La preghiera silenziosa di nonno Egidio, l’immagine di se stesso riflessa dal calice, lo stupore sempre attuale nel momento della consacrazione. Sono queste le scintille che hanno acceso la vocazione di don Pietro Valdré, venticinquenne originario di Roncoscaglia, che sabato 1° giugno alle 18.30 nella Basilica abbaziale di Nonantola sarà ordinato sacerdote.
Una tappa importante per lui e una grande gioia per tutta Chiesa locale modenese, pronta a riunirsi nella concattedrale per la celebrazione presieduta dall’Arcivescovo Castellucci. A pochi giorni dall’ordinazione, sono diverse e contrastanti le emozioni in don Valdré, come spiega lui stesso: «In vista di sabato prossimo mi chiedo spesso se sono pronto e non so rispondermi. Non mi sento un prodotto finito, ma piuttosto un semilavorato. Sono davanti a un passaggio definitivo, che conosco solo in parte ed è un bene che sia così. Sono pronto a lasciarmi plasmare e sono curioso di capire quale sarà il mio futuro. Non so dove andrò e cosa sarò chiamato a fare, sarà sicuramente qualcosa di bello se mi lascerò guidare come ho fatto in questi anni e mi conforta vedere l’entusiasmo negli occhi di tanti sacerdoti, anche non più giovanissimi, la loro voglia di continuare a fare e mettersi a servizio».
Entrato in seminario nel 2013 subito dopo il liceo classico, don Valdré ha trascorso i primi due anni di servizio a San Faustino, poi altri tre a Formigine, parrocchia che lo ha accompagnato nei passaggi dei ministeri laicali: l’ammissione, il lettorato e l’accolitato. Nell’ultimo anno il ritorno nella “sua” Roncoscaglia e a Sestola: «Roncoscaglia per me è la parrocchia dell’origine e del rilancio – spiega il diacono transeunte –, perché quando ci sono tornato non ero più il chierichetto delle origini. In realtà, il Pietro chierichetto non è mai andato via del tutto: lo stupore durante la Messa di vedere il collegamento tra Cielo e terra, e l’enorme miracolo della consacrazione sono le stesse di allora. L’immagine che conservo dei miei primi anni di servizio a Messa è lo sguardo fisso sul calice, dove vedevo la mia immagine riflessa. Stando vicino all’altare anche in seguito lo sguardo sul calice l’ho sempre tenuto, mi sono visto crescere attraverso l’immagine che il calice mi riconsegnava. Poi è evidente che in tanti aspetti il chierichetto di allora è cambiato, però la passione e lo stupore sono sentimenti che sono rimasti».
Riavvolgendo il nastro dei ricordi, sono tante le persone che don Valdré vuole ringraziare: «Il primo a cui rivolgere il mio grazie è il Signore, per le occasioni che ha messo sulla mia strada e per le persone che mi ha fatto incontrare nel percorso. Un altro ringraziamento è per la mia famiglia, perché da subito mi hanno fatto capire quanto fosse importante una vita di fede, pur lasciandomi libero nella scelta. Un ringraziamento speciale è per mio nonno Egidio, perché è stato un grande esempio di aiuto riservato in parrocchia e di preghiera silenziosa in casa. Non scorderò mai l’immagine di lui che a bassa voce recita da solo il rosario sul letto e il suo pudore se qualcuno lo vedeva. “Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” si legge nel Vangelo di Matteo (Mt 6,6): questo episodio sintetizza la fede genuina di mio nonno. Devo ringraziare anche chi ha condiviso con me il percorso in Seminario, in primo luogo i superiori, don Sergio Casini e don Fabrizio Rinaldi prima, don Federico Pigoni e don Simone Bellisi poi, insieme al direttore spirituale don Paolo Sambri. Con loro voglio ringraziare anche i miei compagni, perché mi hanno saputo correggere in certi momenti e, si sa, una voce amica funziona di più che una di comando. Un ruolo prezioso, e quindi anche a loro va il mio grazie, lo hanno avuto le parrocchie dove ho fatto servizio: sia a San Faustino sia a Formigine ho trovato persone che mi hanno accolto e mi sono state vicine. A tutte queste persone – conclude don Valdré – devo la mia gratitudine: è anche per merito loro se non mi sono perso lungo il percorso, perché quando stavo per sbandare il Signore mi ha sempre messo sulla strada chi sapeva mettere nel mio cuore la domanda giusta».
Domenica 2 giugno, giorno successivo all’ordinazione presbiterale, don Pietro Valdrè celebrerà la sua prima Messa alle 11 nella chiesa di San Giovanni Battista a Roncoscaglia.