La Caritas Diocesana sente l’importanza di restituire a tutta la propria comunità di appartenenza il lavoro svolto a nome della Chiesa locale, sapendo di essere l’organismo pastorale chiamato a svolgere da mandato un servizio di coordinamento durante le emergenze, ben consapevole che il proprio ruolo non è rappresentativo del tanto bene nato in modo spontaneo dalle singole persone, comunità parrocchiali, movimenti ecclesiali che in queste settimane si sono attivate con spirito di carità e nella logica di prossimità verso centinaia di fratelli e sorelle provenienti dall’Ucraina.
Colmi di gratitudine per questa carità spontanea che non è meno importante del nostro lavoro, pensiamo possa essere comunque prezioso raccontare il senso del nostro operare, mettere a fuoco gli obiettivi e le strategie messe in campo, portando a conoscenza delle azioni più rilevanti.
Per rendere “solida” l’accoglienza diffusa nel nostro territorio ci pareva importante, in prima istanza valorizzare le risorse esistenti per l’attivazione di percorsi di accoglienza; favorire la generazione di risorse per l’accoglienza e promuovere una dimensione progettuale dell’accoglienza da parte dei membri della comunità.
Questo ha permesso di raccogliere duecento posti letto messi a disposizione solo nella prima settimana. Diveniva così importante raggiungere tutte queste persone con degli incontri on line, per poi predisporre una scheda per conoscere in modo più approfondito la disponibilità delle famiglie ad accogliere e realizzare quindi 6 incontri territoriali insieme alle famiglie disponibili ad accogliere ed altri attori: volontari, scuola di italiano, mediatori, operatori sanitari.
Parallelamente a questo lavoro era fondamentale una rilevazione dell’esigenza delle persone rifugiate a partire dalle richieste espresse con la strategia di conoscere alcune persone rifugiate. Sono nati incontri con 43 persone, provenienti da 15 nuclei ucraini in cerca di accoglienza; questo ha comportato l’accompagnarli agli hub vaccinali, in questura e successivamente usare il Centro Papa Francesco come una grade casa, che profumasse di “Chiesa domestica” per permettere loro di cucinare, condividere il pasto, suonare con loro, ascoltarli, insegnare loro la lingua anche 4 volte a settimana, visitare la città, andare a teatro, a vedere una partita di calcio.
Tutto questo per giungere a promuovere un’attivazione della comunità oltre la singola famiglia accogliente che resta il fine ultimo. E dove l’attivazione di esperienze di accoglienza che facciano emergere forme di mutuo aiuto tra famiglie accoglienti e i contesti di provenienza diviene la strategia che consente di perseguire l’obiettivo. Ad oggi ben 15 persone sono già accolte, e altre 10 lo faranno prima di Domenica prossima.
Si tratta di un cammino impegnativo, ma pieno di gioia e frutti inattesi; un cammino di cui ringraziare il Signore e la grande prossimità dimostrata da tante persone delle nostre comunità a cui va il nostro grazie oltre che alle istituzioni con cui abbiamo collaborato come la Prefettura, l’Asl e il Comune di Modena, partner ormai assiduo della nostra Chiesa.
Chiunque desideri ottenere più informazioni, dare la propria disponibilità ad accogliere o fare il volontario può contattare immigrazione@caritas.mo.it.
Per sostenere l’impegno di Caritas diocesana, in continuità con l’opera di Caritas italiana, è possibile fare una donazione all’Iban IT 25 X 05034 12900 0000 0000 4682, intestato a Caritas diocesana modenese, con causale «Emergenza Ucraina/Colletta nazionale».