La scorsa domenica è stato inaugurato il Centro diurno diocesano, in Via dei Servi a Modena, uno spazio nel quale persone senza fissa dimora possono trascorrere parte del pomeriggio trovando ristoro, in cui chiunque potrà sentirsi a casa per alcune ore del giorno.
«L’apertura del Centro diurno nella Caritas di Via dei Servi – dice il Vescovo Erio Castellucci – rappresenta un segno importante per la diocesi, le parrocchie e la città. Per la diocesi, perché dimostra una volta ancora quanto la nostra Chiesa, attraverso il suo organismo ufficiale di servizio e animazione alla carità, sia attenta alle persone disagiate. Per le parrocchie, perché si apre un luogo di accoglienza che darà l’opportunità di fare volontariato, sensibilizzare le comunità e rispondere ad alcune emergenze. Per la città, perché nel cuore di essa sorge un nuovo richiamo alla convivenza civile, che comporta una lotta concreta contro le ingiustizie».
La riflessione del Vescovo ha preso il via dal versetto della prima Lettera di Giovanni che dà anche il titolo alla prima Giornata dei Poveri:
<Non è da oggi che la Chiesa cerca di sensibilizzare, non solo con parole e lingua, ma con i fatti e nella verità, a questa dimensione. L’amore di Dio colma le mancanze: non pensa in termini di giustizia distributiva, ma di un amore compensativo. Nella logica umana è difficile tenere insieme amore e verità: l’amore è visto spesso come semplice compassione o legittimazione di ogni comportamento, mentre la verità è brandita come un’arma per affermare i principi contro chi li viola. La contrapposizione però è antievangelica. Per noi la verità consiste infatti non in una speculazione astratta, o in un ragionamento, ma in un essere umano vivente: il nucleo della verità cristiana è l’amore di Dio per noi. Non facciamo verità se non amando, non solo di un amore verticale per Dio, ma un amore che si deve incarnare negli altri: ecco perché non ha senso contrapporre carità e verità. La carità è condurre verso l’amore di Dio e la verità è carità>
Luigino Bruni economista che da tempo affronta il tema della povertà, come docente e giornalista, ha sottolineato il valore dello stile del Centro, quello dei legami, nel concepire il servizio ai poveri.
Se nella relazione non scopro le competenze dell’altro, c’è solo assistenzialismo: Esistono purtroppo varie forme di aiuto che non ci piacciono, ma il vero aiuto significa dire “io lavoro con te e non mi do pace fino a che tu non ti senti utile a me”. Se non c’è vera reciprocità, il rapporto resta asimmetrico. Se nelle persone non trovi niente, l’aiuto sarà sempre un aiuto che uccide. La cura parte dalla stima, dal rispetto vero della dignità.
Dopo la visita ai locali, il buffet, realizzato dall’osteria La lanterna di Diogene, dove lavorano insieme persone con abilità differenti che condividono l’aspirazione ad un lavoro ben fatto ed alla felicità.