«Il nostro presente ha bisogno di una rialfabetizzazione». Con queste parole Roberta Biagiarelli ha introdotto la presentazione del libro “Diritto al viaggio. Abbecedario delle migrazioni”, voluto dall’associazione Porta Aperta di Modena e dall’Università di Modena e Reggio Emilia, nel corso della terza edizione del Festival della migrazione. La presentazione del volume è avvenuta nella sala consiliare, all’interno del castello di Formigine, lo scorso mercoledì 28 novembre.
Roberta Biagiarelli, artista multidisciplinare che si è occupata di redigere la parte E di Esodo, ha dunque spiegato come questo libro voglia essere un «nuovo vocabolario», nato dal desiderio di «avere su carta riflessioni che possano essere di concreto aiuto per entrare in un mondo complicato e di cui si parla in modo davvero troppo semplicistico». Tanti i giovani presenti, tra cui alcuni del gruppo superiori della parrocchia di Formigine, a cui Biagiarelli si è rivolta parlando del viaggio come esperienza che necessita di tanta curiosità e di una buona dose di coraggio, per spostare lo sguardo oltre l’orizzonte di ciò che ci viene raccontato; li ha spronati a non accettare «quella depressione che il mondo di oggi sembra presentare ai giovani come unica possibilità», ricordando che «sono le passioni, ciò che si studia e l’arte che possono difendere dall’indifferenza, e solo chi non è indifferente può dirsi davvero vivo».
Luca Barbari, presidente di Porta Aperta, ha sottolineato come l’associazione, che si occupa di accoglienza, veda come imprescindibile che «il confronto e l’approfondimento sul tema delle migrazioni abbia alla base un’idea di straniero legata non alla sicurezza ma alle persone e alle storia dell’uomo». Ovvero che questo libro, come afferma Thomas Casadei, professore di Giurisprudenza del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia, «possa restituire un’idea reale fatta di persone, istituzioni, accoglienza concreta. Evitando il più possibile ogni tipo di chiusura, che si rischia in particolare nella scuola, cercando di perseguire un certo ideale di “neutralità”, quando invece il dibattito politico dovrebbe essere elemento fondamentale in un’università». Compito di tutti dovrebbe essere –ha sottolineato Casadei– capire che direzione il nostro Paese sta prendendo anche in termini legislativi, facendo attenzione che il diritto, che può essere anche molto disumano, abbia come fine il bene comune, la convivenza, il rispetto costituzionale.
In questa direzione è giunto l’augurio del sindaco di Formigine Maria Costi, che ringraziando a nome di tutta la comunità si augura che la politica «possa tornare ad essere il mondo in cui le persone trovino sintesi tra le proprie idee”, e allontanarsi da una certa idea di politica che “deve essere cattiva” per definizione».
L’arcivescovo Castellucci nel libro ha curato la parte F come Fede: il quadro è quello di una società in cui è sempre più difficile parlare di dialogo, integrazione, scambio. Tutto ciò sostituito «da un nazionalismo basato sulla difesa di un’identità in modo esclusivo, difendendo una certa religiosità che non è quella delle Chiese». Ha infatti ricordato come Gesù sia nato in viaggio e abbia vissuto una vita «sulla strada, quasi a volerci mostrare che la vita è, prima di tutto, viaggio». E da qui, il vescovo si è chiesto, se è innegabile che la nostra civiltà sia nata in viaggio, che la nostra religione sia nata in viaggio, «come si possa negare a qualcuno il diritto al viaggio, tirando in ballo in modo distorto e scorretto la religione, per la presunta difesa di un’identità, di una cultura che può fiorire solo col contatto con l’altro, dal momento che la storia dell’uomo ci mostra come le migrazioni siano sempre state una nuova linfa».