Saremmo pronti, come sposi, a dare una risposta accogliente ad un’altra coppia che ci chiede in qualche modo aiuto? Potrebbe capitare che, ad esempio, una domenica mattina al termine della Messa in parrocchia, si avvicini a noi due una coppia: tra una parola e l’altra emerge, magari con stili diversi, una situazione di preoccupazione. Con alcune affermazioni ci viene confidata la tensione che stanno vivendo per qualche cosa che non va. Come reagiremmo? Per noi due come sposi, quale atteggiamento potrebbe risultare più efficace per accogliere e indirizzare al meglio questa richiesta?
Accompagnare da coppia a coppia è un nobile ideale per gli sposi ma occorre imparare a declinare questa disponibilità e questo desiderio alle concrete situazioni che potrebbero presentarsi nella vita quotidiana. Proprio a questa esigenza di apprendimento esperienziale vuole rispondere il percorso formativo diocesano «A due a due» avviato dal vescovo Castellucci e aperto a tutti gli sposi che desiderano «allenare le competenze» di accompagnamento e discernimento.
Domenica 20 gennaio si rinnova l’appuntamento con il cammino promosso dall’Ufficio Famiglia, con una tappa dedicata alla spiritualità. Alcuni consigli utili sono stati proposti, nel precedente incontro formativo del percorso per «coppie guida», dalla pedagogista Elisa Santini e dalla psicoterapeuta Elisa Cocchi, che operano da tempo per il Centro di consulenza per la famiglia diocesano. Le coppie partecipanti si sono confrontate sperimentando l’efficacia di alcune domande guida da tenere sempre presenti per porsi in un atteggiamento di affettuosa disponibilità che porti a risultati positivi.
«Cosa proviamo come coppia rispetto a questa situazione?». Potrebbe essere questa la prima domanda utile per gli sposi che si pongono in una relazione di aiuto. È fondamentale, infatti, partire sempre dall’ascolto, nella consapevolezza di ciò che provoca in noi un evento in quanto ascoltatori. Questo permette di separare meglio i fatti che ci sono raccontati dalle opinioni e dalle emozioni che proviamo.
Un’altra domanda guida potrebbe essere «cosa faremmo noi?». Qual è il punto di vista e la prospettiva pratica che individuiamo noi due come sposi che ascoltano? La condivisione e l’empatia guadagnano terreno soprattutto se c’è sintonia nella coppia che assume il ruolo di aiuto o semplicemente di specchio. Senza fretta di correre alle soluzioni, questa capacità di comprensione profonda può portare grandi benefici.
Un’ultima domanda potrebbe essere «quali obiettivi ci poniamo?». Prima ancora che risultati si tratta di costruire ponti, come spesso ricordano papa Francesco e lo stesso vescovo Castellucci nelle loro riflessioni. Le strade aperte poi diventeranno percorribili, insieme.
Riportare questi spunti di riflessione può essere utile a tutte le persone e le coppie che sono aperte a lasciarsi incontrare ed interrogare. È infatti nella semplicità della vita quotidiana che si può dare una risposta come sposi a chi domanda una luce per proseguire nel cammino della vita famigliare. Proprio alla dimensione della spiritualità della coppia sarà dedicato il prossimo appuntamento del cammino «A due a due», che si terrà domenica 20 gennaio alle 15.30 presso il Centro Famiglia di Nazareth. Nel corso dell’incontro verrà proposto un approfondimento curato da don Maurizio Trevisan, condirettore dell’Ufficio Famiglia: una buona occasione per ripartire con slancio per affrontare le sfide del nuovo anno, anche nell’ambito delle relazioni che più ci stanno a cuore.