San Geminiano torna in Duomo e i modenesi potranno celebrare il santo più amato nella loro Cattedrale. Dopo il trasloco forzato in San Francesco dello scorso anno, Modena festeggia il Patrono nel suo edificio simbolo, più sicuro dopo gli interventi resi necessari dalle lesioni conseguenti al sisma del 2012. A poco più di un anno dall’inizio dei lavori di consolidamento, il capolavoro romanico torna libero dai ponteggi e il 31 gennaio sarà pronto ad ospitare la Messa pontificale.
«A fine mese – spiega Elena Silvestri, progettista architettonico e direttore dei lavori architettonici –, 14 mesi dopo l’apertura del cantiere, l’impresa consegnerà l’interno della Cattedrale libero dai ponteggi. Mancheranno soltanto alcune lavorazioni sull’esterno, che si concluderanno in primavera». Non si tratta di una vera e propria riapertura, perché in questi sei anni e mezzo dopo il sisma del 2012 il Duomo non ha mai chiuso, garantendo il regolare svolgimento delle Messe: «Subito dopo il sisma – precisa l’architetto Silvestri – sono stati immediatamente realizzati interventi di messa in sicurezza, in attesa di poter avviare, lo scorso anno, i veri e propri lavori di “rafforzamento” finanziati dalla Regione. In tutti questi anni il Duomo è rimasto aperto anche durante i lavori, nonostante questo abbia comportato una notevole complicazione per l’impresa nella concomitanza con le celebrazioni, che sono sempre state garantite, al pari di eventi, concerti e visite turistiche. Un motivo di soddisfazione per noi, come l’aver rispettato le tempistiche».
I principali danni procurati dal terremoto del maggio 2012 sono stati le lesioni alle murature e la caduta di pezzi di laterizio dai costoloni e dalle volte, e su queste parti della struttura si sono focalizzati i lavori, come spiega la Silvestri: «Gli interventi sono consistiti nelle riparazioni delle lesioni e nel rafforzamento degli elementi più vulnerabili sotto azione sismica, in particolare le volte in muratura, risalenti al 1450, che nella loro storia hanno subito diverse scosse sismiche – la più forte è stata quella del 1501 – e hanno sempre reagito con parziali crolli. Sulle volte si è intervenuti sia all’estradosso, sia all’intradosso. All’estradosso si sono risarcite tutte le lesioni, si sono inseriti dei cunei e si è realizzata una rete in fibra di vetro, annegata in una malta a base di calce, per trattenere i movimenti della volta e allo stesso tempo darle solidità e compattezza. All’intradosso sono stati collegati al supporto i costoloni, risarcite tutte le lesioni, con malte a base di calce, ed è stato consolidato l’intonaco esistente».
Un grande lavoro è stato fatto anche sulle murature: «Tutte le lesioni – prosegue il direttore dei lavori architettonici – sono state risarcite con iniezioni di calce. Alcune murature del Duomo sono infatti “a sacco”, questo significa che non è muratura piena. Queste iniezioni hanno potuto dare solidità e compattezza ai muri. In più, sono state collegate le murature grazie all’inserimento di tiranti in acciaio, aggiuntivi a quelli preesistenti, inseriti dopo il sisma del 1501 e a fine Ottocento».
Altri interventi hanno interessato la copertura, con il consolidamento della struttura lignea in virtù di collegamenti in ferro di tutti gli elementi lignei, e i torrini della facciata, elementi molto vulnerabili al sisma, già crollati nel 1671, che sono stati consolidati dall’interno mediante un telaio metallico che li trattiene ancorati alla struttura sottostante e ne previene il ribaltamento. I lavori, approvati dalla Sovrintendenza e del comitato scientifico del Duomo di Modena, sono stati realizzati dalla Cosis, consorzio che si è aggiudicato la gara di appalto e ha collaborato con la ditta di restauro Coobec. Oltre a Elena Silvestri, l’intervento è stato coordinato da Tomaso Trombetti, progettista strutturale, Mario Silvestri, direttore dei lavori strutturali e Giorgio Piacentini, responsabile unico del procedimento.
«Fortunatamente – sottolinea la progettista – l’esterno del Duomo era stato recentemente oggetto di restauro del paramento lapideo, quindi ha subito meno danni dal sisma, solo alcune lesioni si sono rifessurate. Si tratta di piccole operazioni realizzabili mediante una piattaforma, contiamo di chiudere il cantiere entro la fine di aprile». Il costo totale delle opere di consolidamento della Cattedrale di Modena ammonta a circa 900 mila euro, l’intero importo è stato stanziato dalla Regione Emilia Romagna: «Tutti gli interventi – conclude Silvestri – erano connessi ai danni causati dal sisma, abbiamo agito sulla sostanza dell’edificio e oggi possiamo dire che il Duomo è più forte, molto più sicuro rispetto a prima».