Indicazioni per la celebrazione del Giubileo 2025 nell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola e nella Diocesi di Carpi

Alla corte attenzione di
Presbiteri e Diaconi
Religiosi e Religiose
Ministri e Ministre istituiti
Associazioni, Movimenti, Gruppi ecclesiali
Operatori e operatrici pastorali

 

Carissimi e carissime,
il messaggio centrale del prossimo Giubileo Ordinario dell’anno 2025 è la Speranza.

Nella bolla d’indizione intitolata “La speranza non delude” (Rm 5,5), il Papa scrive: “Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. La Parola di Dio ci aiuta a trovarne le Ragioni.”[1]

Cerchiamo allora di individuare, a partire dalla “Bolla di indizione”, alcune direzioni del cammino che il Papa ci invita a percorrere in quest’anno Santo, per “rianimare la speranza” attingendo alla Grazia di Dio:

  1. Lasciarci condurre dalla Parola di Dio

Per rianimare la speranza è indispensabile che in questo anno Santo si ponga ancora più attenzione affinché al cuore di tutto vi sia sempre l’incontro con il Signore nella Sua Parola, che è parola di speranza: nei pellegrinaggi, così come in tutte le altre pratiche giubilari, non ultima la celebrazione del Sacramento della Penitenza, dovranno essere abbondantemente presenti e curati l’ascolto, l’approfondimento e la meditazione della Parola di Dio.

Cogliamo l’opportunità di questo anno Santo anche per rendere sempre più concreto e ordinario quanto avevamo già colto come un primo “frutto del cammino sinodale”, ovvero “l’ascolto della Parola di Dio per ascoltare meglio le parole umane: […] porre l’ascolto della Parola di Dio all’inizio di tutti gli incontri comunitari […] Si tratta di iniziare ciascun incontro dedicando un po’ di tempo, almeno un quarto d’ora – o anche di più, in base al tempo disponibile o alla tipologia di gruppo – all’ascolto di un brano della Sacra Scrittura, un brevissimo silenzio di riflessione personale e un agile giro tra i presenti per condividere un pensiero o una preghiera nati da quanto ascoltato.”[2]

  1. Camminare ancorati alla Speranza

La vita cristiana è un cammino di gioia incontro al Signore, e il pellegrinaggio lo esprime bene. Sappiamo tutti che questo cammino non è esente da difficoltà e sofferenze, ma la speranza cristiana, fondata sulla fede e nutrita dalla carità, ci permette di andare avanti nella vita, con gioia.

Questa speranza, nella quale siamo stati salvati, ci apre anche all’orizzonte della vita eterna: “davanti alla morte, dove tutto sembra finire, si riceve la certezza che, grazie a Cristo, alla sua grazia che ci è stata comunicata nel Battesimo, «la vita non è tolta, ma trasformata» per sempre”[3]. E guardando alla vita eterna, con serietà e consapevolezza, non possiamo non disporci al giudizio di Dio, ma siamo comunque chiamati a farlo “nella dimensione della speranza, virtù teologale che sostiene la vita e permette di non cadere nella paura.”[4]

La grazia dell’indulgenza giubilare permette di scoprire e far scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio. Oltre ai peccati, cancellati col perdono dal Sacramento della Penitenza, l’indulgenza rimuove anche i residui, i segni, le conseguenze interiori che il peccato commesso ci ha lasciato. E a sua volta questa esperienza così piena di perdono non può che aprire il cuore e la mente a perdonare.

Sintetizziamo qui le disposizioni principali per poter ottenere e rendere effettiva, nell’anno Santo, la grazia dell’Indulgenza Giubilare, rimandando al documento predisposto dalla Penitenzieria Apostolica per tutti i dettagli specifici: https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2024/05/13/0392/00808.html

Al fine di conseguire pienissima Indulgenza, da potersi applicare alle anime del Purgatorio in forma di suffragio, è necessario:

– essere veramente pentiti, escludendo qualsiasi affetto al peccato, e mossi da spirito di carità

– essere stati purificati attraverso il sacramento della Penitenza

– essere stati ristorati con la Santa Comunione

– aver pregato secondo le intenzioni del Sommo Pontefice

– impegnarsi, in un tempo congruo, in almeno una delle seguenti pratiche:

    1. Sacro pellegrinaggio o pia visita verso un luogo sacro giubilare
    2. Opere di misericordia e di penitenza

Definiamo di seguito i luoghi da considerarsi a tutti gli effetti “luoghi sacri giubilari” sul territorio delle nostre diocesi:

  • Cattedrale Modena
  • Cattedrale Carpi
  • Abbazia di Nonantola
  • Duomo di Mirandola
  • Santuario Beata Vergine Ausiliatrice del popolo modenese
  • Santuario Beata Vergine Assunta
  • Santuario Beata Vergine del castello
  • Santuario Beata Vergine del Costolo
  • Santuario Beata Vergine del Ponte
  • Santuario Beata Vergine del Trogolino o della Vita
  • Santuario Beata Vergine di Monticello
  • Santuario Beata Vergine di Poggioraso
  • Santuario Vergine della Pace
  • Santuario Vergine della Salute
  • Santuario Beata Vergine delle Grazie o di Monserrat
  • Santuario Beata Vergine delle Grazie detta di S. Michele
  • Santuario Madonna del Murazzo
  • Santuario Madonna della Pieve
  • Santuario Madonna della Sassola
  • Santuario Madonna della Verrucchia
  • Santuario Madonna di San Clemente
  • Santuario di San Geminiano
  • Santuario Santa Maria degli Angeli a Obici
  • Santuario Madonna dei Ponticelli
  • Santuario Madonna dell’Aiuto Santa Croce
  • Cappelle dei cimiteri presenti in diocesi
  • Cappelle degli ospedali: Policlinico, Baggiovara, Pavullo, Vignola, Carpi, Mirandola
  • Cappelle presenti all’interno degli OSCO
  • Cappelle all’interno delle CRA e case del clero
  • Cappelle già presenti all’interno di strutture per disabili o malati
  • Cappella del carcere
  • Chiese presso monasteri di clausura
  1. Trasformare i Segni dei tempi in Segni di Speranza

Per riscoprire e risvegliare la Speranza, oltre ad attingerla nella Grazia di Dio, in questo anno Santo siamo chiamati anche a tradurla in segni concreti, guardando al tanto bene che c’è nel mondo e ai segni dei tempi che il Signore ci offre, trasformandoli in segni di speranza. Nella bolla di indizione Papa Franceso ci ha indicato alcuni ambiti in cui portare segni di speranza:

I. Pace

Anche nelle nostre diocesi ci si impegni nella costruzione della pace nel mondo. Non sembri fuori misura questo invito, anche dalle nostre città è possibile attivarsi per generare percorsi di pace. Non si dimentichi poi che questo non può nascere se non da un contesto in cui la pace la si costruisca anche nelle relazioni quotidiane, sia personali, che ecclesiali e sociali.

II. Una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere

Tante chiusure, tristezze, depressioni, acidità, insofferenze e conseguenti divisioni e violenze, sono il frutto amaro di uno sguardo triste e rassegnato verso la vita, povero di speranza.

L’anno Santo si caratterizzi, in ogni sua iniziativa, proprio per questo sguardo di speranza verso la vita, sotto ogni aspetto. Si abbia cura sempre di comunicare gioia ed entusiasmo e mai tristezza o pessimismo, e di immaginare con creatività azioni concrete che esprimano fiducia ed entusiasmo per la vita. Se non lo facessimo trasmetteremmo e vivremmo l’esatto contrario di ciò che il Giubileo e la speranza Cristiana ci donano.

III. Sostegno, vicinanza e opportunità per i fratelli e sorelle detenuti

Dare speranza alle persone detenute è un richiamo antico, che proviene dalla Parola di Dio e che Gesù stesso ha fatto suo. Oltre a provvedimenti legislativi ampi, più in piccolo questo può avvenire individuando iniziative che promuovano condizioni sempre più dignitose per chi è recluso, ma anche che moltiplichino i percorsi di recupero, reinserimento in comunità, lavoro. Non ultimo, anche l’accompagnamento umano e spirituale delle persone in carcere è fondamentale per dare speranza. Questa cura sia rivolta anche alle tante persone che professionalmente o come volontari opera con i detenuti, dentro e fuori dal carcere. È un compito tanto prezioso quanto oneroso, per cui non di rado la speranza passa in secondo piano. Un primo segno in tal senso, a cui confido ne seguiranno molti altri, è l’istituzione della cappella del carcere per quest’anno giubilare a “luogo sacro giubilare”.

IV. Ammalati e sofferenti

Portare cura, sostegno, sollievo e vicinanza alle persone ammalate e sofferenti, a casa, in ospedale o in strutture di cura e assistenza, oltre ad essere un’opera di misericordia è un’opera di speranza. E anche in questo caso, non dimentichiamo di sostenere concretamente nella speranza tutti coloro che quotidianamente svolgono questo impegnativo servizio, a partire dai famigliari fino agli operatori sociali e sanitari, mostrando loro anche sincera gratitudine.

V. Giovani

La cura della Chiesa per bambini, ragazzi e giovani si esprime certamente nei tanti oratori, nelle attività associative, le esperienze missionarie, le varie iniziative in ambito sociale, ambientale, nel servizio, nello sport, nella scuola, nell’università; quando ben vissuti sono tutti luoghi generativi di speranza, e per questo sempre più indispensabili, da coltivare, sostenere e sviluppare concretamente.

La speranza nei ragazzi e giovani poi matura anche se riescono a realizzare gesti concreti di cura e vedere orizzonti di miglioramento per le cose che a loro stanno a cuore: l’ambiente, la scuola, le relazioni comunitarie, la pace, la libertà, il riconoscimento delle differenze… e la recente settimana Sociale dei Cattolici Italiani lo ha confermato. Di questo siamo tutti insieme responsabili, giovani e adulti.

VI. Migranti

Non potranno mancare in quest’anno Santo i segni di speranza nei riguardi dei migranti. Adoperiamoci quindi perché anche nelle nostre comunità locali si superino pregiudizi e chiusure, che purtroppo in più occasioni danno seguito, anche nel linguaggio pubblico, ad atteggiamenti discriminatori e razzisti, e così l’accoglienza sia sempre più responsabilmente generosa.

VII. Anziani

Particolarmente bisognosi dell’annuncio di Speranza sono tanti anziani che spesso sperimentano abbandono e solitudine. In tante parrocchie, oltre ai sacerdoti, vi sono molte religiose/i e laici che si spendono in questo servizio. Questo segno di speranza possa ampliarsi sempre di più, in quantità e qualità, e là dove possibile si cerchi nell’anno santo di coinvolgere queste persone in momenti a carattere giubilare come pellegrinaggi o più semplici visite a luoghi sacri e opere di misericordia e penitenza. Per agevolare le tante persone impossibilitate a muoversi e dare un primo segno di speranza agli anziani nelle strutture e alle loro famiglie, sono istituite quali luoghi sacri giubilare tutte le cappelle presenti nelle strutture per anziani, comprese le case per il clero e le strutture per religiose o religiosi anziani.

Il Giubileo coincide con la fase profetica del cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia. Non dimentichiamoci allora di pregare in questo anno santo affinché tutti insieme siamo in grado di compiere e poi mettere in atto le scelte che lo Spirito ha voluto suscitare in questi anni di cammino.

Modena, 21 settembre 2024

+ Erio Castellucci

[1] Spes non confundit n. 1

[2] Ascoltare la Parola per ascoltare le parole, E. Castellucci, Gennaio 2023

[3] Spes non confundit n. 20

[4] Spes non confundit n. 22