Sulla figura di questo santo, vissuto nella seconda metà del IV secolo, le fonti sono scarse. Egli è menzionato in una lettera di S. Ambrogio destinata a Papa Siricio, relativa al Concilio tenutosi a Milano nel 390 contro l’eretico Gioviniano. Da essa si deduce che Geminiano fosse là presente durante la stesura degli atti.
Esistono poi altre tre fonti importanti ed antiche, anche se non coeve: le due Vitae, una brevior ed una longior legate tra loro da elementi comuni, ma scritte presumibilmente la prima a fine IX – inizi X secolo e la seconda intorno alla metà dell’XI, a cui si aggiunge la Relatio trenslationis datata sicuramente al 1106. Il primo testo ci restituisce l’immagine di un vescovo che vive santamente compiendo miracoli, ha stretti rapporti con il potere politico e l’imperatore, fa di tutto pur di proteggere la sua città dal pericolo barbarico e dalle calalmità naturali. La Vita longior lascia spazio alle diverse componenti religiose e sociali di una Modena già cresciuta: si parla di cives, di suburbanos, di plebs e di canonici, aggiungendo dettagli e arricchendo gli episodi più significativi della parabola terrena del santo.
Una tradizione risalente al XVI secolo vuole Geminiano nato a Cognento da una famiglia del ceto medio-alto; la sua elezione episcopale dovette avvenire per acclamazione da parte della locale comunità cristiana, mentre la sua consacrazione ebbe luogo probabilmente a Milano, sede metropolitica della provincia ecclesiastica alla quale il vescovado di Modena apparteneva.
La comparsa di raffigurazioni relative a Geminiano segue di quasi sette secoli la sua morte (31 gennaio 397), anche se è storicamente provata una precoce diffusione del suo culto. Come in altri casi, anche per il patrono modenese fu fondamentale la venerazione delle reliquie, segno terreno e tangibile della sua figura storica e della sua santità.
Le più antiche immagini a lui relative compaiono nell’ambito del grande cantiere wiligelmico e costituiscono il fondamento del complesso programma iconografico della Porta dei Principi del Duomo di Modena, databile intorno al 1110. Nell’architrave sono narrati in sei riquadri alcuni episodi dela sua vita tratti dalla Vita longior. essi raccontano di come San Geminiano fosse stato chiamato alla corte dell’imperatore Gioviano a Costantinopoli e qui riuscisse a salvarne la figlia, sconfiggendo il demonio.
Altro miracolo rappresentato riguarda l’incontro con gli Unni, temibili invasori, guidati dal feroce Attila sino alle porte di Modena, salvata dall’intervento del santo: San Geminiano dichiara di essere servo di Dio e Attila gli risponde di essere flagello di Dio; il Santo invita gli Unni a entrare in città, ma li rende ciechi fino a quando escono dalle mura. In verità, Geminiano e Attila non si sono mai incontrati, perchè Attila è stato re degli Unni (434-453) almeno quarant’anni dopo la morte del vescovo. Il miracolo rivela, però, la reale necessità che in quel periodo i vescovi avevano di difendere le proprie città dai frequenti attacchi delle popolazioni barbariche: nel Medioevo essi erano, infatti, autorità non soltanto religiose, ma anche politiche e militari cui era affidata l’amministrazione e la cura dell’abitato. Altri prodigi attribuiti al santo sono il cosiddetto “Miracolo delle acque” – nell’anniversario della sua morte una grande folla è riunita nella cattedrale, ma un’alluvione allaga la città e le acque raggiungono l’altezza delle porte e delle finestre del Duomo, ma neppure una goccia bagna il popolo in preghiera che, invocando il Santo, vede le acque ritirarsi – e il “Miracolo del fanciullo” – un giovinetto, caduto dalla Ghirlandina, giunge a terra incolume e racconta di come un vecchio con la barba bianca lo abbia afferrato per i capelli e tratto in salvo.
A conferma dell’estensione del suo culto si sa che, per tutto il Trecento, l’immagine del patrono modenese fu replicata lungo i muri esterni della cattedrale, quasi a ribadire il suo legame con la comunità cittadina. Ne sono testimonianza i frammenti di affreschi esposti oggi nella Sala d’Arte Sacra dei Musei Civici modenesi.
Solennità di San Geminiano Vescovo: 31 gennaio