Le peripezie del dipinto del Guercino raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo, rubato dalla chiesa di San Vincenzo in corso Canalgrande nel 2014 e ritrovato in Marocco tre anni dopo, stanno per aver fine.
L’annuncio lo ha dato il procuratore capo Lucia Musti mercoledì, in una conferenza stampa accanto al sindaco Muzzarelli, a Simona Roversi, direttrice dell’Ufficio diocesano beni culturali, al tenente colonnello Stefano Nencioni e al maggiore Giuseppe De Gori, comandante del nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Bologna. Il prezioso dipinto fu commissionato al Guercino, il cui vero nome era Giovanni Francesco Barbieri (1591–1666), dal duca Francesco I, che lo pagò nel 1630. Dobbiamo immaginare che il sovrano estense fosse particolarmente legato alle opere dell’artista e affezionato alla sua persona, se, nel 1649, venuto a conoscenza della depressione che lo aveva colpito, provvide ad accoglierlo nel palazzo di Sassuolo per offrirgli un po’ di sollievo.
Il capolavoro del Guercino è un olio su tela, seriamente danneggiato dalle modalità del trasferimento clandestino in Marocco – arrotolato dentro un tappeto – che hanno comportato il parziale distacco dei pigmenti pittorici. Per questo è stato necessario un delicato intervento presso il prestigioso Istituto superiore per la Conservazione e il Restauro a Roma, appena terminato.
Il dipinto sarà esposto al Quirinale dal 3 maggio al 4 luglio, nella mostra organizzata in occasione del 50° anniversario dell’istituzione del Nucleo tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri, che si occupa in primis di opere d’arte trafugate e da proteggere.
Al termine della mostra è previsto il tanto atteso ritorno a Modena. Nella nostra città, il dipinto sarà esposto inizialmente presso la Galleria Estense per celebrare il «lieto fine» di una vicenda che poteva costare ai modenesi la perdita di una gemma del patrimonio storico–artistico della città. Poi, in tutta sicurezza, la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo, nata per essere una delle pale d’altare della splendida chiesa di San Vincenzo, tornerà nel luogo che l’ha custodita per quasi quattro secoli.
San Vincenzo necessiterà per questo di uno speciale rafforzamento dei sistemi di sicurezza, per il quale l’Arcidiocesi e il Comune hanno già chiesto alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena un apposito finanziamento. Un segnale incoraggiante per le chiese del centro storico, che, poco a poco, stanno tornando a vivere in questi mesi: dopo la riapertura di Sant’Agostino lo scorso autunno, si attende la fine dei lavori nella chiesa del Voto entro l’estate, mentre si dovrà attendere il 2020 per tornare ad ammirare San Domenico.