L’ arcivescovo di Modena–Nonantola don Erio Castellucci ha chiuso il ciclo di serate, organizzate dall’associazione culturale il «Faro», sul tema delle sette, un tema dai molti volti: religiosità alternative, sette, spiritualismo. Il documento preparato dalla conferenza episcopale dell’Emilia Romagna nel 2013, trova il suo naturale completamento, con Evangelii Gaudium n.63: «La fede cattolica si trova davanti alla sfida della proliferazione di nuovi movimenti religiosi, alcuni tendenti al fondamentalismo altri che sembrano proporre una spiritualità senza Dio». Questo da un lato è il risultato di una relazione umana di fronte alla società materialista, edonista e consumistica, dall’altro un approfittare delle carenze di popolazioni che vivono nelle periferie e nella povertà che sopravvive cercando soluzioni immediate per le proprie necessità.
Come sottolineato da Castellucci, «occorre prendere sul serio la domanda del perché, di cosa c’è sotto la ricerca di queste forme di religiosità alternative: cioè la domanda sul senso della vita, per trovare un significato che vada oltre le cose materiali. Occorre formarci per presentare in modo sereno e motivato, le verità evangeliche e creare dei contesti sempre più solidi di accoglienza e di relazione perché spesso le persone non vanno alla ricerca di una dottrina ma di una relazione, se non la trovano nelle nostre comunità, o trovano burocrazia o freddezza vanno altrove. Infatti dai 200 nuovi movimenti alternativi nel giro di trent’anni si è passati ad oltre 830».
Tra questi, lo spiritualismo, che è ricerca di un rapporto diretto con il sacro senza specificare se si tratta di un divino personale o impersonale, mentre la spiritualità nel cristianesimo è il rapporto che si crea tra Dio e gli altri attraverso lo spirito (Galati 5.22). Il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, pazienza vissuti nella relazione, non estraendosi da essa. C’è poi l’esoterismo: forma elitaria di trasmissione delle dottrine attraverso un gruppo chiuso. Alcuni movimenti li diffondono attraverso conversazioni individuali come capitava nel mondo antico (Platone trasmetteva la sua dottrina in modo esoterico nelle cerchie ristrette degli studenti).
Da non dimenticare lo gnosticismo, dove conta solo ciò che si riesce a capire con la propria intelligenza che prescinde da ogni relazione con la carne. L’uomo è immaginato come un Dio imprigionato in se stesso, ingannato nella realtà illusoria. Nel romanzo Il Codice da Vinci viene promossa una tesi di fondo che presenta Gesù come uomo che deve essere divinizzato. Ma studiando le fonti è l’esatto contrario, in quanto la Chiesa (soprattutto nei primi tre secoli di vita ) era impegnata a difendere l’umanità di Gesù (la sua incarnazione). La salvezza in questo modo «rovesciato» non si ottiene attraverso la grazia, ma dipende da una conoscenza superiore, la «gnosi», ottenuta attraverso un percorso esperienziale di ricerca della verità da parte di una classe di persone che si ritengono illuminate e superiori rispetto a coloro che non la possiedono.
Infine il satanismo e il luciferismo meritano un’attenzione particolare. In queste trappole non si cade semplicemente credendo nell’esistenza del demonio – papa Francesco affronta spesso l’argomento del «divisore» – ma per curiosità o per superficialità. Gli esorcisti della Chiesa avvertono che la stragrande maggioranza delle situazioni non coinvolge l’azione del diavolo ma intercetta alcune fragilità psichiche che attivano reazioni da cui è difficile uscire. Ecco perché quasi tutte le diocesi preparano sacerdoti ed esorcisti per vigilare su questi fenomeni. Se molte persone si rivolgono a maghi e cartomanti o a movimenti alternativi è perché, spesso, non trovano nella comunità cristiana un contesto accogliente e persuasivo ed è bene che su questo tema la comunità cristiana si interroghi.
Anche nella Chiesa ci sono sette? Il fenomeno di un tradizionalismo marcato c’è sempre stato (ad esempio i lefebvriani). Oggi prende la forma di un assalto contro papa Francesco. Chi si pone contro il Papa e i vescovi, si mette in una forma di scisma, se non di eresia.