Volgono al termine i lavori di consolidamento antisismico, restauro di fregi e di apparati decorativi e ammodernamento del riscaldamento della chiesa di Sant’Agostino, chiusa dal sisma del 2012. Sarà la terza chiesa di proprietà comunale a riaprire – dopo San Barnaba e il Tempio – grazie a un intervento che è costato circa 960 mila euro, finanziati per 500 mila euro dalla Regione Emilia–Romagna e per circa 460 mila dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
L’appuntamento è per domenica 2 settembre, quando la riapertura al culto sarà celebrata con una Messa solenne alle ore 11, presieduta dall’Arcivescovo Castellucci. «Per sottolineare l’avvenimento, è stato predisposto l’annullo filatelico speciale e saranno stampate due cartoline ad hoc –spiega il parroco don Paolo Notari – Inoltre, per tutto il mese di settembre, sarà visitabile una mostra fotografica nella “sala delle suore”, per la quale chiediamo la collaborazione dei collezionisti privati».
Tutto il mese sarà sotto il segno della rinascita della chiesa e della comunità: domenica 9 settembre, nella Messa delle 11, la parrocchia vivrà la Festa delle famiglie, con la celebrazione degli anniversari di matrimonio, seguita dal pranzo insieme, mentre domenica 16 settembre alle 11 si svolgeranno i primi Battesimi comunitari in Sant’Agostino dopo il sisma. Il mese culminerà nella sagra parrocchiale del 22 e 23 settembre. «Quest’anno il tema sarà Ricostruiamo la nostra casa – spiega don Notari – Commemoreremo il trentennale della visita di Giovanni Paolo II a Modena: nel 1988 il Papa incontrò il mondo della cultura proprio qui in Sant’Agostino».
Per il prossimo anno pastorale, la parrocchia sta predisponendo percorsi di avvicinamento alla fede mediante l’arte e concerti spirituali, grazie all’eccellente acustica e alla presenza di un capolavoro come il Compianto del Begarelli. In programma è anche la valorizzazione dell’organo Facchetti, che compirà mezzo millennio l’anno prossimo. La riapertura di Sant’Agostino – una vera antologia della cultura modenese – è una boccata d’ossigeno per Modena, che, finalmente, si sta scoprendo in grado di attrarre turisti e visitatori. La chiesa attuale, costruita nel XIV secolo dai frati eremitani di Sant’Agostino, fu scelta per i funerali di Stato di Francesco I nel 1659 e trasformata definitivamente in Pantheon Estense dalla nuora Laura Martinozzi, fra il 1662 e il 1670. Al suo interno si trovano il sepolcro – con il busto – di Carlo Sigonio e quello del grande matematico Paolo Ruffini, oltre all’epigrafe del Muratori, la cui spoglia fu traslata nuovamente alla Pomposa nel 1922. Ma il centro storico è anche un territorio vivo, dalle esigenze mutevoli: per questo, la comunità di Sant’Agostino sta compiendo un cammino, insieme a San Barnaba e a parte del territorio della parrocchia del Duomo, verso la nascita di una nuova comunità parrocchiale, per un miglior servizio pastorale di quest’area del centro.