Ancora troppi gli incidenti che insanguinano le strade delle nostre città, ancora tante le vittime nel nostro Paese e nella nostra Provincia, ancora tante le famiglie che vedono spezzarsi improvvisamente vite preziose, a cui vanno aggiunti migliaia e migliaia di feriti e numerosi invalidi gravi, tra cui tanti giovani.
Ancora più significativo il fatto che in Europa gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte dei bambini di età compresa tra 1 e 14 anni!
La Comunità Internazionale per sensibilizzare e favorire una risposta responsabile a tutti i livelli, dedica la terza domenica di novembre di ogni anno al ricordo delle vittime della strada.
La Giornata del Ricordo delle vittime della strada è infatti nel contempo sia memoria delle persone decedute, sia momento finalizzato a risvegliare le coscienze.
Per questo sono fondamentali educazione, tecnologie, infrastrutture ben pianificate e realizzate ma anche vigilanza e controllo e un corrispondente sistema di penalità.
Ma in questa domenica del Ricordo anche la Chiesa di Modena ha vissuto un momento particolarmente significativo: l’arcivescovo mons. Antonio Lanfranchi e la sezione modenese dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada hanno celebrato domenica 16 novembre una Santa Messa preparata unitamente a coloro che partecipano all’iniziativa “Credo la vita eterna”, un percorso di condivisione e di fede promosso dall’Ufficio Famiglia della Diocesi che si rivolge a chi sta vivendo un lutto per la morte di persone care e che vede incontri mensili presso il Centro Famiglia di Nazareth, per un reciproco sostegno, per pregare e riflettere sulla Parola di Dio (per ulteriori informazioni vedere www.familiamo.it ).
Alcuni numeri sugli incidenti
L’obiettivo posto dalla Comunità Europea di dimezzare entro il primo decennio del 2000, i morti da incidente stradali non è ancora stato raggiunto dal nostro Paese, anche se il calo sta proseguendo. Dall’ultimo Rapporto ACI/ISTAT si rileva in Italia una media di 497 incidenti,9 vittime e 705 feriti ogni giorno, con 56 morti ogni milione di abitanti, mentre la media europea è di 51,4.
Nel territorio provinciale modenese è sì evidente la diminuzione in questi 13 anni, dal 2000, anche se si nota un certo rallentamento del calo e proprio nel 2013 una inversione di tendenza: nel 2011 sono state registrate 53 vittime, nel 2012 si è scesi a 51 mentre nel 2013 addirittura sono aumentati fino a raggiungere 59 vittime di cui 14 over 70 e ben 4 con meno di cinque anni.
Aumentati anche gli incidenti stradali: 3128 con 4357 feriti.
In Italia, in ambito extraurbano la prima causa degli incidenti è ormai la distrazione (20,4%) subito dopo è la velocità (17,5%); nelle aree urbane è invece il mancato rispetto della segnaletica e le collisioni con l’utenza debole costituita da pedoni e ciclisti, che sempre più spesso sono le uniche vittime degli incidenti stradali nelle nostre città, seguita dalla distrazione e dalla velocità.
L’Omelia di mons. Lanfranchi
Carissimi!
E’un momento di forte commozione e comunione quello che stiamo vivendo celebrando l’Eucaristia, stretti gli uni agli altri: familiari che portano nel loro cuore le ferite insanabili di aver perso un familiare vittima della strada e familiari che si sono associati per vivere alla luce della “vita eterna” la perdita pure dolorosa di un familiare.
Il nostro essere qui non vuole essere racchiuso dentro al desiderio di mantenere vivo il ricordo di persone che non potremo dimenticare e di pregare per loro e nemmeno si limita a cercare consolazione a un dolore insanabile, che è pure necessario, come ci ricorda l’apostolo Paolo: “Fatevi consolatori gli uni gli altri con quella consolazione con cui siamo consolati da Dio” (cfr 2 Cor1,1s). Certamente siamo qui per questo.
Ma vogliamo anche ricordare per cambiare, per fermare insieme la strage stradale. Vittime della strada non sono solo coloro che hanno perso la vita sulla strada ma anche i familiari e gli amici che sono ancora tra noi.
(Ricordiamo che a Modena quest’anno c’è stato un aumento: 59 vittime; l’ultimo un bambino di Castelvetro, pochi giorni fa)..
Carissimi, permettete che dica che mi sento profondamente partecipe dei vostri sentimenti, anche se sono consapevole che il dolore, la perdita di un figlio, di un amico, non si comprende pienamente se non la si vive..
Quando muore una persona cara è un pezzo della nostra carne che ci viene strappata e la ferita è tanto più sanguinante quando questo strappo giunge imprevisto, senza aver potuto dare un ultimo saluto, un’ultima parola, un ultimo sguardo, un’ultima carezza o un ultimo bacio. E’ una ferita difficile da rimarginare e noi siamo qui per vivere il ricordo dei nostri cari nella preghiera, cercare conforto e consolazione nella fede e nello stesso tempo alzare forte la nostra implorazione per fermare insieme, ognuno facendo la sua parte, dalle autorità ad ogni cittadino, la strage stradale.
Vogliamo anzitutto essere aiutati dal Signore a vivere nella fede il nostro dolore.
La nostra fede ci dice che i nostri cari non vivono semplicemente nel “ricordo”, ma sono “viventi nel Signore” e presso il Signore possono intercedere per noi. Gesù ci ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me, anche se muore,vivrà” (Gv 11,25).. “Questa è la volontà di Colui che mi ha mandato, che non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6,39-40).
La morte non è la fine di tutto,ma passaggio a un’esistenza infinitamente più bella.
La morte non dissolve i legami esistenti tra noi e i nostri defunti.
La nostra celebrazione vuole essere allora la celebrazione della speranza cristiana;vuole essere la celebrazione in cui viviamo con più intensità la comunione con i nostri cari per essere sostenuti dalla loro intercessione presso Dio nel nostro pellegrinaggio terreno, facendo della nostra vita un dono d’amore. Il dolore può portarci infatti a chiuderci in noi stessi.
Il Vangelo ci parla dei talenti legati alla vita. Credo che qualche volta ci venga da pensare con rammarico al fatto che i nostri cari non hanno potuto esprimere pienamente i loro talenti,pensare alla loro vita come a un’opera incompiuta. Il Signore ,accogliendoli nel suo Regno, non avrà guardato alla quantità dei talenti espressi, ma alla loro sete di felicità.
Vorrei dirvi sommessamente di non cedere alla tentazione di chiudervi nel vostro dolore, ma di spendervi con più generosità , anche per amore dei vostri figli, per il servizio della vita. Credo che i vostri figli vi chiederebbero questo.
Ognuno è talento di Dio. Ognuno è talento per gli altri. E ognuno sa come vivere la vita spendendola per amore anche nel ricordo del figlio, della figlia, del familiare.
La giornata di oggi ci spinge a tradurre il nostro impegno anche nel promuovere la tutela della vita sulle strade
Troppe lacrime si versano per le stragi stradali. Stragi provocate dalla distrazione, dal non rispetto delle regole, da comportamenti irresponsabili e di inciviltà, dalla ostentata presunzione che porta a sentirsi sicuri.
Impegniamoci insieme perché queste morti senza senso non si ripetano. Impegniamoci tutti per la sicurezza stradale. Combattiamo l’irresponsabilità alla guida e sensibilizziamo ogni persona perché non si spezzino altre vite sull’asfalto.
Mentre alla Beata Vergine Maria, Madre della Consolazione, affidiamo i nostri cari e il nostro cammino.