Questa sera alle 21, il Centro Famiglia di Nazareth ospiterà un incontro con Giuseppe Savagnone, organizzato dall’ufficio di Pastorale sociale, dal titolo I cattolici e la politica.
Giuseppe Savagnone è un nome illustre del mondo cattolico italiano. Docente per 41 anni di storia e filosofia nei licei di Palermo, città nella quale è nato nel 1944, direttore dell’ufficio di Pastorale della cultura dell’arcidiocesi palermitana dal 1990, editorialista di Avvenire e del Giornale di Sicilia, collaboratore di numerose testate ecclesiali e autore di pubblicazioni e libri, da un anno ha una rubrica anche su Nostro Tempo.
Da alcuni mesi, grazie a un dibattito ospitato sulle colonne di Avvenire, nel quale è intervenuto anche l’arcivescovo Castellucci, ferve la discussione sul rapporto fra cattolici e politica. L’occasione è sorta dalle commemorazioni per il centenario dell’Appello ai liberi e forti di don Sturzo (1919), che segnò il superamento del Non expedit, la nascita del Partito popolare italiano e l’ingresso a pieno titolo dei cattolici nella vita nazionale, grazie anche all’introduzione del suffragio universale maschile.
A fronte dell’odierna irrilevanza politica del mondo cattolico, ci sono commentatori che ipotizzano – come peraltro avviene ciclicamente e, apparentemente, senza ricadute concrete – il ritorno a una forma di partito politico dei cattolici, oppure “tra cattolici”, secondo la formula del popolarismo, mentre altre autorevoli firme sostengono la necessità di una convergenza fra le tradizioni democratico– cristiana, liberale e socialista, nel nome dei valori comuni sanciti dall’Assemblea costituente nel 1948.
Il professor Savagnone svilupperà in particolare i temi legati alla fine del bipolarismo sorto negli anni ‘90, che sembra chiamare oggi i cattolici a riempire un vuoto e a fronteggiare la sfida del populismo in nome dei valori della Costituzione, la sfida religiosa (e non solo politica) del populismo e il primato della sfida culturale per quella che – se ci limitiamo a considerare i cattolici “praticanti” – è una minoranza nel Paese, ma, proprio per questo, ha l’opportunità di diventare «minoranza creativa» e di affrontare con maggiore libertà rispetto al passato le sfide dell’oggi per la costruzione di una società più giusta e più solidale.