Storia

L’attuale circoscrizione ecclesiastica dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola è compresa nel territorio della Provincia di Modena, nella quale hanno sede anche la Diocesi di Carpi, parte della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e parte della Diocesi di Bologna. Ecclesiasticamente fa parte della Regione Pastorale dell’Emilia-Romagna ed è la Sede metropolitana della Provincia Ecclesiastica Emiliana.

Le origini della Chiesa modenese vengono fatte risalire alla predicazione di S. Apollinare di Ravenna (Patrono della Regione Emilia-Romagna), ma la sua costituzione come comunità cristiana può essere documentata soltanto a partire dal IV secolo. Probabilmente un primo vescovo, Cleto, è stato a capo della comunità cristiana di Modena subito dopo l’editto di Costantino (313).

Nel 350 si ha la certezza storica di un vescovo, Antonio, a cui successe S. Geminiano (Patrono dell’Arcidiocesi), contemporaneo di S. Ambrogio di Milano e che partecipò, come suffraganeo, al Concilio di Milano, nel 390. Nel 1148, da Papa Eugenio III, a causa dei continui contrasti con la vicina Abbazia di Nonantola, Modena fu privata della Sede episcopale e le sue parrocchie sottoposte alla giurisdizione dei vescovi limitrofi. Rappacificata con la Sede Apostolica, venne nuovamente riconosciuta nel 1154.

Dal 1150 fin verso la fine del 1500, venne amministrata (tramite vicari) da vescovi abitualmente non residenti poiché, allora, la residenza non era obbligatoria.

Di essi, il più celebre fu il Card. Giovanni Morone (o Moroni, 1564 -1571) un protagonista del Concilio di Trento.

Dipendente da Milano, la Diocesi, in seguito, divenne suffraganea di Ravenna e dal 1582 al 1855, della Metropolitana di Bologna.

Nel 1855, dal Pontefice Pio IX, la Sede di Modena venne elevata a Metropolitana, costituendosi così la Provincia Ecclesiastica Estense (poi Emiliana) e le vennero assegnate quali Sedi suffraganee le Diocesi di Reggio Emilia, Massa Carrara, Carpi e Guastalla e, nel 1902, l’Abbazia “Nullius” di Nonantola.

Nel 1926, la Diocesi di Massa Carrara venne aggregata alla Metropolitana di Pisa.

Nel 1976, con la nuova ristrutturazione, alla Provincia Ecclesiastica Emiliana (oltre le Diocesi di Reggio Emilia, Carpi e Guastalla), vennero aggregate le Diocesi di Piacenza, Fidenza e Parma.

L’Abbazia “Nullius” di Nonantola ha una interessante storia di vita religiosa e monastica nonché di centro culturale e sociale (ad es. la “Partecipanza Agraria” istituita dall’Abate Gottescalco nel 1058, primo nucleo di Comune rurale).

Fu fondata nel 752 da S. Anselmo, primo Abate, già duca del Friuli e cognato di Astolfo, re dei Longobardi, dal quale aveva avuto in assegnazione vasti territori di confine fra le zone dominate dai Longobardi e quella ancora sotto il governo bizantino (La “Romandiola”).

Fino al 1449 venne amministrata da Abati regolari. Dal 1449 al 1780, da Abati Commendatari, fra i quali i più celebri furono il Card. Giuliano Della Rovere (1484 -1503) poi Papa Giulio II e S. Carlo Borromeo (1560 -1566), fondatore del locale Seminario.

Nel 1769 venne soppressa dal Pontefice Clemente XIII. Alla definitiva partenza dei Monaci Cistercensi (1769) subentrati ai Monaci Benedettini, si costituì un Consorzio di sacerdoti, primo nucleo del Collegio Canonicale, definitivamente costituito nel 1929.

Ristabilita dal Papa Pio VII nel 1821, venne affidata in Commenda al Vescovo pro-tempore di Modena. Nel 1926, venne unita in perpetuo in forma “aeque principaliter” alla Metropolitana di Modena.

Nel 1986, con la nuova ristrutturazione delle Diocesi italiane, il territorio dell’Abbazia è stato unito al territorio dell’Arcidiocesi di Modena, costituendo un unico territorio ecclesiastico denominato “Arcidiocesi di Modena-Nonantola”.

All’Arcivescovo di Modena è stato conservato il titolo di “Abate”.

Con decreto arcivescovile del 24-11-1986, S. Silvestro I, Papa, già patrono dell’Abbazia, è stato dichiarato celeste Patrono dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, unitamente a S. Geminiano, Vescovo.

L’Arcidiocesi di Modena-Nonantola è stata eretta in Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto, con decreto del Sig. Ministro dell’Interno, in data 31 gennaio 1987 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Supplemento Straordinario – n. 55 del 7 marzo 1987.