Rientrano tra le iniziative proposte dalla Chiesa modenese per l’Anno della fede indetto da Benedetto XVI e nella ricorrenza del 50° anniversario del Concilio Vaticano II le quattro conferenze organizzate a partire dallo scorso 7 novembre al Forum Monzani di Modena.
Al centro del percorso proposto dall’arcidiocesi a tutti i modenesi con il titolo Il Concilio Vaticano II ‘grazia e bussola della Chiesa’, dono per tutti, sono i principali documenti prodotti dal Concilio: le Costituzioni Sacrosanctum Concilium sulla liturgia, Lumen Gentium sulla Chiesa, Dei Verbum sulla Parola di Dio e Gaudium et Spes sui rapporti della Chiesa con il mondo contemporaneo.
Il primo appuntamento si è svolto mercoledì 7 novembre alle ore 20.45 ‘Lumen Gentium, la luce di cristo splende sulla Chiesa per illuminare tutti gli uomini‘, presentata dal vescovo di Novara mons. Franco Giulio Brambilla. Giovedì 29 novembre: Giuseppe Savagnone, membro della commissione che segue il Progetto culturale della Cei, ha illustrato l’ultima delle quattro Costituzioni, la ‘Gaudium et Spes. I cristiani nella compagnia degli uomini’. Gli altri due appuntamenti sono fissati per il prossimo anno: lunedì 18 febbraio la Costituzione Sacrosanctum Concilium sarà presentata da mons. Felice di Molfetta, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, mentre la conferenza su Dei Verbum concluderà lunedì 29 aprile il ciclo di incontri sul Concilio e vedrà a Modena mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia.
‘Benedetto XVI ‘ afferma mons. Antonio Lanfranchi negli Orientamenti pastorali 2012-2013 – ci riconsegna i Documenti del Vaticano II perché vengano conosciuti e assimilati come testi qualificati e normativi del Magistero. Rimarco ‘ aggiunge l’arcivescovo riferendosi al Vaticano II – le parole dell’allora mons. Karol Wojtyla: il Concilio ha definito la forma di fede rispondente all’esistenza del cristiano oggi. Per questo ‘ conclude mons. Lanfranchi – una particolare attenzione mi auguro abbiano le conferenze sulle quattro Costituzioni fondamentali da parte dei credenti ma, oso sperare, anche da parte di chi non crede, recuperando quell’amore all’uomo, ad ogni uomo, che ha pervaso tutto il Concilio e con cui si è concluso, aprendosi a tutto il mondo con i messaggi inviati al mondo, ai governi, agli uomini di pensiero e di scienza, agli artisti, alle donne, ai lavoratori, ai poveri, agli ammalati, a coloro che soffrono e infine ai giovani’.
Ed è proprio nello spirito conciliare di apertura al mondo che la Chiesa modenese riporta l’attenzione sul Vaticano II rivolgendosi non solo ai cristiani modenesi ma anche a tutti coloro che, indipendentemente dalle loro convinzioni religiose, intendono approfondire il messaggio dell’assise conciliare convocata da papa Giovanni XXIII nell’ottobre del 1962 e conclusa da Paolo VI nel dicembre del 1965. E’ lo spirito del Concilio che l’arcivescovo, nell’omelia di apertura dell’Anno della fede lo scorso 11 ottobre in Duomo aveva richiamato indicandolo con le ‘calde parole di Paolo VI, nel discorso di chiusura dell’ultima sessione il 7 dicembre 1965. La Chiesa del Concilio, sì, si è occupata, oltre che di se stessa e del rapporto che a Dio la unisce, dell’uomo quale in realtà si presenta: l’uomo vivo, l’uomo tutto occupato di sé, l’uomo che si fa non soltanto centro di ogni interesse, ma osa dirsi principio e ragione d’ogni realtà. E ancora: Tutta la ricchezza dottrinale è rivolta in questa direzione: servire l’uomo. L’uomo, diciamo, in ogni sua condizione, in ogni sua infermità, in ogni sua necessità‘.
L’audio della conferenza di Guseppe Savagnone sarà on line da lunedì prossimo