Lo scorso 23 febbraio si è concluso il corso base per volontari dei centri d’ascolto parrocchiali dei vicariati cittadini; tre serate molto partecipate (quasi una quarantina i partecipanti) che hanno consentito all’Ufficio diocesano di offrire alcuni strumenti di base per realizzare nella quotidianità l’idea di una fraternità sperimentata e testimoniata attraverso i Centri d’ascolto.
Tra i destinatari sia parrocchie che hanno sentito l’esigenza di avere maggiori strumenti per un lavoro di rete tra parrocchie e con il territorio e operatori pastorali che si sono avvicinati a realtà di Caritas Parrocchiali già avviate ma che desideravano costruire insieme una sorta di “lessico della carità” comune.
Le serate, realizzate presso la parrocchia di Gesù Redentore, hanno consentito di svolgere un piccolo itinerario che ha chiarito identità e funzioni del Centro d’ascolto parrocchiale. Il Centro d’ascolto è un segno attraverso il quale la comunità cristiana rende visibile l’attenzione e la sollecitudine per i poveri. Le funzioni del centro d’ascolto sono l’accoglienza e l’ascolto, l’orientamento e l’accompagnamento che si realizzano attraverso modalità operative che comprendono il lavorare in équipe e per progetti facendo propria la logica del lavoro in rete.
Una serata è stata dedicata alla rete possibile da “tessere” con le realtà del territorio, allargando i propri orizzonti alla “comunità civile”, dialogando costruttivamente con i servizi. Il centro d’ascolto guarda alle altre realtà del territorio , pensandosi come una delle risorse, che realizza i suoi obiettivi nella misura in cui si pone in rete con le altre. Questo implica conoscenza e lavoro insieme. Operatori dei Servizi sociali e del centro stranieri hanno fatto conoscere quali sono gli obiettivi dei loro servizi e quali le modalità operative.
Infine l’ultima serata è arrivata a chiarire cosa significhi costruire nel colloquio che si realizza in un centro d’ascolto una relazione d’aiuto, in una logica pastorale e non professionale o di segretariato sociale.
Il percorso, arricchito nella serata di lunedì 16 febbraio dal saluto del direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, presente nel territorio modenese per la delegazione regionale della Caritas Emilia Romagna, ha consentito all’ufficio diocesano di offrire qualche strumento utile in più alle persone che svolgono un servizio presso le loro comunità, ma anche di cogliere la ricchezza e la generosità delle realtà parrocchiali che hanno potuto conoscersi e stringere legami.