Mons. Lanfranchi, nell’omelia alle esequie di don Mario Rocchi, ha ricordato il fondatore della Città dei Ragazzi come una delle figure più illuminate del clero di Modena.
“La vocazione sacerdotale – ha detto – nasce dal sentirsi amati gratuitamente, totalmente dal Signore, dal lasciarsi penetrare fino nelle più intime fibre del cuore dal suo amore per farlo poi fruttificare.
L’amore rivelato e accolto si traduce in amore realizzato. La bellezza della vita è l’amore realizzato.
La bellezza attrae e contagia. Non ci meravigliamo allora più di tanto se la capacità di don Mario di accogliere l’amore di Dio e di realizzarlo ha contagiato.
Non solo don Mario ha fatto il bene, ma ha saputo coinvolgere nel fare il bene, tirando fuori il buono che c’è nel cuore di ogni persona. E’ questo un po’ il miracolo della Città dei Ragazzi che ora avrà un intercessore in cielo.
Nel testamento don Mario scrive:
“Dal cielo, se il Signore mi terrà degno di accogliermi pregherò per tutti e spero di poter continuare a lavorare per i ragazzi”.
E ancora: “Nel Paradiso riceve da Dio tutto ciò che ha compiuto con amore, a favore soprattutto dei suoi ragazzi, della Chiesa che tanto amava, della città di Modena”.
Si è spento ieri, all’età di 101 anni, don Mario Rocchi; nato ad Acquaria di Montecreto nel 1913, don Mario fu ordinato sacerdote il 2 aprile 1938; fu assistente diocesano dei giovani di Azione Cattolica dal ’45 al ’55, Insegnante di scienze nel Seminario modenese e direttore spirituale dello stesso. Fu Vicario generale della diocesi dal 1963 al 1975, canonico del Capitolo metropolitano, delegato per le Opere Pie e membro del consiglio per gli affari economici.
La Camera ardente è allestita nella cappella della Città dei Ragazzi, in Via Tamburini. Stasera alle ore 21 la preghiera del Rosario. Domani alle ore 15 i funerali di don Mario Rocchi, in Cattedrale
La Città dei Ragazzi nasce da un’ idea congiunta di due sacerdoti modenesi legati da una grande amicizia, don Mario Rocchi e don Elio Monari, nel 1944, in corso la 2° guerra mondiale.
Lo scopo fu quello di dare un riferimento ai ragazzi e ai giovani di Modena che avrebbero dovuto convivere col dopoguerra, coi suoi lutti, le sue povertà, i disagi, i disorientamenti, la ricostruzione, pensando quindi alla loro educazione e formazione.
L’idea fu realizzata dal solo don Rocchi, in quanto don Monari, diventato “assistente dei Ribelli” sul nostro Appennino, morì fucilato per opera dei nazi-fascisti il 26 luglio 1944
Nel 1947 l’Arcivescovo Boccoleri pose la prima pietra per la realizzazione della prima casa, dopo che, con l’intervento generoso di Peppino Vismara, proprietario della ex cartiera di S. Cesario sul Panaro, fu acquistata la grande area di 30.000 mq, posta in fondo a Via Tamburini e sulla quale vive tuttora la Città dei Ragazzi.
Nel 1953 inaugurazione della 2° casa, interamente pagata dagli ex prigionieri inglesi, dedicata a don Elio Monari, per l’aiuto che questi assieme ad altri modenesi (Mons. Grandi, Mario Lugli, don Rocchi) aveva dato loro. In Inghilterra la cosa fu talmente presa a cuore che un contributo arrivò anche dalla regina Elisabetta.
Nel 1955 fu costruita la 3° Casa e nel 1977 fu inaugurata la 4° Casa e così si poteva considerare concluso il ciclo di costruzioni a servizio in primo luogo dell’aspetto educativo della Città dei Ragazzi e cioè dell’Oratorio, primo pilastro su cui si è appoggiata e si appoggia la CDR, che ha richiamato dal 1947 ad oggi migliaia di ragazzi e giovani con i loro gruppi, le loro assemblee, i loro Capi, il loro Governatore, i talenti, le elezioni, la vita democratica, iniziata e voluta dal metodi educativo, ma anche dagli stessi ragazzi e giovani.
Ma ci sono altri due pilastri che la sostengono: la Polisportiva e il Centro di Formazione professionale.
La storia di ogni sport è gloriosa per la CdR e per Modena sportiva,che ha visto le sue squadre di calcio, pallavolo, pallacanestro, tennis, tennis da tavolo, Nuoto, gareggiare nelle file del C.S.I. e delle Federazioni del C.O.N.I. sia in sede provinciale che regionale ed alcune volte anche in campo nazionale. Un contributo notevole allo sport modenese in tutti i campi.
Il Centro di Formazione professionale fu aperto nel 1950, con l’intenzione di preparare i giovani al loro domani. In quell’anno si aprirono i primi corsi per muratori e falegnami, inseriti in quel primo discorso del dopoguerra, chiamati “cantieri scuola”, e nel 1955 il Ministero del Lavoro riconosce alla CdR la qualità di “Centro di Addestramento Professionale” con 5 specializzazioni: falegnami, saldatori, radiotecnici, elettricisti, fotografi. Oggi L’E.D.S.E.G. “Città dei Ragazzi” è una fondazione di religione con personalità giuridica abilitata ad erogare corsi di formazione professionale. Il Centro dispone di numerose aule per le lezioni teoriche, di quindici laboratori per le esercitazioni pratiche (tre di informatica, due di impianti elettrici civili ed uno di impianti elettrici industriali, elettronica industriale, elettronica, pneumatica, elettropneumatica e PLC, oleodinamica, aggiustaggio e saldatura, meccanico auto, macchine utensili e macchine utensili a controllo numerico), della sala mensa e del bar interno, nonché di diverse strutture per lo sport (piscina, campi da calcio, da pallacanestro e da tennis) ed il tempo libero (cinema interno e sale di ricreazione). Per raggiungere i propri obiettivi, si avvale di 21 formatori, 9 dirigenti ed amministratori, oltre a svariate collaborazioni professionali a seconda dei corsi.