Dopo i martedì del Vescovo sulle orme del discepolo amato la quaresima dei giovani di Modena non poteva che culminare, sabato 24 marzo 2018, con un cammino. Un cammino di testimonianza e di gioia dalla Città dei Ragazzi alla chiesa di Gesù Redentore, con quasi novecento giovani provenienti da tutta la diocesi che hanno attraversato Modena. La parola d’ordine è stata “non temere”, un’esortazione che ritorna tante volte nella Bibbia e che era al centro del messaggio di Papa Francesco per la Gmg 2018 e del Vangelo scelto, quello dell’Annunciazione. E così già alla Cdr i giovani modenesi hanno potuto attraversare un percorso in cui riconoscere le paure del presente, scoprire come quelle paure abbiano da sempre una risposta nella Parola di Dio e affidarle al Signore.
Poi la partenza e il cammino fino a Gesù Redentore, dove don Erio ha potuto sviscerare in profondità cosa significhino paura e timore oggi e come affrontarli al meglio. «Nel nostro tempo – ha detto il Vescovo – temiamo soprattutto la solitudine. Del resto è così: ho visto persone superare insieme ostacoli grandissimi perché erano in comunità e altri annegare in un bicchier d’acqua per la paura di essere soli. Ma cos’è la paura? Il vocabolario dice “ansia, turbamento, angoscia di fronte a un pericolo”. Ma credo che possiamo fare della paura tre particolari rappresentazioni. La prima è quella di Phobos, divinità greca, figlio del dio della guerra e della dea della passione. Secondo gli antichi compariva soprattutto in battaglia, provocando l’angoscia fra i nemici. E in effetti, se ci pensiamo, ci sono uomini che vincono le loro paure facendo guerra agli altri, anche con una semplice offesa verbale. Il violento in realtà non è un forte ma un debole. La seconda raffigurazione che mi viene in mente – ha continuato don Erio – è uno dei due satelliti del pianeta Marte, chiamato appunto Fobos: un secondo modo che gli uomini hanno di affrontare la paura è infatti quello di rimanere legati ad altri, percorrere sempre le stesse orbite. È qualcosa che dà sicurezza, ma è una vittoria soltanto apparente perché quel tradizionalismo alla lunga finisce per bloccarci. Il terzo personaggio è Fobos, un supereroe dei fumetti che deve salvare il mondo dagli extra-terrestri. La sua arma segreta è la capacità di leggere il futuro, usa la sua astuzia per sconfiggere i nemici. E allo stesso modo con studio e intelligenza anche noi possiamo sconfiggere tante paure. Ma anche lo studio non sa rispondere a tutto, nessuna di queste tre rappresentazioni è sufficiente. La vera soluzione sta nelle parole che l’angelo rivolge a Maria: “il Signore è con te”. Non le dice “andrà tutto bene”, perché in effetti non sarà così e nemmeno “capirai tutto”, tante volte del resto nel Vangelo vediamo Maria turbata, che conserva le cose nel cuore senza capirle fino in fondo. Le dice solamente che Dio sarà sempre al suo fianco e non la abbandonerà mai».
Dopo le parole del Vescovo, la metafora del viaggio ha visto una realizzazione ancora più concreta: Giacomo Ricci, della parrocchia di Santa Teresa, ha infatti ricevuto dalle mani di don Erio il mandato missionario in vista della sua partenza per il Ciad dove, nella diocesi di Mongo, trascorrerà un anno in esperienza missionaria. «Con te c’è il Signore – ha detto monsignor Castellucci – e anche la tua Chiesa. Il Vangelo apra cammini di speranza e sia lievito per una civiltà dell’amore». È poi intervenuto fra Badie, viceparroco di Betlemme, che ha portato la testimonianza non facile dei cristiani in Terra Santa.
Il Ciad è stato protagonista di nuovo dopo la cena, quando alcuni ragazzi del Centro missionario diocesano hanno messo in scena lo spettacolo “Bressage”, parola intraducibile in italiano, che indica il mescolamento, la connessione profonda e fraterna tra cose e persone distanti e diverse. Sul palco hanno portato con canzoni, scene e racconti l’esperienza fatta da molti di loro la scorsa estate in Ciad. Un’esperienza di abbraccio che i mesi e le distanze non hanno cancellato.
Insomma è stata una Gmg di ponti, ponti di fraternità fra il Ciad e Modena e fra tutti i giovani modenesi per affermare ancora più forte, in questi tempi di solitudini e paure forti, che l’unica gioia sta nei legami profondi che sa regalare il Signore.