Il 24 novembre, nella Solennità di Cristo Re dell’Universo, si celebra la Giornata diocesana del Seminario. Durante la Messa Vespertina delle Vigilia, sabato 23 novembre alle ore 18 in Cattedrale, sette seminaristi compiono un passo importante nel cammino che li condurrà al sacerdozio, davanti all’arcivescovo mons. Lanfranchi ed alla comunità diocesana.
Saranno ammessi tra i candidati al presbiterato Simone Cornia e Federico Ottani, della parrocchia cittadina di Santa Teresa. Sarà conferito il ministero del lettorato ad Andrea Ballarin, di Bomporto, Claudio Milioli, di Vignola, e Federico Manicardi, di Spezzano. Riceveranno il ministero dell’accolitato Marco Bonfatti, di Formigine, e Paolo Monzani della parrocchia cittadina del Tempio.
Arde il nostro cuore
Non ardeva forse il nostro cuore quando il Signore già camminava al nostro fianco lungo le vie più e più volte battute intorno alla parrocchia di santa Teresa?
Non ardeva forse il nostro cuore quando il Signore ci spiegava le Scritture e i nostri occhi contemplavano la bellezza delle vette di montagna?
Non ardeva forse il nostro cuore quando, intorno all’altare, il Signore spezzava il pane per noi?
È stato così, col cuore pieno di gioia, nella certezza di aver incontrato il Risorto, che siamo partiti senza indugio: non più verso Emmaus, ma verso Gerusalemme.
Siamo giunti nel cenacolo, luogo di preghiera, condivisione e studio coi confratelli seminaristi, in preparazione al giorno in cui lo Spirito Santo scenderà su di noi e ci renderà ‘testimoni fino agli estremi confini della terra’.
Fin d’ora gioiamo in attesa dell’ordinazione sacerdotale, ringraziando il Signore perché, oltre la nebbia della Bassa e la neve della Montagna, ci ha donato di conoscere le comunità di San Felice e Montefiorino e ora ci dona di essere ammessi insieme agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato.
Con tutto questo nel cuore, che continua ad ardere per l’amore del Signore per noi, ‘protesi verso ciò che ci sta di fronte, corriamo verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù’ perché meta di ogni vocazione è la comunione dei santi nella Gerusalemme celeste.
Affidiamo la nostra vita a Maria e chiediamo al Signore, per intercessione del beato Rolando Rivi, di poter essere, da sacerdoti, testimoni della sua misericordia davanti a tutti gli uomini!
Federico e Simone
A viso scoperto
Se guardate la foto, senz’altro vi accorgerete che siamo gli stessi dell’anno scorso.
Ad un anno di distanza dall’ammissione vogliamo condividere con voi un piccolo tratto di strada. L’anno appena trascorso è stato ricco di esperienze belle e brutte che ci hanno fatto conoscere sempre meglio il volto di Dio, che è Padre: abbiamo vissuto con trepidazione la sfida che ha comportato il cambio di parrocchia, dalle nostre di origine siamo passati alle nuove di servizio; la comunità del seminario è profondamente cambiata, alcuni amici di sempre sono usciti e nuovi hanno iniziato il percorso di vita comune; e noi, rimasti con la voglia di continuare il nostro discernimento, ci siamo presi anche quest’anno due giorni di ritiro per prepararci alle novità di un nuovo anno, che porta con sé anche un nuovo passo per diventare preti, che per noi è il ministero del lettorato.
Questo ministero che porta con sé il compito di proclamare la Parola di Dio all’interno delle comunità a cui siamo affidati non solo ci affascina, ma anche ci spaventa e già adesso ci sta insegnando molto.
La Parola di Dio prima che proclamata chiede di essere ascoltata e accolta in ogni uomo, è Gesù che si fa prossimo a noi, per ricordarci che siamo tutti fratelli. Egli ci incontra sia nelle pagine della Bibbia sia nelle parole consegnateci dagli amici e dai compagni di viaggio. La sua Parola seminata nella quotidianità delle nostre esistenze può essere raccolta e custodita nel silenzio per portare, in noi e negli altri, frutti di vita buona.
In questo modo lo Spirito di Dio non si stanca di plasmare un cuore capace di autentica condivisione, rendendoci attenti alle necessità di chi ci sta intorno, per alimentare il desiderio di essere trasformati ad immagine del Verbo fatto carne.
‘E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore‘ (2Cor 3,18).
Andrea, Claudio e Federico
E’ Cristo che ama in me
Dopo la tappa del lettorato, dove siamo stati chiamati a vivere sempre più in intimità ed in dialogo con la Parola Dio, oggi nel nostro percorso ci viene presentato il ministero dell’accolitato.
Nel rito dell’istituzione si legge: ‘Per il fatto di partecipare con i vostri fratelli all’unico pane, formate con essi un unico corpo. Amate di amore sincero il corpo mistico del Cristo, che è il popolo di Dio, soprattutto i poveri e gli infermi. Attuerete così il comandamento nuovo che Gesù diede agli apostoli nell’ultima cena: Amatevi l’un l’altro, come io ho amato voi’. In queste righe è contenuto il cammino cristiano di tutta una vita, ma in particolare si è chiamati a vivere il comandamento dell’amore unendo l’amore ricevuto da Dio nell’eucaristia all’amore dei fratelli.
‘Partecipare con i vostri fratelli all’unico pane’
Come nutrirsi di un unico cibo fa condividere la medesima sorte, così nutrirsi dell’amore dell’unico Padre ci rende tutti fratelli. Il dono della vita di Gesù, vita spezzata e data per noi, è l’amore del Padre che non si risparmia per farci vivere; Lui è la fonte della vita, il vero cibo che ci fa vivere: al di là di tanti piccoli desideri che ci fanno muovere, ciò che cerchiamo è di essere amati, amati di un amore infinito, l’amore di Dio. Nutrendoci di questo amore siamo chiamati a cambiare il nostro sguardo verso gli altri, vedendo in ciascuno ‘ al di là di limiti e pregi ‘ un figlio amato da Dio.
‘Amate di amore sincero il corpo mistico del Cristo, che è il popolo di Dio’
‘Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto’ [1Gc 4, 20]. La misura di quanto ci si lasci amare da Dio è quanto si ha a cuore i fratelli che Dio ci mette accanto: non è mai facile amare i fratelli, soprattutto quelli che più ci risultano scomodi. Tuttavia è la logica stessa di questo amore sovrabbondante che ci viene donato a spingerci fuori da noi stessi, a uscire da un nostro ‘appagamento’ per farci carico in profondità degli altri e per cercare insieme la tracce del Dio della vita.
Spesso sperimentiamo come sia difficile o impossibile risolvere i problemi dell’altro, ma a noi Dio chiede ‘solo’ di farci prossimi e camminare insieme; il seminario è una vera palestra dell’amore ricevuto e donato, quando i confratelli si fanno accanto, bussano alla porta quando c’è qualche difficoltà, sostengono nei momenti più difficili, danno una mano come possono per alleggerire un po’ il peso delle difficoltà e rendere tangibile l’amore di Dio.
‘Come io ho amato voi’
Se amare fosse un nostro sforzo potremmo adagiarci dicendo ‘io riesco ad amare così, non posso di più’, oppure desistere di fronte a un impegno personale che ci risulta troppo grande. Invece la logica del Signore è inversa: lasciati amare, lasciati riempire da tutto l’amore che io ho messo intorno a te, in tutti i doni che ogni giorno ti faccio, attraverso tutte le persone che ti ho posto accanto. Se si è attenti nel riconoscere il Suo amore nelle piccole cose di ogni giorno (persone ed eventi), se si sviluppa questo sguardo contemplativo che sa riconoscere in ogni piccolo amore un frammento del Suo amore, se ci si lascia amare in tutti i piccoli momenti della giornata, allora diventa sempre un po’ più facile riuscire ad amare.
Amare è una meta alta, e più si cammina più si capisce che è sempre più in là: accedere a questo ministero, rinnovato ogni giorno nella Messa, significa accogliere l’amore del Signore, totale e gratuito, per poi impegnarsi a rendere vero ciò che ci è stato donato. Ecco allora che si è chiamati a essere uomini di ringraziamento e comunione, sapienti nella liturgia (ossia capaci di gustare l’incontro con Dio), fedeli adoratori, attenti alle membra più deboli e malate, e far sì che tutta la vita diventi eucaristica.
Ci apprestiamo allora a ricevere questo ministero con timore e trepidazione, col desiderio di poter dire: “non sono più io che amo, ma è Cristo che ama in me” (cfr Gal 2, 20).
Marco e Paolo
PREGHIERA PER IL SEMINARIO
Padre Santo,
come Gesù ci ha insegnato,
con fiducia ti chiediamo:
“Manda operai nella tua messe”.
La nostra Chiesa è in attesa
di Pastori santi e santificatori.
Rendi le nostre famiglie
generose nell’accogliere la vita,
capaci di educare alla fede,
disponibili ad accompagnare i figli
nella risposta alla tua chiamata.
Fa’ che le nostre parrocchie siano comunità vive
dove ogni vocazione è aiutata a maturare.
Tu che hai attuato in Maria
un disegno meraviglioso di grazia,
sul suo esempio di risposta pronta e generosa,
apri il cuore di molti giovani
ad accogliere il tuo dono.
Manda il tuo Santo Spirito sul nostro Seminario,
perché sia luogo di esperienza profonda
di incontro con Cristo
e assolva il suo compito
di verificare la chiamata
e di preparare Sacerdoti santi.
Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Amen.