È venuto a mancare giovedì 28 gennaio 2021, a 77 anni, padre Romano Volpari, il “frate degli ultimi”.
La notizia della sua morte ha creato profonda commozione: la sua opera di ostinata generosità rivolta alle persone più bisognose, dando loro tutto ciò che aveva, era ben nota.
Ordinato sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori il 3 ottobre 1970, dopo un’esperienza da prete-operaio a Ravenna tornò a Modena per prestare il suo servizio nel Santuario della Beata Vergine del Murazzo e nella parrocchia di Sant’Antonio in Cittadella.
Fu poi cappellano della Polizia di stato e, dal 2007, amministratore parrocchiale di San Pancrazio (legale rappresentante dal 2011).
Le esequie sono state celebrate al Santuario del Murazzo dal Vicario Generale, don Giuliano Gazzetti, che durante il periodo di malattia di padre Romano è stato vicino alla comunità parrocchiale di San Pancrazio.
Di seguito un estratto dell’omelia della cerimonia funebre di sabato 30 gennaio.
“… di questo volto di Dio Padre, tu Romano sei stato un grande imitatore, e come dicono tutti, sei stato questa manifestazione di Dio Padre, nel tuo lavoro, nella tua accoglienza verso tutti, senza distinzioni.
Molti hanno trovato in te proprio quel Padre che tu stesso hai trovato: un Padre che ama, che ama e accoglie tutti senza distinzioni di colore, culture, religione.
Così puoi dire che: “Nella mia vita, ho avuto la soddisfazione di aver aiutato tante persone a ricongiungersi con le proprie famiglie, a trovare un posto di lavoro e una casa, dove vivere dignitosamente”.
Non mi è facile riassumere e dare voce a tutte queste testimonianze. Persone di cui tu dici: “Oggi, alla mia età, mi rendo conto di aver avuto un’immensa fortuna: sono circondato da persone che mi amano e che sono pronti a fare tanto per me. Ringrazio Dio per tutte le persone che ho accanto”.
Le testimonianze che ho raccolto in questi giorni possono servire per scrivere un libro di centinaia di pagine e sarebbe il libro di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerti e che confermano ciò che sei stato per loro: il sorriso di Dio, un maestro, un padre, un amico vero per piccoli e grandi, poveri e benestanti, una persona buona, sincera, simpatica, accogliente, sempre presente, che non aveva paura del lavoro duro, generosa, sensibile e forte, burbero ma disponibile, un esempio dell’amore di Dio incarnato, capace di sdrammatizzare e dare pace, un uomo di Chiesa sulla soglia, artista e poeta di Dio che vedeva in tutto e in tutti.
Questa è stata la bellezza di Padre Romano. Sì io credo che le persone vedevano in te Romano la bellezza di una verità cristiana che non si può separare dall’amore per i fratelli. Chi ti ha conosciuto come tu dicevi “non ha mai sentito la diversità tra il frate e l’uomo che fatica e sbaglia ogni giorno”. E la bellezza di Padre Romano è stata la sua umanità, la carne del vero e del bene, perché c’è un legame inseparabile tra verità, bontà e bellezza.”