L’incontro nazionale dei referenti diocesani del cammino sinodale in Italia, tenutosi a Roma il 18 e 19 marzo, si è aperto con l’intervento del segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo, che ha ricordato che il cammino sinodale che le diocesi stanno percorrendo, è un cammino alla presenza dello Spirito, senza il quale non ci potrà essere sinodo.
Lo Spirito è stato più volte invocato negli interventi dell’equipe nazionale del cammino sinodale, anche da parte di monsignor Valentino Bulgarelli, sottosegretario della Cei, membro del gruppo di coordinamento e segretario del cammino sinodale, il quale ha confermato che il cammino sinodale è «esperienza dello Spirito e nello Spirito».
È ancora lo Spirito che ha animato la sintesi, proposta dalla professoressa Giuseppina De Simone, degli incontri regionali con i referenti sinodali diocesani che si sono tenuti nel mese di febbraio, e che hanno evidenziato l’ampio coinvolgimento di persone, di aggregazioni laicali, della società civile e degli organi di comunicazione, che il cammino sinodale ha avuto nei singoli territori diocesani.
Dai cammini diocesani sono emerse fatiche, domande ma anche frutti. Tra le fatiche emergono quelle dei presbiteri disillusi e stanchi, poco propensi al cammino, ma che durante il percorso sono riusciti a superare le loro diffidenze per contribuire alla costruzione del cammino sinodale. Le domande più frequenti riguardano la difficoltà di approccio e di ascolto delle realtà al di fuori dell’esperienza ecclesiale e del rendere più visibile il cammino della Chiesa italiana sui media non cattolici. Qualche frutto di questi primi mesi di cammino si è intravisto e potuto cogliere, a partire dal metodo della conversazione spirituale proposto per i gruppi sinodali. La narrazione delle esperienze, di ciò che si vive e dell’incontro con le persone. L’attivazione di canali di ascolto che andranno mantenuti e sviluppati nel tempo post sinodo. Il coraggio di avere aperto le comunità in cui si vive per diventare “chiesa per tutti”. Non sono mancate nelle esperienze delle diocesi la fantasia e la creatività nelle proposte di cammino. Tutto questo operare delle diocesi ha fatto emergere il senso e il valore di un tempo donato a ciascuna delle persone incontrate e ascoltate.
L’incontro nazionale aveva come scopo principale dare indicazioni per la costruzione della sintesi diocesana del cammino sinodale. Padre Giacomo Costa, nell’illustrazione del percorso di costruzione della sintesi diocesana, ha evidenziato come questa debba raccogliere ed esprimere i frutti del processo sinodale in modo comprensibile a chi non ha partecipato. Allora anche la sintesi diventa un ascolto delle narrazioni personali e richiede, al di là di metodologie e criteri che ciascuna diocesi assumerà per la sintesi finale, una interpretazione alla luce della preghiera e dello Spirito. Dopo le indicazioni metodologiche, utili e necessarie per impostare il lavoro delle equipe sinodali diocesane, è toccato ai referenti presenti mettersi in ascolto di alcuni gruppi sinodali e provare a fare sintesi di quanto letto e ascoltato con il cuore.
L’esperienza è stata interessante e importante per riuscire a riportare nelle diocesi uno stile, che non è da esaminatori, ma fatto di cura, di attenzione e ricerca di parole chiave che emergeranno dalla lettura del vissuto dei gruppi sinodali. Le diocesi di Modena-Nonantola e Carpi hanno già cominciato a raccogliere quanto emerso dai gruppi sinodali e inizieranno a breve, dopo la definizione dei criteri e del metodo con il vescovo Erio Castellucci, la lettura dell’esperienza del cammino sinodale delle due realtà diocesane. Quanto verrà raccolto e inserito nella relazione finale sarà illustrato alle due diocesi dal Vescovo in una assemblea prevista per il 12 maggio. L’esperienza vissuta in questi due giorni ha fatto emergere quanto sia importante aprirsi all’ascolto per potere cogliere e accogliere nelle nostre comunità le sorprese e le ricchezze che si generano.
Francesca Cintori, Laura Lamma, Lorenzo Cuoghi, Simone Ghelfi