«A quattro anni dalla nascita al Cielo del nostro carissimo ed indimenticabile don Gianfranco Leonardi verrà celebrata una Messa in suo ricordo e suffragio domenica 13 settembre, alle 17.30, nel Santuario della Beata Vergine del Castello di Fiorano». L’invito di suor Maria Grazia Tambalo, unita a tutte le Piccole Sorelle di Gesù Lavoratore, è rivolto a tutti i fedeli, «ringraziando fin da ora chi potrà partecipare e chiedendo a chi non riuscirà ad esserci di unirsi alla nostra preghiera».
Fioranese, nato nel 1939 e sacerdote dal 1964, don Leonardi condivise con don Galasso Andreoli l’attenzione pastorale per il mondo del lavoro; il loro impegno, insieme a quello delle suore, diede vita alla congregazione delle Piccole Sorelle di Gesù Lavoratore.
«Don Franco – ricordò il Vescovo Castellucci nell’omelia delle esequie – è sempre stato pronto. Fin da giovane prete, quando comprese che il suo ministero doveva essere speso per gli operai e si inserì nel mondo dei cappellani del lavoro, attraverso l’Onarmo (Opera nazionale per l’assistenza religiosa e morale degli operai). Collaboratore stretto di don Galasso, don Franco con il suo personale stile – una presenza concreta e mai invadente, un’amicizia profonda e fedele, un sorriso ironico e discreto – riuscì a portare il Vangelo nel difficile mondo delle fabbriche, conquistando le persone attraverso un’umanità ricca e accogliente. Condivise l’intuizione di fondare un Istituto specifico, Gesù Lavoratore, per portare avanti la pastorale tra gli operai. È difficile dire quante persone abbia raggiunto con il suo ministero, perché l’elenco sarebbe interminabile: attraverso gli operai arrivava alle famiglie, specialmente ai figli e alle mogli, portando la buona notizia di quell’umile Operaio di Nazaret che per trent’anni lavorò nel silenzio e nell’ascolto. (…) Ora don Franco, dopo avere servito così fedelmente il Signore, viene servito da Lui che, come ci assicura il Vangelo, si è rimboccato le vesti, lo ha fatto mettere a tavola e passa a servirlo. Grazie, Signore, per questo tuo servo che ora Tu servi: grazie, perché è passato tra di noi un segno della Tua premura per gli uomini».