A Colui che ci ama e ci ha liberati
Saluto ai presbiteri in occasione del Giovedì Santo
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue,
che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre,
a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen (Ap 1,5-6)
Carissimi, nel pomeriggio e nella serata di oggi avremmo dovuto celebrare insieme, prima a Modena e poi a Carpi, la Messa crismale, rimandata a causa del contagio. Vi invio un semplice saluto, ringraziando con voi il Signore per la nostra comunione nel presbiterio e per la crescita nella fede, che fa sicuramente parte dei doni in gestazione nel difficile tempo che stiamo vivendo.
È opportuno e significativo che la “Messa crismale” sia rinviata ad un’occasione nella quale potremo riprendere a celebrare i misteri del Signore insieme al popolo di Dio. Una celebrazione così densa di simboli legati al sacerdozio, sarebbe stata impoverita nel suo significato, se celebrata “a porte chiuse”. Viene infatti giustamente collocata nella giornata sacerdotale, che così si chiama non solo perché vi si celebra il sacerdozio ministeriale, ma perché ancora prima vi si celebra il sacerdozio comune al popolo di Dio. Ogni liturgia eucaristica è una concelebrazione dell’intera assemblea, dove il ministro ordinato presiede, in forza della sua ordinazione, come testimone efficace che è Cristo a convocare e “accorpare” la sua Chiesa, non la comunità che si auto-convoca e si forma con le proprie energie. Le benedizioni che caratterizzano la liturgia crismale, pronunciate sull’Olio dei Catecumeni, sull’Olio degli Infermi e sul Crisma, mettono in luce la relazione tra il sacerdozio comune dei fedeli, unti come catecumeni, battezzati, cresimati e malati, e il sacerdozio ministeriale dei presbiteri e dei vescovi, segnati dall’unzione crismale il giorno dell’ordinazione.
Le due dimensioni del sacerdozio nella Chiesa, quella comune e quella ministeriale, non sono in concorrenza e si richiamano l’una all’altra (cf. LG 10). Una comunità senza presidente manca della fonte e del culmine della sua vita, la celebrazione eucaristica; un presidente senza comunità manca della ragione stessa per il quale Gesù ha consegnato l’eucaristia alla Chiesa, il comando di formare un “corpo” vivo. Un motivo di sofferenza pastorale, in queste settimane, è la forzata separazione tra ministri e comunità, l’impossibilità di esprimere nella celebrazione eucaristica la sinfonia del sacerdozio ecclesiale nelle due forme complementari. Abbiamo tentato, con alcuni sussidi, di favorire anche nelle case, dove possibile, qualche liturgia “familiare”, richiamando il valore della Chiesa domestica non solo come luogo di risonanza della parola di Dio e di reciproca testimonianza di amore (non sempre agevole in questi giorni di convivenza), ma anche come spazio celebrativo per l’esercizio del sacerdozio battesimale. In futuro, una volta passata l’emergenza, potremo confrontarci utilmente sulla riscoperta della dimensione domestica dell’esperienza cristiana anche dal punto di vista liturgico; non certo per sostituire, ma per integrare le celebrazioni comunitarie.
E in conclusione desidero ringraziarvi. Ne ho tanti motivi: e spero comunque che l’occasione per farlo personalmente si presenti presto. Ne dico almeno un paio: la testimonianza di una creatività pastorale e di una prossimità alle persone, soprattutto a quelle più deboli, che esprime un volto davvero evangelico di Chiesa. Molti fedeli vi sono grati, perché continuano a sentirvi vicini nella preghiera, nelle liturgie, nelle catechesi, nelle telefonate, nelle riunioni in videoconferenza, nelle forme di comunicazione ora possibili. Rimane il dolore di non riuscire ad accompagnare i defunti al commiato in maniera adeguata, solo in parte compensato dalla possibilità di esprimere in altre maniere la vicinanza e la consolazione ai loro congiunti.
Continuiamo a ricordarci a vicenda, in particolare nei prossimi giorni. Mi permetto, come piccolo “regalo” per il venerdì santo, di trasmettere qui di seguito il link ad un piccolo “gioiello” artistico, confezionato dal Centro Studi Majestas di Modena: https://youtu.be/hC8PDRZ7kw0 Sono quattro minuti che aiutano ad entrare nel mistero della passione di Gesù, in modo originale. Potete diffonderlo. Un augurio pasquale a tutti, specialmente ai confratelli ammalati e infermi.
+ Erio
8 aprile 2020, mercoledì della Settimana Santa.