevato dal 2010 ad oggi. Il dato è certamente legato alla diminuzione, costante da anni, del numero di matrimoni celebrati, anche tra persone che si sono formate in parrocchia. E la decadenza non è del solo matrimonio religioso, ma anche di quello civile. Ricordiamo inoltre che gli avvocati lavorano per il bene delle anime, il loro è un impegno pastorale prima di tutto, e che le persone ferite dalla fine del matrimonio hanno bisogno di aiuto. Il loro scopo sia la ricerca della verità, compito che richiede amore e passione”.
“Per quanto riguarda le motivazioni – prosegue mons. Tazzioli – delle sentenze di nullità, esclusione dell’indissolubilità del matrimonio ed esclusione della prole sono sempre presenti, come pure, in misura maggiore, le “malattie della volontà”, ovvero il difetto nella discrezione del giudizio e l’incapacità psichica di assumere gli oneri del matrimonio. Si tratta persone incapaci di capire che cosa è il matrimonio cristiano, oppure, anche se lo capiscono, di viverlo appieno”.
La vera novità per i Tribunali è stata introdotta dal Motu Proprio di papa Francesco dello scorso agosto, entrato in vigore a dicembre, che tratta della riforma del processo canonico per le cause di nullità matrimoniale.
“Nessuna novità sostanziale – dice ancora mons. Tazzioli – se non l’eliminazione della doppia conforme in alcuni casi: quando la causa è sentenziata e non è fatto alcun appello, essa diventa esecutiva, mentre prima d’ufficio andava a Tribunale di Bologna per la conferma. Le tre parti in causa (attore, convenuto e difensore del vincolo) hanno 15 giorni di tempo, per un eventuale appello, trascorsi i quali appunto la sentenza è esecutiva. Sono invece stati facilitati i criteri di competenza (si terrà in considerazione dove è stato celebrato il matrimonio, dove risiede la parte convenuta, dove è possibile avere, quindi, la maggioranza delle prove), allo scopo di facilitare le cause in relazione alle persone”.
Commentando dati statistici sulla diminuzione dei matrimoni, mons. Tazzioli ha evidenziato una crisi sostanziale della famiglia: “Il calo dei matrimoni non è compensato dalle coppie di fatto, i figli nascono al di fuori del matrimonio, la sessualità è separata dal matrimonio e dalla generazione di figli”.
Mons Ottani, all’inizio della prolusione, ha affermato che “Il Tribunale di Modena ha anticipato riforme introdotte dal Motu Proprio, per la sua pastoralità e per la celerità dei tempi idi svolgimento delle cause”.
Gli effetti del Motu Proprio nella nostra regione: “i vescovi dell’Emilia Romagna, con decisione unanime, con decreto collegiale in data 11 gennaio 2016, sottoscritto da ogni singolo vescovo, hanno costituito due Tribunali Ecclesiastici Interdiocesani: L’Emiliano e il Flaminio, in cui convengono tutte le diocesi della regione, di fatto coincidenti con i precedenti Tribunali.
Il Motu Proprio, ha proseguito mons. Ottani, dopo il Sinodo dei vescovi, “si colloca all’interno di un unico e coerente disegno a favore della vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo”. L’intervento non è sulla sostanza del matrimonio, ma sulle procedure per verificarne la nullità. Gi obiettivi della riforma del processo sono: tempi più brevi, costi minori, la vicinanza della Chiesa alle persone ferite e in difficoltà.
La proposizione della Relatio Synodi (n.47) in cui si delinea l’identità del matrimonio cristiano come un compimento che permette di tracciare un cammino, l’analogia tra la Chiesa domestica e la Chiesa di Cristo, e le conseguenze che se ne ricavano, ovvero la presenza di elementi di verità e di amore nelle ‘forme matrimoniali’ esistenti al di fuori del matrimonio canonico, permettono di “delineare un itinerario che da punti di partenza limitati tende alla pienezza, quale meta che orienta tutto il cammino.
La proposizione 85, quella che parla delle situazioni matrimoniali irregolari, identifica un criterio alla base del discernimento, compito di ogni singolo credente, accompagnato dai sacerdoti, che non sono giudici. “E’ pure interessante sottolineare che nel testo non si traggono conseguenze teoriche sulla possibilità o meno di accedere al sacramento del’Eucarestia. Non è certo per non affrontare i problemi, ma per rispettare il discernimento operato caso per caso”
Dalla Relatio ricorda mons. Ottani: “I divorziati dovrebbero chiedersi: – come si sono comportati verso i loro figli quando l’unione coniugale è entrata in crisi; – se ci sono stati tentativi di riconciliazione; – come è la situazione del partner abbandonato; – quali conseguenze ha la nuova relazione sul resto della famiglia e la comunità dei fedeli; – quale esempio essa offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio”.
“Il cuore del progetto unitario: una idea più adeguata – in senso evangelico – della verità”, non paletti inamovibili, ma una strada da percorrere. Da qui il compito di chi opera nei Tribunali Ecclesiastici: “L’attività giudiziale nella Chiesa altro fine non ha che quello di offrire il servizio del discernimento”.
Alcuni dati:
Il Tribunale ha sede a Modena e tratta unicamente le cause di nullità del matrimonio nel primo grado di giudizio, per il territorio delle diocesi di Modena-Nonantola, Carpi, Reggio Emilia-Guastalla, Parma, Fidenza e Piacenza-Bobbio. L’appello, nei casi in cui risulta necessario, si svolge invece a Bologna, presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale Flaminio.
L’Albo degli avvocati presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale Emiliano comprende 32 professionisti; moti di loro sono anche avvocati rotali, possono quindi patrocinare in tutti i tribunali della Chiesa. Per un accordo tra i due vescovi, sottoscritto dai presidenti, gli avvocati del tribunale di Modena possono patrocinare presso quello di Bologna e viceversa. Il costo della causa, per l’attore della causa presso il Tribunale, è di € 525, la metà per la parte convenuta: il costo è stabilito dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Gli onorari degli avvocati sono stati stabiliti da un decreto della CEI del 2011. Per il processo di primo grado e per il processo d’appello si va da un minimo di € 1.575 ad un massimo di € 2992.