Caritas Italiana, dopo la pubblicazione del documento della Conferenza Episcopale con le indicazioni sull’accoglienza di profughi e rifugiati, sta raccogliendo, nelle diocesi italiane, le informazioni sul percorso che si sta compiendo. Nella nostra diocesi la scelta è quella di seguire gli orientamenti indicati nel Vademecum, promuovendo la forma prevista dal punto 4 del documento (“La diocesi non si impegna a gestire i luoghi di prima accoglienza né si pone come soggetto diretto nella gestione di esperienze di accoglienza migranti”) , favorendo tutte le possibili collaborazioni con i soggetti che sono direttamente deputati alla accoglienza: Prefetture, cooperative aggiudicatarie dei bandi, amministrazioni comunali, associazioni di volontariato.
Un campo di azione è quello legato all’accompagnamento delle parrocchie nell’accoglienza sul territorio, un percorso complesso e articolato, partito alcuni mesi fa e che sta consolidando la rete di accoglienza all’interno delle comunità cristiane.
Facendo un quadro sintetico sulla situazione ad oggi:
All’interno della struttura del centro di accoglienza diocesano di San Cataldo, gestito dalla Associazione “Porta Aperta ” sono stati presenti oltre una quarantina di profughi pakistani, in accordo con il Comune e la Prefettura.
Alcuni rifugiati sono stati ospitati in appartamenti messi a disposizione dalla associazione “Porta aperta”, in convenzione con la cooperativa Caleidos. Inoltre L’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero e le Opere Pie diocesane hanno messo a disposizione della Cooperativa Caleidos (che ha vinto alcuni bandi indetti dalla Prefettura di Modena per l’accoglienza profughi) 16 appartamenti in locazione a canone concordato.
Vi sono decine e decine di ragazzi minori o appena maggiorenni stranieri che frequentano gli oratori e i centri di aggregazione giovanile, svolgendo attività tipiche dell’oratorio.
Altri ragazzi frequentano i doposcuola della Fondazione S. Filippo Neri in convenzione con l’Associazione diocesana “Animatamente” e la cooperativa la “Porta bella”.
Altri ancora frequentano i “Net garage” convenzionati con l’associazione “Animatamente” e la cooperativa “La Porta bella”.
Vi sono poi ragazzi e giovani nei doposcuola nelle parrocchie e oratori diffusi sul territorio diocesano ed in particolare nei vicariati delle due pedemontane e nel vicariato della bassa modenese.
Nei centri d’ascolto delle parrocchie della diocesi si viene a contatto con profughi e migranti che chiedono di essere aiutati.
In questi centri si sono avviati anche corsi di alfabetizzazione, in particolare per le donne straniere.
Si è avviato anche un punto di alfabetizzazione all’interno “Centro famiglia di Nazareth”, luogo fulcro della pastorale diocesana.
Svolge una funzione di aiuto e prossimità il centro “Gruppo volontari Crocetta” collegato alla parrocchia cittadina di “Santa Caterina”.
Un’esperienza significativa risulta quella della parrocchia di S. Agostino che accoglie quotidianamente stranieri con annesso servizio di pranzi per persone appunto straniere bisognose e senza fissa dimora.
Si sta sperimentando l’esperienza dei pranzi con i poveri e gli stranieri anche all’interno del Seminario metropolitano della diocesi.
Alcune parrocchie svolgono accoglienza di stranieri e profughi senza fissa dimora in accordo con il Comune di Modena durante il periodo invernale dell’emergenza freddo.
Certo tanto manca ancora e siamo consapevoli che le comunità cristiane compiono piccoli segni di prossimità; tuttavia è proprio il valore della comunità che si lascia interpellare dalle persone e accetta di farsi prossima che vorremmo consolidare, quale testimonianza visibile del modo in cui Cristo assume il volto degli ultimi.