Santità non significa sottrarre ma moltiplicare, non è sostituire ciò che si è, ma far brillare la perla preziosa che portiamo dentro. Quella perla è il santo che c’è in noi e i giovani della diocesi di Modena-Nonantola si sono messi in cammino per Vicenza, proprio per scoprire quella santità che abita nel loro cuore. Tanti i ragazzi presenti: 330 da 20 parrocchie diverse, guidati dal vescovo Castellucci. Un modo originale di trascorrere la veglia di Tutti i santi, nella luce e nella tradizione della Chiesa.
Partenza alle 15.30 dalla Sacra Famiglia e arrivo a Vicenza intorno alle 18, dove la Pastorale giovanile vicentina ha preparato un’accoglienza di giochi e musiche per tutti. Poi la cena al sacco e l’inizio della veglia nella chiesa di Santa Caterina. «Se vogliamo usare l’immagine del Vangelo – ha spiegato Castellucci nella prima parte della sua riflessione – dentro di noi ci sono un tesoro o una perla preziosa. Come fare a scoprirli? C’è una parola magica per riuscirci, che indica un qualcosa di simile a ciò che fanno gli enzimi nel nostro corpo, indispensabili per formare e riparare i tessuti e favorire il metabolismo. È un enzima spirituale che attiva procedimenti positivi e favorisce la scoperta delle parti più belle di noi. Visto che gli enzimi di solito finiscono in “–asi”, potremmo chiamarla “gratuitasi”: è la gratuità che, attraverso diversi tipi di esperienze, fa uscire il meglio di noi».
E per capire cosa sono quelle esperienze non c’è niente di meglio che rileggere le vite di alcuni grandi santi. «Sant’Agostino – ha detto il vescovo, parlando del primo di questi – è vissuto circa quindici secoli fa e nella sua giovinezza ne ha combinate parecchie. Cercava il piacere in tutte le sue forme e non si faceva problemi a sfruttare l’altro. Poi ha scoperto il Vangelo ed è arrivato ad affermare “tardi ti ho amato, bellezza così antica e così nuova”. Dall’incontro con Dio la tensione verso il piacere non è stata mortificata, Dio ha preso quella tensione e l’ha trasformata in un dono gratuito. Non possiamo accontentarci di credere che Dio c’è, ma dobbiamo provare affetto, sentire che con la sua presenza la vita diventa più bella e più gioiosa».
I giovani, con in mano le fiaccole, sono poi partiti in processione verso il Santuario del Monte Berico. Prima però una tappa intermedia per parlare di un’altra grande santa: Teresa. «Fin da piccola Teresina racconta che voleva essere sempre al centro, dappertutto – ha detto il vescovo –. E anche il suo desiderio non è stato mortificato ma purificato, facendole scoprire la vocazione all’amore. È importante per tutti noi sperimentare la gratuità con il servizio alle persone svantaggiate. In quel modo sperimenteremo l’amore, che è l’unica cosa che conta».
Quindi la scalinata, l’ingresso nel santuario e un nuovo grande santo come protagonista: Francesco d’Assisi. «Francesco – ha spiegato Castellucci – doveva diventare un ricco mercante o un grande cavaliere. Eppure dentro di lui era nascosta anche la perla della santità. E quella perla è uscita nel momento in cui ha scoperto la gratuità, la grazia. Da ricco e potente si spoglia di tutto e arriva ad affermare “mio Dio e mio tutto”. È Dio la sua sola ricchezza. Se facciamo l’esperienza della gratuità nel dono di noi stessi, il Signore ci fa trovare la perla e diventeremo un grande dono per gli altri».
Al termine della veglia, il saluto del vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol e il ritorno negli alloggi per una notte passata in stile Gmg. Al risveglio, poco dopo le 6 del mattino, Vicenza era immersa in un grande temporale. Ma niente paura: i ragazzi, sotto l’acqua, hanno raggiunto la chiesa di Santa Corona per la Messa delle 9, illuminata dal Vangelo delle beatitudini. E il Vescovo ha voluto soffermarsi soprattutto sulla virtù della mitezza. «Quelle di Gesù sui miti sono parole forti – ha detto – soprattutto se osserviamo ciò che accade normalmente tra gli uomini. Ma se viviamo agitati e arroganti sprechiamo energie in lamenti inutili, e i primi a rimetterci siamo noi. Dentro di noi ci sono le fogne e le perle. Il modo migliore per sfogarsi è far uscire la parte più bella di noi: reagire con umile mitezza è la vera santità». Al termine della Messa il temporale era finito e i 330 giovani hanno potuto visitare la splendida città di Vicenza con alcune guide. Poi il pranzo, qualche gioco e il ritorno a Modena.