COMUNICATO
Il 2 aprile scorso la Congregazione per il Clero ha comunicato all’arcivescovo di Modena-Nonantola, Erio Castellucci, la decisione, presa da papa Francesco il 20 marzo precedente, di dimettere il sacerdote Fernando Bellelli dallo stato clericale, con relativa dispensa dagli obblighi sacerdotali, compreso il sacro celibato. Tale decisione è inappellabile e non è soggetta ad alcun tipo di ricorso.
La decisione del Papa costituisce l’esito di un approfondito procedimento canonico avviato dall’Arcidiocesi nel febbraio del 2016 e portato avanti sulla base di indicazioni e richieste da parte della Congregazione per il Clero. Il procedimento non ha riguardato imputazioni penali, né canoniche né civili, inerenti persone minori, ma ha riguardato aspetti fondamentali della vita sacerdotale.
Una pena nella Chiesa viene inflitta sempre in vista di un bene maggiore, sia per colui che ne viene raggiunto, sia per l’intera comunità cristiana. Accogliamo con docilità questa decisione, custodendola nella preghiera.
Fernando Bellelli non è scomunicato; rimane in comunione con la Chiesa in quanto fratello battezzato in Cristo ed è invitato ad attingere, come ogni fedele, alla grazia del Vangelo e dei sacramenti.
In merito alle dichiarazioni apparse sulla stampa in data 6 aprile 2019 circa la vicenda di Fernando Bellelli si precisa quanto segue:
ogni procedimento penale canonico prevede che sia garantito il pieno diritto alla difesa, il suo concreto esercizio anche attraverso l’assistenza di un avvocato e un’effettiva condizione di parità processuale fra l’accusa e la difesa. Così è stato, rigorosamente, anche per don Fernando Bellelli.
Nel corso dei tre anni di durata del procedimento canonico, egli ha avuto la possibilità di difendersi e l’ha esercitata sia attraverso i ricorsi sia attraverso deposizioni orali e scritte sue e dei testimoni indicati da lui e dalla sua legale.
La Cancelleria dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola