Domenica 15 novembre si celebra la IV Giornata Mondiale dei Poveri.
Celebrazione che, in un 2020 così difficile, porta a riscoprire il significato dietro l’aggettivo povero, che proviene dal latino «pauper» («poco») e descrive la condizione di chi non dispone di mezzi e risorse a sufficienza. Ebbene, in mezzo alla lunga notte segnata dalla pandemia ci siamo riscoperti tutti un po’ più poveri, fragili e carenti di risorse; ma alcuni rischiano di essere più vulnerabili ed esposti di fronte alle difficoltà: i disabili.
La loro esclusione è una delle malattie più ricorrenti all’interno della società della competizione, nella quale chi non aderisce a certi ritmi di produzione, di lavoro e di consumo viene lasciato indietro nella corsa contro il tempo e contro gli altri. Si rischia così di dimenticare il valore di ogni persona in quanto portatrice dell’immagine di un Dio vivente.
È pensando a loro che la Consulta diocesana delle opere caritative gestita dalla Caritas diocesana, alla quale aderiscono diverse realtà del territorio quali Progetto Insieme, Charitas Asp, Associazione Familiari Charitas, Acli, CoopAttiva, Associazione Porta Aperta, Csi, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e Masci, dedicherà questa giornata all’argomento «Disabilità e inclusione. Esperienze e buone prassi al tempo del Covid», in un incontro che si terrà alle 16 di domenica prossima – 15 novembre – e che conterà sulla partecipazione dell’Arcivescovo Erio Castellucci, del presidente di Asp Charitas Mauro Rebecchi e del referente pastorale per la disabilità Gabriele Benatti.
Durante l’incontro, che si potrà seguire sul canale YouTube «Arcidiocesi di Modena–Nonantola», verranno condivise esperienze di vicinanza, di rete e di scoperta di risorse oltre le fragilità. Esperienze generate dal desiderio di garantire «che ogni persona viva con dignità e abbia opportunità adeguate al suo sviluppo integrale» (FT 207). Esperienze che invitano anche noi a dare una risonanza concreta al passaggio «tendi la tua mano al povero» (cfr. Sir. 7,32) attraverso cui il Papa ci esorta a superare le barriere dell’indifferenza e a non «sentirci a posto quando un membro quando un membro della famiglia umana è relegato nelle retrovie e diventa un’ombra» ma ad ascoltare il grido silenzioso dei tanti poveri «per dare loro voce, per difenderli e solidarizzare con essi davanti a tanta ipocrisia e tante promesse disattese, e per invitarli a partecipare alla vita della comunità».