Questa mattina il vescovo Erio ha presentato alla stampa la sua prima lettera alla città “L’essere umano prima delle categorie”, in occasione della solennità di San Geminiano.
“Una lettera – ha detto il vescovo – in cui ci chiediamo in primo luogo qual è il contributo che i cittadini cristiani possono dare alla città, prima ancora che riflettere su cosa fare insieme”.
“Chiesa e mondo, del resto – scrive il vescovo – non sono due grandezze parallele, ma si intrecciano: la Chiesa è quella parte di mondo che “guarda con fede a Gesù” come al suo Signore (cf. Lumen Gentium 9). I cristiani sono davvero tali se, all’interno di uno Stato libero e democratico quale è il nostro, sono prima di tutto cittadini onesti. E credo allora che, con tutti i suoi difetti, la comunità ecclesiale incida positivamente sulla comunità civile”.
E ancora: “Le comunità cristiane delle origini, rispecchiate particolarmente nelle Lettere di San Paolo, si trovavano di fronte a tre grandi divisioni sociali: tra giudei e greci, tra schiavi e cittadini liberi, tra uomini e donne. Erano come tre grandi muri, considerati da alcuni come divisioni “naturali”; valevano di più queste categorie sociali distintive, rispetto all’appartenenza all’unica famiglia umana. Contavano di più, in altre parole, l’appartenenza etnico-religiosa (giudei e greci e, più in generale, cittadini e stranieri), la disparità sociale ed economica (schiavi o liberi) e la distinzione sessuale (uomini o donne), rispetto alla fondamentale incorporazione al “genere umano”.
Di fronte a questi muri, i cristiani non si scoraggiarono e testimoniarono che “in Cristo” tutti siamo uno. Era una testimonianza prima dei fatti che delle parole. Nelle case – dove allora si riunivano, non potendo costruire chiese e strutture, come avviene ancora oggi nelle tante situazioni di persecuzione religiosa – i battezzati cominciarono a definirsi tra di loro “fratelli” e “sorelle”. Le distinzioni tra ebreo, greco, schiavo, libero, maschio e femmina vennero subordinate all’unità data dall’unico battesimo, aperto a tutti e non riservato solo ad alcuni”.
Le celebrazioni, nella festa del Patrono, avranno il seguente calendario
Sabato 30 gennaio
Celebrazione dei Primi Vespri Pontificali ore 17.15
S. Messa Vespertina della Vigilia ore 18
Presiederà la celebrazione mons. Giuliano Gazzetti, vicario generale dell’Arcidiocesi.
Veglia di preghiera con l’Ufficio delle Letture ore 21
Mons. Erio Castellucci presiederà la celebrazione. Mons. Giacomo Morandi, Sottosegretario della Congregazione della Dottrina della fede, commenterà i testi sacri. La veglia inizierà con il “rito della luce” e si concluderà con l’antichissimo inno di lode “Te Deum” presso la tomba di san Geminiano.
Domenica 31 gennaio
S. Messe alle ore 7 – 8 – 9 – 11 – 18
S. Messa ore 7
Sarà presieduta dal parroco mons. Orfeo Cavallini
S. Messa Episcopale ore 8
La S. Messa sarà presieduta da mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma.
S. Messa Episcopale ore 9
La S. Messa sarà presieduta da mons. Lino Pizzi, vescovo di Forlì-Bertinoro
Solenne Messa Pontificale ore 11
Alle 11 inizierà la celebrazione, preceduta dalla Benedizione alla città ed all’arcidiocesi con la reliquia del braccio di san Geminiano, presieduta da mons. Arcivescovo – Abate. Concelebreranno altri Arcivescovi e Vescovi, i Vicari episcopali, i Canonici di Modena, il priore del Capitolo Abbaziale, un rappresentante della Collegiata di Finale Emilia, i Vicari foranei, i sacerdoti del Seminario e il segretario dei religiosi. Il servizio liturgico è affidato ai seminaristi e quello di accoglienza e d’ordine al personale dell’Unitalsi.
Venerazione delle reliquie di san Geminiano ore 14 – 17
In questo orario, meglio che al mattino durante la celebrazione delle SS. Messe, è possibile venerare la tomba del santo patrono, come pure la reliquia del braccio di san Geminiano.
Secondi Vespri Pontificali ore 17.15
Mons. Erio Castellucci presiede il canto dei Secondi Vespri
S. Messa Vespertina ore 18
Mons. Giuseppe Verucchi, arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia, con assistenza di mons. Arcivescovo-Abate, presiede l’ultima celebrazione eucaristica nella giornata dedicata al santo dei modenesi.
30 e 31 gennaio
Dono dell’indulgenza plenaria
Si ricorda che visitando la Cattedrale in devoto pellegrinaggio, come durante l’Anno Santo, dal pomeriggio del 30 a tutto il 31 gennaio, e compiendo le opere prescritte (Confessione e Comunione – anche in altro giorno vicino – professione di fede, Padre Nostro, preghiera mariana e preghiera per il Santo Padre), si può ottenere l’indulgenza plenaria.
Le spoglie del santo patrono saranno aperte per la venerazione dei fedeli da l pomeriggio di sabato 23 gennaio alla mattina di sabato 6 febbraio.
Il 31 gennaio, in occasione della Festa del Santo Patrono Geminiano, i Musei del Duomo aprono le porte gratuitamente e ad orario continuato dalle ore 9.30 alle 18.30, per permettere di ammirare le splendide opere d’arte provenienti dal tesoro della Cattedrale. Saranno visibili il raro e prezioso altarolo portatile del XII secolo (secondo gli ultimi studi, il primo reliquiario del braccio del Patrono), la statua in rame del Santo datata 1376 (la copia è visibile all’esterno del Duomo, sopra la Porta Regia), le monete e le crocette altomedievali rinvenute nel sepolcro del Patrono, oltre a codici miniati, dipinti, oreficerie, arazzi, paramenti sacri dal XII al XIX secolo.
Per maggiori informazioni si può scrivere una mail a museidelduomo@libero.it.
In allegato il testo completo della lettera