La tragicità della situazione attuale, caratterizzata dalla guerra in numerosi paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, genera in noi un atteggiamento non di rassegnazione, ma di impegno rinnovato e consapevole per la pace.
Da oltre dieci anni percorriamo, con l’aiuto del Signore, un cammino comune che ha fatto nascere tra noi una sincera amicizia e un desiderio profondo di conoscenza gli uni degli altri, nel rispetto reciproco e nella accettazione serena delle differenze di fede.
Mai il Cristianesimo e l’Islam sono stati per noi giustificazione di violenza o anche solo di diffidenza reciproca. Al contrario, la consapevolezza di svolgere la nostra vita sotto lo sguardo di Dio ci ha sorretto nel tentativo comune di offrire alla città di Modena una testimonianza di pace. Testimonianza sincera e quindi efficace, perché fatta non di parole o proclami, ma di comune amicizia e di stima vicendevole.
E’ proprio tale esperienza comune, arricchita anche dagli otto Convegni Diocesani e dai tanti momenti di incontro e condivisione, che ci induce a condannare come assurda la pretesa di alcuni che ritengono addirittura doveroso praticare la violenza in nome di Dio. Ciò è per noi una vera bestemmia.
Ci piace ricordare anzitutto alcuni tratti della Dichiarazione congiunta che, presentata ufficialmente nel Convegno Diocesano del 2009 sul tema della elemosina, ci ha guidato in tutti questi anni:
“Come cittadini e come credenti, ci impegniamo a fare nostri e a promuovere i valori che già sono fissati in modo autorevole dalla Costituzione italiana. (…)
Come credenti cristiani e musulmani, dichiariamo (…) di volere opporre un rifiuto assoluto ad ogni forma di violenza e di esclusione dell’altro, perché nella nostra città si diffonda una autentica ‘cultura di pace’ tra tutte le etnie e religioni”.
Queste parole risultano per noi ancora più vere oggi, mentre ricordiamo che tutte le più importanti autorità musulmane del mondo hanno fermamente condannato il cosiddetto “califfato irakeno” come assolutamente estraneo all’Islam. Così, fra gli altri, Fethullah Gulen, studioso e predicatore turco, e il presidente degli Ulema. Vogliamo qui riportare le importanti parole del Gran Muftì dell’Arabia Saudita, che il 19 agosto 2014 ha affermato:
“Lo Stato Islamico, l’ISIS, è il nemico numero 1 dell’islam: questi gruppi estremisti non fanno parte dell’Islam. Le idee estremiste, la militanza e il terrorismo, che rovinano la terra e distruggono tutto non sono l’Islam, ma sono il nemico dell’Islam; i musulmani ne sono le prime vittime”
Facciamo nostre le parole di Papa Francesco, che recentemente ha voluto visitare l’Albania, proprio per testimoniare come la convivenza pacifica tra cristiani e musulmani sia un dato di fatto inconfutabile:
“Nessuno pensi di potere farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e di sopraffazione! Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell’uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita e alla libertà religiosa di tutti!” (21 settembre 2014).
La violenza oggi diffusa in Medio Oriente sta cancellando la presenza delle Chiese dai luoghi dove ha avuto origine il cristianesimo.
D’altra parte, il conflitto in atto è anzitutto interno all’Islam e le prime vittime della guerra sono gli stessi musulmani, uomini, donne e bambini innocenti.
Dinanzi a tanto male, chiediamo al Signore di illuminarci sulle iniziative nuove che Egli ci chiede di svolgere per testimoniare il nostro impegno per la pace.
E chiediamo a tutti i cittadini di Modena, quale che sia la loro convinzione religiosa, di unirsi consapevolmente al nostro impegno, che è di natura anzitutto spirituale.
Solo il Signore della pace, infatti, può annientare il male della guerra, che ha nel diavolo la sua origine. Solo il Signore può imprimere una direzione nuova alla storia di tutto il nostro mondo.
Uniamoci dunque nella preghiera, costante e fiduciosa, per tutte le realtà del Medio Oriente: per la Siria quindi, la cui guerra dimenticata ha seminato altra violenza; per Gaza, dove perdura la prigionia della popolazione dopo l’assurda strage della scorsa estate; e per l’Iraq, chiedendo la fine del regime del terrore e una vera rappacificazione tra musulmani sunniti e sciiti, cristiani e uomini di altre fedi.
Crediamo fermamente che la preghiera ci aiuterà a non cedere alla rassegnazione. La preghiera infonderà in tutti noi uno slancio rinnovato, vigoroso e creativo, per continuare a elaborare insieme una cultura di pace. Tale è infatti la volontà di Dio, espressa nei libri sacri delle nostre due fedi:
“Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, siate in pace con tutti” (Rm 12, 17s.)
“Il profeta Mohammed disse: O Genti! Il vostro Dio è uno e il vostro antenato (Adamo) è uno. Un arabo non è migliore di un non arabo e un non arabo non è migliore di un arabo e una persona bianca non è migliore di una persona di colore e una persona di colore non è migliore di una persona bianca, tranne nella devozione”.
ARCIDIOCESI DI MODENA-NONANTOLA
Associazione “CASA DELLA SAGGEZZA,
MISERICORDIA E CONVIVENZA”
Associazione “MILAD”