Sono in tre, hanno ricevuto il mandato missionario nel corso della veglia, venerdì 21 ottobre, in Sant’Agostino, e a breve partiranno, due verso il Burkina Faso e una in Madagascar. Sono giovani e niente affatto sprovvedute, hanno già sperimentato la condivisione, si sono formate e ora comincia per loro un anno in cui si metteranno alla prova in un modo ancora più netto. Sono Teresa Maria Costantini, Alice Angeli ed Anna Messora.
Teresa ha 20 anni, è di Modena, parrocchia Sant’Agostino, e partirà il 15 novembre per il Burkina Faso, a Toma. Qui, insieme ad Alice ed alle suore di una congregazione locale, lavorerà nella ‘Casa della solidarietà e della speranza’, occupandosi di sicurezza alimentare ed assistenza sanitaria. ‘Ma prima di tutto ‘ ci dice ‘ il mio impegno sarà di stare con le persone e conoscere la loro realtà’. Don Carlo Nyamba, cappellano del nuovo ospedale, nato a Toma, è il tramite per la conoscenza dell’esperienza: con lui Teresa ha già trascorso in Burkina tre settimane l’anno scorso. ‘Proprio per questo legame, pensando ad un periodo lungo in Africa, ho scelto di tornare in Burkina. la mia famiglia condivide la mia scelta, lo stile con cui parto, le ragioni; non la considera una cosa straordinaria. Comunque li voglio ringraziare: io ho portato in casa uno tsunami e loro hanno accolto la mia scelta. Naturalmente ci sono le preoccupazioni, sanno però che questo non è un capriccio, ma fa parte di una cosa più grande, per questo si affidano e hanno il coraggio di lasciarmi andare’.
Teresa condivide ancora un pensiero con noi: ‘Il Burkina è un filtro attraverso cui la mia vita è passata, con sogni e desideri. Sono tornata desiderando la ricerca dell’essenziale, un senso per la mia vita, valorizzando ogni incontro ed ogni persona che mi è donata. Ho imparato là a non aver paura di conoscere persone nuove, a chiedere come si chiamano e a ringraziare: in questo modo ogni incontro diventa parte di me. Nell’incontro con le persone, cercherò di entrare in casa loro in punta di piedi’.
Alice Angeli ha 24 anni, è di Formigine e la prossima settimana si laureerà in Scienze della Formazione primaria. ‘Ho scelto di finire gli studi, prima di partire per un anno. Il pensiero era da tempo rivolto all’Africa: lo scorso anno ho trascorso tre mesi in Sierra Leone, un progetto della diocesi di Reggio Emilia, poi ho conosciuto il Centro Missionario modenese e ho accolto la proposta per il Burkina Faso’. Alice sarà impegnata a Toma, come Teresa. ‘E’ difficile conoscere l’Africa stando qui ‘ ci dice ‘ l’immagine che arriva è incompleta, non se ne parla che in casi estremi. I miei si aspettavano che partissi, anche se ora che la data si avvicina sono un po’ preoccupati. L’esperienza che ho scelto è completamente nuova per loro’.
La Sierra leone è stata per Alice un’esperienza forte: ‘In Africa lasci diverse cose, come il bisogno di avere sempre qualcosa da fare, e di farlo in fretta. Là ho imparato a fermarmi, per parlare con qualcuno o perché correvo troppo. Ho imparato ad essere libera di ascoltarmi, a scegliere con cura le cose che ho voglia di fare, a non rimpiangere quelle che non faccio’.
Anna Messora è la terza giovane in partenza: ha 23 anni, di Magreta, è fisioterapista e partirà il 3 novembre per il Madagascar. ‘La mia destinazione è il villaggio di Ambositra, nel sud ovest del paese, al Foyer fondato dai Servi della Chiesa di Reggio Emilia. Qui c’è un grande centro di riabilitazione, che accoglie numerose tipologie di malati, compresi gli amputati del centro protesi: in questo modo potrò mettere a disposizione anche le mie competenze professionali’.
Anna alloggerà nella casa dei volontari di Reggio Terzo Mondo: ‘Con l’associazione avevo partecipato ad un campo in Kosovo due anni fa, non conoscendo ancora e esperienze modenesi. Dopo un percorso di orientamento, è nata la proposta. In casa si parlava già di missioni, Madagascar e Case della carità e anche qui abiterò accanto ad una casa. Il desiderio di un anno di missione lo avevo da tempo, forse non completamente espresso, mi ha influenzato nel percorso di studi, ho cercato di imparare una cosa utile, anche nel mio piccolo. Anche i miei però sono un po’ preoccupati, soprattutto per la durata dell’esperienza’.
Anna condivide le riflessioni delle amiche sul senso dell’esperienza che si prepara a vivere: ‘mi hanno detto che sarò una ‘volontaria inutile’ anche se serve un po’ di soddisfazione in quello che si fa. Serve ‘essere’ più che ‘fare’, stare lì, condividere. Spero di essere il più aperta possibile alla condivisione ed all’ascolto’.
La loro risposta è corale quando si parla di dei giovani, degli amici e delle loro reazioni all’annuncio della partenza: ‘Qualcuno ha chiesto se siamo pagate, qualcun altro invece se siamo matte. A molti appare incomprensibile la rinuncia alle comodità ed ai beni materiali, incomprensibile dedicare a questo un tempo così lungo. Però poi nascono anche le domande vere, la voglia di altri di impegnarsi qui, anche se non partono, di fare cose belle per la propria vita e di non perdere tempo. Perché in fondo i giovani hanno bisogno di proposte credibili, di qualcuno che mostri loro come esprimere le proprie potenzialità’.
Adulti, se ci siete, battete un colpo!