A tre anni dal terremoto: lo stato dei lavori

 
 
A tre anni dal sisma che ha colpito la Bassa Modenese e altre aree limitrofe, insieme a Mario Guglielmo Ferrari, dell’ufficio Ricostruzione che la nostra diocesi ha attivato, facciamo il punto sul percorso di ricostruzione che si sta realizzando.
“Per quanto riguarda le strutture diocesane, chiese, opere parrocchiali, scuole materne, si è definita la necessità di 110 interventi, per un danno complessivo valutato dal Ministero in 121 milioni di euro. Il programma di ricostruzione della regione prevedeva tre piani per i lavori:  il primo, quello 2013/2014,  è quello ancora in vigore: in questo la diocesi ha inserito 50 interventi, per un totale di oltre 40 milioni di euro, dal finanziamento decretato   dal Commissario delegato per la ricostruzione.  Il primo anno è stato interamente dedicato alla messa in sicurezza salvaguardia dei beni danneggiati dal sisma, oggi è   in corso la ricostruzione”.
Un percorso molto lento, a detta dei più, specie per quanto riguarda abitazioni e spazi di lavoro; un percorso necessariamente articolato però, a garanzia della qualità dei lavori.
“L’iter per ogni intervento  – prosegue Ferrari – prevede la presentazione di progetti preliminari alla commissione congiunta Regione – Ministero dei beni artistici e culturali; dopo l’approvazione del progetto preliminare, si passa all’elaborazione del progetto esecutivo, che va anch’esso presentato alla Commissione. E solo all’approvazione del progetto esecutivo si possono iniziare i lavori”.
A distanza di tre anni, però, ci sono anche lavori ultimati o quasi: “Sono 9 gli interventi finiti, o che saranno terminati a breve: la parrocchiale di Bastiglia, il santuario di San Clemente, la chiesa del Seminario di Finale Emilia, il santuario degli Obici, sempre a Finale, la parrocchiale di Soliera, la Pieve di Nonantola, San Pietro e San Pio X a Modena, la parrocchiale di Ravarino. Nelle prossime settimane si aprirà il cantiere a San Lorenzo della Pioppa, entro il 2015 è previsto l’avvio dei lavori a Rivara e all’Abbazia di Nonantola”.
Per quanto riguarda gli altri lavori necessari, ci dice ancora Ferrari “Ad oggi sono stati presentati 35 progetti preliminari di cui è in corso m l’istruttoria. I tempi per la valutazione, da regolamento regionale, sarebbero di 30 giorni, ma vista la complessità dei progetti presentati e il numero elevato di   richieste sul territorio, inevitabilmente si allungano”.
In città però ci sono ancora edifici di culto chiusi per i danni subiti: “Le chiese di Modena di proprietà della diocesi colpite dal terremoto, grazi agli interventi di messa in sicurezza e pronto intervento sono tutte aperte al culto, in sicurezza, ad eccezione del Santuario della Madonna del Murazzo. Per le chiese danneggiate inoltre  siamo già in fase avanzata del progetto esecutivo: parliamo delle chiese di San Francesco, Duomo, San Domenico, San Giorgio, San Matteo, Santa Maria di Mugnano e San Bartolomeo. I lavori necessari nelle chiese di proprietà del comune, S. Biagio, S. Agostino e Tempio, sono in attesa di approvazione del progetto”.
Non possiamo dimenticare, in questo anniversario, che ai danni del terremoto si sono sommati quelli dell’alluvione del gennaio 2014. “In particolare, le chiese e gli edifici nei comuni di Bastiglia e Bomporto hanno subito danni: le due scuole materne sono state riaperte, per gli altri lavori sono già stati presentati i progetti”.
Nei mesi immediatamente successivi al sisma, per rispondere alle necessità delle comunità colpite, sono stati costruiti 9 Centri di comunità, grazie a Caritas italiana e ad altri contributi; si tratta di edifici per il culto, per fornire un’abitazione al sacerdote, una sede alla Caritas o all’asilo parrocchiale: i centri sono a Finale Emilia, Solara, San Prospero, Cavezzo, Stuffione di Ravarino, San Felice sul Panaro, Camurana di Medolla e Massa Finalese.
Nuove chiese provvisorie sono state costruite a Villafranca, Medolla e San Felice.
Dal momento che la diocesi è l’ente di riferimento per tutti i lavori necessari, è stata equiparata agli enti pubblici come centrale appaltante. Pertanto è stato istituito un Ufficio Ricostruzione post sisma, coordinato dal diacono Mimmo Ferrari; l’incaricato per la parte tecnica è l’ing. Federico Benatti, per la parte amministrativa operano l’ing. Osvaldo Cicogni e la dott. Manola Cottafava; il lavoro di segreteria è curato dalla dott. Laura Mazzi.