Questa sera alle 21 il BPER Forum Monzani ospiterà l’evento “Guido Mazzoni. Il Modanino” in occasione del quinto centenario della morte dell’artista, organizzato dall’associazione culturale RelArte, con la conduzione della giornalista Ivana D’Imporzano. La proiezione di un filmato di Gianni Volpi che illustra il Compianto del Mazzoni custodito nella chiesa di San Giovanni Battista, corredato dall’accompagnamento di brani scelti dal Requiem di Giuseppe Verdi sarà seguito dall’intervento del critico d’arte Vittorio Sgarbi, dedicato a questo capolavoro e ad altre opere del Mazzoni.
Il Compianto appartiene alla Confraternita di San Giovanni, detta «della Buona Morte», che un tempo possedeva l’omonimo ospedale, scomparso nel XVIII secolo, e che, fino all’Unità d’Italia, ebbe il compito peculiare di accompagnare al supplizio i condannati alla pena capitale e di curarne la sepoltura cristiana, evitando il vilipendio dei cadaveri e l’uso degli strumenti dell’esecuzione a fini superstiziosi: i confratelli della Buona Morte provvedevano a preparare il condannato all’estremo passo, prelevarne il corpo, ardere il capestro utilizzato per l’impiccagione.
Il Compianto, realizzato fra il 1477 e il 1479, fu collocato nel 1774 nella cappella della Conforteria del Palazzo Comunale, dove sostavano i condannati in attesa dell’esecuzione. Nel 1854 fu trasferito nella chiesa di San Giovanni Battista, in via Emilia, in angolo con l’attuale piazza Matteotti, dove la confraternita, che la officia, aveva trovato sede ottant’anni prima, a seguito della soppressione della parrocchia di San Michele Arcangelo. Il Compianto è caratterizzato dalla presenza di otto figure a dimensione naturale – Maria Vergine, san Giovanni Evangelista, Maria Maddalena, Maria di Cleofa, Maria di Salomè, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo e il Cristo morto – le cui espressioni colpiscono per l’intensa espressività e la grande naturalezza.
L’autore, Guido Mazzoni, è una delle più grandi figure della storia artistica modenese. Nato intorno al 1450 dal notaio Antonio Mazzoni, rimase precocemente orfano e fu allevato dallo zio Paganino. Guido partecipò alla realizzazione della sagrestia nuova del Duomo nel 1472 e si suppone che abbia preso parte alla realizzazione dei decori plastici di Palazzo Schifanoia, a Ferrara. Si specializzò presto nel genere del Compianto, a partire da quello realizzato per la chiesa di Santa Maria degli Angeli a Busseto. La sua scultura risente dell’influenza della triade pittorica della Ferrara rinascimentale –Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti e Francesco Del Cossa– ma anche di Donatello, Mantegna, Bellini, del più antico Niccolò dell’Arca e della tradizione artistica dell’area renana, borgognona e fiamminga.
Modena conserva del Mazzoni anche un’opera estranea al genere del Compianto, quella Madonna della Pappa, originariamente realizzata per la chiesa di Santa Cecilia, di giuspatronato della famiglia Porrini, giunta nel 1808 in Duomo come donazione della famiglia Levizzani. Dopo aver lavorato negli anni ‘80 del Quattrocento per gli Este, il Mazzoni raggiunse Napoli nel 1489. Nella capitale partenopea, l’artista modenese realizzò il Compianto della chiesa di Sant’Anna dei Lombardi di Monteoliveto. Qui ebbe modo di essere apprezzato da Carlo VIII di Francia, che era calato in Italia per reclamare il regno di Napoli: quando il sovrano ripassò le Alpi, il Mazzoni lo seguì come artista di corte dando così inizio all’ultima fase della sua produzione. Per vent’anni, dal 1495 al 1515, fu attivo in Francia, dove realizzò il sepolcro di Carlo VIII a Saint–Denis e la statua equestre di Luigi XII ad Amboise: purtroppo, durante la Rivoluzione entrambe le opere furono distrutte. Persino il re d’Inghilterra Enrico VII gli commissionò il progetto di un sepolcro monumentale, che non fu realizzato. Rientrato a Modena nel 1515, vi morì tre anni dopo, il 12 settembre 1518.