La Caritas Diocesana ha proposto, lo scorso dicembre, per il secondo anno la raccolta farmaci a beneficio dell’ambulatorio di Porta Aperta. Hanno aderito quest’anno 25 farmacie, non solo in città, ma anche a Vignola, Gorzano, Pavullo, Formigine, Soliera, Spilamberto, Finale Emilia; solo in 15 di esse però sono stati raccolti e consegnati i farmaci. Le confezioni raccolte, secondo le indicazioni della Caritas sono 295, per un valore di 1320 ‘ in totale.
Il dottor Vincenzo Misley, titolare della farmacia Vittorio Veneto di Vignola e presidente dell’ordine dei Farmacisti provinciale ci illustra le ragion i del rinnovo dell’impegno dell’ordine in questo progetto di solidarietà
‘L’Ordine dei Farmacisti di Modena ha deciso di aderire nuovamente al progetto della Caritas diocesana con vero piacere. La mission del farmacista, nel suo operare quotidiano, è un’accoglienza del bisogno. Esistono vari bisogni: di benessere fisico e psichico, di conforto, di speranza, di una parola, un sorriso, una carezza, un gesto di solidarietà e compartecipazione. Sempre con discrezione, possibilmente in silenzio, senza voler apparire, ma cercando di fare concretamente quanto è nelle proprie possibilità. In questo caso il contributo (anche economico) offerto dalle farmacie di Modena e Provincia aderenti all’iniziativa contribuirà ad alleviare una piccola sofferenza, a farci sentire tutti un po’ più vicini e più uniti in un tenero gesto di amore sperando che possa far sorgere un sorriso’. E non sembrino parole tropp grandi rispetto ad una scatola di pastiglie.
‘Il momento economico che il paese sta attraversando – aggiunge ancora il dott. Misley – non è certamente dei più felici. In ogni realtà esistono situazioni complesse e difficili da sostenere. Purtroppo il singolo non ha la possibilità di intervenire come vorrebbe. Ognuno di noi, comunque, cerca di operare al meglio, mettendo la propria competenza e professionalità al servizio di chi soffre. Nelle persone che si rivolgono al farmacista cerchiamo di vedere il nostro prossimo, senza distinzione alcuna e cercando sempre di rispettare la dignità inviolabile di ogni persona. Rispondo alla sua domanda in questo modo : ‘ . . . non sappia la tua mano destra ciò che fa la sinistra . . . ‘ La gioia di poter partecipare alla vostra nobile iniziativa è veramente grande e rinnovo, anche a nome dei nostri colleghi, i sentimenti di gratitudine e di stima per il lavoro della Caritas’.
La dottoressa Marcella Cuoghi, della Farmacia estense, una delle aderenti alla raccolta, motiva così la propria adesione: ‘Il farmacista è da sempre un professionista al servizio della comunità locale, in particolare delle fasce più deboli della popolazione quali anziani, ammalati, persone che vivono disagi fisici o psichici, per questo ci è sembrato naturale aderire alla iniziativa proposta dalla Caritas diocesana di una raccolta di farmaci da destinare agli assistiti di Porta aperta. Per noi farmaciste della Farmacia Estense è stata una occasione per sperimentare quanto la cittadinanza sia sensibile ed attenta ad iniziative di solidarietà sociale, abbiamo infatti avuto una risposta generosa da parte della clientela che ha condiviso con noi la partecipazione all’iniziativa. Ci rendiamo disponibili con piacere ad analoghe iniziative per il futuro’.
Ma qual è l’uso dei farmaci, all’Ambulatorio d Porta Aperta? Ce lo spiega il dottor Giuliano Venturelli, medico di base, che coordina l’ambulatorio. ‘L’ambulatorio è aperto due ore ogni mattina e due pomeriggi la settimana, grazie all’impegno di 6 medici, 2 volontari e due farmacisti, che ritagliano tra i loro impegni questo tempo. Grazie alla collaborazione con l’Ausl, sul nostro territorio è così possibile l’accesso universalistico alle cure mediche, anche per chi non è in regola col permesso di soggiorno, come è garantito dalla Costituzione, dal codice deontologico dei medici, dalle norme internazionali e ‘ dal Vangelo’.
E’ molto chiaro il dott. Venturelli, quando unisce la sua fede alla sua professione ‘E’ nostro compito cambiare anche le strutture ingiuste sula terra: un atto caritatevole deve tender al contempo alla giustizia’.
L’ambulatorio è attivo dal 1980, dal 1998 è attiva la convenzione con l’Asl, cercata dai volontari stessi per fare in modo che la legge ‘ la Turco- Napolitano sui diritti dei migranti – fosse applicata pienamente. I medici dell’ambulatorio svolgono quindi in tutto e per tutto la funzione di medici di base. Per i bambini si fa riferimento al centro di Comunità Torrenova, per le donne incinte al Consultorio, dove c’è un presidio per la salute delle donne straniere.
‘In caso di particolari patologie ‘ prosegue ancor il medico ‘ la convenzione con la Usl permette di rilasciare al paziente la tessera STP, che dà accesso a visite specialistiche ed esami di laboratorio. Ma i farmaci sono comunque esclusi, ed è qui che la raccolta ci perette di intervenire: utilizzando insieme ad essi anche i campioni che molti colleghi ci fanno avere. Naturalmente i farmaci non sono distribuiti a pioggia, ma prescritti dal medico dopo una visita’.
Il diritto alla salute dei cittadini migranti quindi sul nostro territorio è ormai garantito. ‘Negli ultimi due anni però ‘ precisa il dott. Venturelli ‘ a causa della crisi molte famiglie, non solo straniere, non possono far fronte alle spese mediche, specialmente per i farmaci di fascia C’.
Sono arrivata all’ambulatorio un venerdì mattina: nel tempo dell’intervista si è formata una lunga fila all’esterno, coordinata da una volontaria. Due medici in pensione, risorsa preziosa, erano lì su invito del collega, pronti a mettere a disposizione le proprie competenze. Ho cercato di chiudere in fretta l’intervista, per non togliere tempo ai pazienti, con la consapevolezza che raccontare di questi spazi e queste persone è di certo la parte migliore del mio lavoro.