Sono partiti nelle scorse settimane i lavori per il piano di ampliamento della sede espositiva dei Musei del Duomo.
Il progetto, per un valore di oltre 800mila euro, si sviluppa presso la sede accanto alla Ghirlandina, il cui accesso è stato ridisegnato per offrire un servizio più efficace a visitatori e turisti nell’ambito della promozione e della valorizzazione del sito Unesco.
Installazioni multimediali e interattive, un nuovo laboratorio didattico attrezzato e una sala per mostre temporanee, sale tematiche dedicate alla storia del Duomo di Modena e dei suoi tesori costituiscono le principali novità del piano di intervento, sviluppato anche in collaborazione con il Coordinamento Sito Unesco del Museo civico di Modena, la cui realizzazione è stata rallentata dal fermo imposto dalla pandemia. La conclusione dei lavori è prevista quindi nel 2022.
A presentare l’importante intervento, nel corso di una conferenza stampa online che si è svolta sabato mattina, sono stati l’Arcivescovo di Modena-Nonantola, monsignor Erio Castellucci, il presidente della Fondazione di Modena, Paolo Cavicchioli, il presidente di Unicredit, Cesare Bisoni, e l’assessore alla Cultura del Comune di Modena, Andrea Bortolamasi.
«Può apparire strano che, ancora nel mezzo di una pandemia come quella che stiamo attraversando, con gli strascichi psicologici, economici e sociali che stiamo già tutti registrando, dedichiamo tempo e denaro all’ampliamento dei Musei del Duomo», ha commentato l’Arcivescovo. «Ma se ci pensiamo bene – ha proseguito – è tutt’altro che strano: la bellezza, l’arte e la cultura, che tanto stanno patendo in questo tempo, possono dare di nuovo vigore alle persone e, insieme alla fede dei nostri padri che ha dato origine alle meraviglie del Duomo e della Ghirlandina, costituiscono iniezioni di speranza, vaccini contro la tristezza e la rassegnazione. Senza dire, poi, che i fondi messi generosamente a disposizione dalle istituzioni bancarie e dall’Unesco andranno a beneficio dei lavoratori che realizzeranno l’ampliamento; un altro messaggio di speranza in un’epoca di crisi del lavoro. Duomo, Ghirlandina e Piazza Grande non sono reperti archeologici, sono vivi: questo Museo non si potrà mai paragonare a quelli delle civiltà antiche, sarà sempre l’album di una famiglia viva».
«La Fondazione di Modena ritiene strategico per la città investire sul rilancio e la riqualificazione di un sito riconosciuto come patrimonio mondiale dell’umanità – ha dichiarato Cavicchioli – Il rinnovamento e l’espansione dei locali dei Musei, che raccontano la storia della nostra cattedrale, invitano tutti a valorizzare questo straordinario monumento e i valori che esprime. In questo percorso, Unicredit e Fondazione hanno agito insieme, dimostrando ancora una volta la capacità di essere attenti al patrimonio storico e culturale di Modena».
«Con grande piacere – ha sottolineato Bisoni – abbiamo dato il nostro concreto contributo al progetto. Un’iniziativa che riteniamo di forte impatto, perché volta alla salvaguardia e alla valorizzazione di un bene che ha il cuore a Modena e un valore storico e culturale capace di travalicare qualsiasi confine territoriale. La sfida che abbiamo colto e portato avanti, ancora una volta in proficua sinergia con la Fondazione, è vicina al compimento. Non è solo una buona notizia, è un segnale di ripresa e ripartenza verso il futuro. Ed è la conferma del continuo impegno di UniCredit a sostegno del territorio e delle sue comunità».
«Anche con i Musei del Duomo, Modena valorizza la sua storia e la sua identità – ha aggiunto Bortolamasi – proiettandola nel futuro dal cuore del sito Unesco di piazza Grande, con Duomo e Ghirlandina patrimonio mondiale dell’umanità: il luogo che custodisce i valori civici e spirituali della nostra comunità. Con l’ampliamento dei Musei e nuovi linguaggi di comunicazione verranno offerte nuove opportunità di conoscenza del nostro patrimonio a cittadini, visitatori e turisti. Si aggiunge un tassello importante alla valorizzazione del sito Unesco, dopo il biglietto unico introdotto negli anni scorsi, sempre all’insegna della collaborazione tra istituzioni civili, religiose ed economiche, che ringrazio, e attraverso la cooperazione tra Musei, che ha visto impegnato anche il Museo civico».
Nuovi laboratori e percorsi multimediali
Come per i Musei delle grandi cattedrali italiane – Firenze, Milano, Pisa, Lucca – anche per i Musei del Duomo di Modena l’ampliamento degli spazi espositivi renderà possibile la realizzazione di nuovi allestimenti secondo le moderne tecniche di comunicazione. Un percorso multimediale potrà raccontare la storia del complesso monumentale riconosciuto dall’Unesco nel 1997, costituto dalla cattedrale romanica, dalla torre Ghirlandina e da Piazza Grande, e la sua interazione con la storia cittadina. L’ampliamento dei Musei del Duomo è stato possibile grazie a un protocollo d’intesa sottoscritto nel 2017 tra Comune di Modena e Ministero di Grazia e Giustizia, proprietario dell’edificio, che prevede il trasferimento in comodato della gestione della sede museale (quella attuale e i nuovi spazi di ampliamento) dall’amministrazione degli Archivi Notarili al Comune di Modena, in accordo con la Basilica Metropolitana, in superamento della precedente locazione. La convenzione prevede sia l’impegno all’ampliamento degli spazi museali sia la concessione in uso agli Archivi Notarili di un deposito di circa 600 metri quadri nell’area di piazza Manzoni. È nell’ambito di tale convenzione che, dunque, si è reso possibile l’allargamento degli spazi museali al piano soprastante il Museo del Tesoro, da anni inutilizzati. Il costo dell’intervento è di 700mila euro, finanziati da UniCredit per 500mila euro e dalla Fondazione di Modena per altri 200mila. A questi si aggiungono altri 140 mila euro, garantiti dalla legge 77 del 2006 sui siti Unesco e gestiti dal Coordinamento Unesco, che verranno destinati all’allestimento dei nuovi spazi e agli apparati multimediali dei Musei del Duomo.
«Questo progetto – ha spiegato l’architetto Elena Silvestri – restituisce la loro anima a locali che furono canoniche del Duomo e poi Seminario arcivescovile. La pandemia ci ha dato conferma che abbiamo bisogno di relazione, dunque di spazi progettati come questi, che creino relazioni».
«I Musei del Duomo – ha sottolineato la direttrice Giovanna Caselgrandi – nascono più di cento anni fa come emanazione della Cattedrale: la loro vita è in funzione della vita liturgica della Cattedrale, a servizio della città. Prima della pandemia eravamo passati da 3mila e 16mila visite all’anno, il mio augurio è di poter presto riprendere attività e laboratori».
«Sono veramente grato – ha concluso monsignor Luigi Biagini, arciprete maggiore del Capitolo Metropolitano – a tutti gli attori che hanno contribuito a questo progetto, capace di dare ulteriore valore ad un patrimonio inestimabile. La Cattedrale è il cuore della nostra vita ecclesiale e della città: tutto ciò che le sta attorno è nato proprio in funzione di questa sua centralità».