Martedì 8 febbraio, in occasione della festa di Santa Giuseppina Bakhita, si celebra la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta.
La Messa missionaria del mese di febbraio è stata dunque unita a questo evento. Il ritrovo è previsto alle 19 presso la parrocchia di San Giovanni Evangelista, a Modena, con la Messa presieduta dal parroco don Graziano Gavioli e, a seguire, le testimonianze dei volontari della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII («Apg23»). La Comunità fondata da don Oreste Benzi, in occasione della Giornata mondiale di preghiera contro la tratta di persone, aderisce alla maratona mondiale che, dall’Oceania alle Americhe, verrà trasmessa martedì, dalle 10 alle 17, in diretta streaming sul canale YouTube della Giornata mondiale, con traduzioni in cinque lingue. Alle 13.30 sarà trasmesso un messaggio di papa Francesco e alle 14 avrà inizio la tappa europea introdotta dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, con testimonianze ed un momento di preghiera ecumenica da Malmö in Svezia, dove una famiglia della Comunità di don Benzi è impegnata nel dialogo ecumenico e nel supporto ai migranti.
«La pandemia – spiega Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII – ha fatto incrementare il “business” della tratta, in particolare lo sfruttamento sessuale si è sempre più rapidamente radicato nella prostituzione indoor – negli appartamenti, nei bordelli, nei centri benessere, nei centri massaggi rendendo ancor più invisibili le vittime. Per questa ragione, oltre all’impegno delle unità di strada, abbiamo avviato 3 nuovi team per la prostituzione indoor: a Modena, Savona, Rimini. L’intento è sempre quello di incontrare le vittime e proporle la liberazione dal racket, proprio come faceva don Oreste Benzi, pioniere nell’incontro e nel recupero delle donne uscite dalla tratta a scopo sessuale fin dagli anni Novanta. Nonostante il Covid abbiamo continuato ad accogliere vittime di tratta a scopo sessuale, lavorativo o accattonaggio – continua Ramonda. Nel 2021 abbiamo aiutato 100 persone, principalmente donne tra i 24 e i 27 anni; numerose sono accolte nelle nostre case famiglia a causa delle ferite indelebili che i trafficanti ed i clienti le hanno lasciato. Molte di esse hanno sviluppato patologie psichiatriche invalidanti. Inoltre continuiamo a sostenere molte donne nel loro percorso verso l’autonomia, in particolari le madri».