Iniziano i tradizionali «Venerdì di Pastorale della Salute» di novembre, con l’obiettivo di sensibilizzare le nostre comunità su alcune fragilità che ci interrogano. Gli incontri saranno dedicati a badanti, bambini ammalati gravi, anziani, persone con diversi bisogni, umani, sanitari, sociali, spesso schiacciate da pesi insopportabili.
Un’occasione preziosa di riflessione a questo proposito è costituita dalla prossima istituzione nella nostra Diocesi del Ministero della Consolazione. A novembre i parroci indicheranno i primi candidati che riceveranno il Ministero in gennaio, in prossimità di San Geminiano e che collaboreranno con il parroco, il diacono, i ministri dell’eucarestia e tutta la comunità parrocchiale nella visita ai malati gravi e alle famiglie, anche dopo l’eventuale lutto.
Il filo rosso dei tre incontri di novembre sarà la riflessione sulle risorse di questi nostri fratelli fragili che vivono nelle nostre parrocchie. Le comunità possono fornire loro risorse, ma possono anche aiutarli ad attivare le loro stesse risorse. Questi stessi fratelli fragili a loro volta possono trasmettere a noi di risorse preziose, in un circolo virtuoso di scambio di affettività e di aiuti pratici.
Quali le risorse da coltivare? Innanzitutto risorse umane, affettive, pratiche e l’aiuto alla famiglia. L’ascolto, il calore e la vicinanza della comunità. Sulla base di un incontro umanamente ricco, delicato e rispettoso, la risorsa più grande è poi la testimonianza del Cristo, che ha condiviso la nostra sofferenza. Risorse sono le reti di vicinato e le associazioni di volontariato. Risorse potenti, infine, sono i servizi sociali e sanitari. Tutte le realtà ecclesiali e civili sono chiamate a collaborare.
Venerdì 9 novembre il primo incontro sarà dedicato alle badanti: i bisogni sanitari e relazionali di chi assiste i nostri anziani. L’assessore Giuliana Urbelli approfondirà le dimensioni sociali del fenomeno. Seguiranno interventi di badanti e rappresentanti delle comunità filippina e ortodosse. Le badanti a Modena sono numerose, di comunità cattoliche, ortodosse e altre, migranti che per lunghi periodi assistono i nostri anziani. Soffrono spesso di solitudine e depressione, fragilità, precarietà e lontananza dalle loro famiglie. I nostri sono tempi spesso “cattivi”, insensibili verso i nostri fratelli più deboli, fra cui i migranti, Cristo chiede invece amore e solidarietà. L’incontro sarà occasione di conoscenza, premessa di ogni accoglienza libera da paure e pregiudizi. I bambini gravemente ammalati e le loro famiglia interrogano l’amore delle nostre comunità.
Il secondo incontro, venerdì 16 novembre, ci farà conoscere la realtà di bambini ammalati gravi, delle loro famiglie e di chi con loro conduce la battaglia quotidiana per una vita meno dolorosa, più serena e dignitosa. Sono richiesti calore, vicinanza discreta, competenze tecniche e servizi. Per questo motivo saranno presenti istituzioni, nella persona di Francesca Maletti, e medici e associazioni che operano a casa e in ospedale: Bruno Mordini, Paolo Lanzoni, Paolo Vacondio e Jennifer Chiarolanza. Don Gabriele Semprebon ci aiuterà inoltre a riflettere sulle grandi problematiche bioetiche che riguardano anche i bambini colpiti da malattie gravi, come ha evidenziato la vicenda di Charlie Gard: la cura dignitosa e amorevole – né accanimento terapeutico né eutanasia, e il rispetto della volontà anche dei pazienti più piccoli, nella persona dei loro genitori.
Gli anziani: quali risorse quando l’età rende più fragili? L’ultimo incontro di venerdì 23 novembre sarà basato su di una scommessa: non abbandonarci alla prospettiva unicamente negativa dell’età anziana, la paura di diventare vecchi, l’emarginazione senza appello. Ma valorizzare le risorse di cui anche gli anziani possono essere portatori e che possono ricevere dalla comunità. Certo, situazioni, età e condizioni di salute sono molto diverse: alcuni anziani sono ancora molto attivi, altri possono comunque fornire un patrimonio di esperienza e di affetti, altri ancora, ormai colpiti da malattie gravi, possono solo esprimere emozioni. L’incontro prevede l’intervento del sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli, la relazione del professor Chattat, la testimonianza di monsignor Giuseppe Verrucchi, vescovo emerito di Ravenna, e le riflessioni conclusive dell’arcivescovo di Modena-Nonantola, don Erio Castellucci.