Martedì 15 giugno hanno preso il via le «Cene di Comunità» presso il Centro Papa Francesco di Modena.
L’iniziativa, promossa da Caritas diocesana insieme a Food for Soul, l’associazione non-profit fondata da Massimo Bottura e Lara Gilmore, ha l’obiettivo di promuovere una diversa condivisione del cibo: volontari e ospiti si siedono alla stessa tavola come persone, donne e uomini, e non come utenti e volontari.
Alla prima serata, nel rispetto delle norme anti-Covid, hanno partecipato 35 persone, famiglie e singoli conosciuti dalla Caritas, tra i quali alcuni nuclei familiari del quartiere Crocetta-San Lazzaro all’interno del progetto «Fiducia nella città». Grazie a Food for Soul, ai fornelli era presente lo chef bolognese Max Poggi, che ha offerto un menù preparato assieme a Catia Fois, coordinatrice dei laboratori alimentari della Caritas. Al termine della serata l’appassionato gelatiere Gianluca Degani, della gelateria Bloom, ci ha deliziati con una speciale armonia di sapori. Con l’obiettivo di contrastare e ridurre lo spreco alimentare, la maggior parte dei prodotti utilizzati provenivano da eccedenze alimentari fornite da Conad e frutta e verdura fresca sono state donate dal Mercato ortofrutticolo di Modena: entrambe queste realtà sostengono il progetto garantendo alimenti di qualità per la preparazione delle cene. Con il contributo di Food for Soul, le ricette proposte sono state ragionate e realizzate con l’obiettivo di valorizzare al meglio tutti i prodotti nella loro interezza, riducendo lo scarto con l’intento di raccontare e promuovere buone pratiche di recupero in cucina. Attraverso il progetto delle «Cene di Comunità», Caritas e Food for Soul desiderano promuovere l’inclusione sociale attraverso la creazione di legami e di nuove relazioni, la condivisione del cibo e una convivialità che siano occasione per costruire un autentico lessico comunitario, indispensabile soprattutto in questo momento di frammentazione sociale provocata dalla pandemia. Diverse sono state le testimonianze degli ospiti che ci hanno consegnato le loro emozioni: «Per la prima volta, dopo un anno e mezzo, è bello condividere una cena con le altre persone».
Il desiderio di questo progetto è anche quello di promuovere la partecipazione attiva, non solo dei cittadini volontari e di tutti i professionisti – produttori, aziende, chef, artigiani, artisti – che aderiscono al progetto e sostengono l’iniziativa, ma soprattutto dei nuclei familiari che quotidianamente incontriamo.
Le «Cene di Comunità» si propongono di attivare tutti i soggetti coinvolti per valorizzare le abilità individuali e allo stesso tempo rafforzare il senso di comunità. Per questo motivo alcuni appuntamenti verranno organizzati presso il «Laboratorio Crocetta» in modo da coinvolgere maggiormente le famiglie destinatarie degli interventi della Caritas diocesana e dei Servizi sociali, affinché possano sperimentarsi in una dimensione di reciprocità preparando loro stessi, insieme ai volontari, il menù delle serate e, attraverso il cibo, si promuova una cultura inclusiva nel rispetto delle differenze. Per rendere efficace il percorso di inclusione sociale che l’iniziativa si propone, i volontari si sono preparati all’interno di un itinerario di tre incontri formativi, l’ultimo dei quali ha visto la presenza di don Giuliano Gazzetti, vicario generale e della carità, che ci ha incoraggiati a coinvolgerci in questa esperienza non come gesto di beneficenza, alla ricerca di un riconoscimento pubblico, ma di viverla con un approccio di autentica carità ispirata al Vangelo. Un invito in piena continuità con l’ultimo messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale dei poveri 2021, che ci ricorda come «il nostro impegno non consiste esclusivamente in azioni o in programmi di promozione e assistenza; quello che lo Spirito mette in moto non è un eccesso di attivismo, ma prima di tutto un’attenzione rivolta all’altro considerandolo come un’unica cosa con sé stesso». Con questo desiderio vogliamo continuare il cammino di «Cene di Comunità», che si svolgeranno tutti i martedì e giovedì dei prossimi due mesi in un percorso duraturo di condivisione, perché dall’incontro e dalla conoscenza dell’altro possano nascere nuove progettualità creative a favore di tutta la comunità.