Lo scorso 25 settembre mons. Lanfranchi ha ordinato in cattedrale Paolo Biolchini, che si prepara al sacerdozio, insieme a Paolo Buldrini, Giancarlo Cerri, Luigi De Salvatore, Andrea Frascaroli, Stefano Guerzoni, Giuseppe Mililli e Carlo Tinti diaconi permanenti.
Conosciamo meglio la loro storia. L’omelia di mons. Lanfranchi è allegata alla pagina
Paolo Biolchini
«Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri». 1Gv 4,11
Il tempo passa davvero in fretta. Sono già trascorsi cinque anni dal mio ingresso in seminario, e ora mi accingo ad iniziare l’ultimo, quello che mi condurrà al sacerdozio. Il diacono è chiamato a servire come Gesù ha servito, a lavare i piedi agli uomini come Gesù ha fatto. Soprattutto, però, è chiamato ad amare come Gesù ha amato: senza tirarsi mai indietro, senza chiedersi a quale destino lo porterà tale condotta di vita… E’ un amore che non teme neppure di morire per gli altri, di lasciarsi uccidere dagli altri e per gli altri. E’ umanamente possibile tutto ciò? Quantomeno non posso nascondere che ciò faccia un po’ paura. Ce la farò? Sicuramente no, se confiderò solo sulle mie forze. Questo è un insegnamento, di certo un po’ banale ma comunque fondamentale, che ho colto in questi anni di cammino. All’inizio del seminario mi dicevo «Voglio perfezionare la mia vita in modo da essere un bravo prete!», ma con gli anni mi sono accorto che lo stato di uomo perfetto, che mi ero proposto come meta, è impossibile da raggiungere. Allora devo concludere che se non sarò mai un uomo perfetto non sarò mai un bravo prete?
Che sciocchezza! Infatti ho capito che la vita perfetta chiesta da Dio non è quella priva di peccati o di errori, ma quella intessuta dalla permanente consapevolezza di non poter far nulla di buono senza di Lui, di dipendere solo da Lui. In questi anni Dio mi ha mostrato di esserci sempre, di aiutarmi nei momenti più difficoltosi, di gioire con me, di tendermi la mano ad ogni caduta. La sua continua presenza nella mia vita mi ha sempre generato una serenità di fondo che, ne sono certo, mi accompagnerà per tutta la vita. «Io sarò con te» (Es 3,12) dice Dio a Mosè prima di inviarlo al faraone a compiere una missione quasi impossibile; «Io sarò con te» ripete Dio quotidianamente a tutti e a me, anche in questi ultimi giorni di preparazione. «Io sarò con te, e tu, camminando sempre ma senza fretta, contemplandomi Crocifisso ogni giorno, riuscirai ad amare come me». Ecco, con questa certezza mi lancio con gioia nel nuovo ministero sempre confidando nella grazia del Sacramento, nella misericordia di Dio e nella preghiera della Chiesa.
Paolo Biolchini – Monteobizzo
Paolo Buldrini
‘Abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita’ (Salmo 26)
Sono originario di Cavezzo, dove ho ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana e dove ho vissuto i primi nove anni della mia vita in una famiglia che ha senz’altro favorito la mia formazione ai valori umani e cristiani. Dopo il trasferimento a San Felice ho avuto la fortuna, giovanissimo, grazie anche all’incontro con bravi sacerdoti, come mons. Paltrinieri, don Franco Nicolini, don Angelo Cocca, don Walter Tardini, di entrare in contatto con l’ambiente parrocchiale. Qui ho incontrato l’Azione Cattolica che mi ha dato una solida formazione di base educandomi ai grandi valori della vita e della fede, al rispetto verso gli altri, alla condivisione. Erano i tempi della grande riforma del Concilio Vaticano II in cui si acquisiva una diversa coscienza di Chiesa, non più società perfetta, ma comunità di credenti in cammino verso il Regno del Padre: l’impegno nella liturgia, per me ‘fonte e culmine di tutta la vita ecclesiale’, mi ha molto aiutato a formarmi in questa nuova concezione di Chiesa. Poi, alla fine degli anni ’60, l’incontro e la collaborazione trentennale con l’arciprete mons. Antonio Giusti, indimenticato maestro di vita per me e per tanti sanfeliciani. Ricordo con affetto anche i diversi cappellani che si sono succeduti in questo lungo periodo. Infine l’avvio ai ministeri, proposti dal nostro attuale parroco don Giorgio Palmieri: ministro straordinario della comunione eucaristica, poi la Scuola diocesana di Teologia, nel 2006 l’accolitato e la candidatura al diaconato permanente, il lettorato nel maggio dello scorso anno. Sto vivendo questi pochi giorni che mi separano dall’ordinazione diaconale, con una certa trepidazione, ma anche con serena e gioiosa fiducia perché confido molto nell’aiuto del Signore e nell’ imposizione delle mani del vescovo. Con la protezione della Ss. Trinità, spero di essere degno di questa chiamata del Signore. La Vergine Maria, piena di grazia e Madre della Chiesa, mi assista sempre in questo impegnativo compito; san Paolo, l’apostolo delle genti, mi aiuti ad annunciare fedelmente il Vangelo di salvezza e a servire generosamente nella carità i fratelli che incontrerò. Un ringraziamento particolare ai miei familiari: mio figlio Samuele e mia moglie Iris Bergamini con la quale sono felicemente sposato da quasi trent’anni, che mi ha incoraggiato in questa impegnativa scelta; ringrazio altresì don Giorgio e don Francesco e tutta la comunità di San Felice per l’affetto sincero e per la vicinanza nella preghiera.
Paolo Buldrini – S. Felice
Giancarlo Cerri
‘La Tua mano, Signore, sostenga il tuo servo’
Mi chiamo Giancarlo, sono nato a Pavullo nel Frignano 49 anni fa e qui vivo con mia moglie Annarita e nostro figlio Michele. Ringrazio Dio per il dono della vita, per la redenzione che è il frutto del suo amore immenso verso ogni essere umano, per la sua infinita misericordia e per tutto ciò che immeritatamente ho avuto. Fin da ragazzo ho coltivato la passione per l’arte e tuttora realizzo opere pittoriche. Dopo la mia conversione, avvenuta anche grazie ad un pellegrinaggio a Medjugorje, ho iniziato a dipingere soggetti ispirati alla Sacra Scrittura, in particolare un ciclo pittorico sulla Passione di Cristo e sto ancora lavorando su questa tematica. Fondamentale per il mio cammino spirituale è stato sentire l’abbraccio materno di Maria, la quale mi ha fatto scoprire il valore primario di Cristo, della Parola e del servizio ai fratelli. A partire dalla mia giovinezza, con i miei genitori, oltre alla Chiesa di Montorso, mia parrocchia d’origine, ho frequentato la Chiesa dei Frati Cappuccini di Pavullo e sono stato attratto dall’essenzialità del messaggio francescano. Molto importante per me è stato aver avuto modo di conoscere ed apprezzare l’attuale superiore padre Lorenzo Volpe, il quale, fra l’altro, mi ha dato consigli preziosi e la possibilità di fare esperienza. Da alcuni anni frequento anche la mia attuale parrocchia di San Bartolomeo dove presto servizio come accolito ‘ lettore e presso la quale ho avuto modo di approfondire la mia formazione teologica, nonché il percorso verso il diaconato permanente. A tal proposito desidero ringraziare di cuore, in modo particolare, l’attuale parroco don Paolo Soliani che non mi ha mai fatto mancare la fiducia ed il sostegno, don Emilio per il suo esempio e l’entusiasmo contagioso la comunità parrocchiale. Un’esperienza sicuramente positiva è stata quella dell’anno di tirocinio pastorale presso la parrocchia di Verica, sotto la guida di don Angelo Sandri, al quale sono riconoscente per ciò che ho ricevuto sotto il profilo umano e spirituale. Serbo in me un bel ricordo dell’intera comunità parrocchiale verichese per l’accoglienza e la disponibilità. Un pensiero particolare desidero rivolgerlo a mia moglie per l’appoggio alla mia vocazione nonchè per il continuo e indispensabile sostegno. Sono consapevole dell’impegno che mi attende nel ricevere il Sacramento dell’Ordine e dei miei limiti, pur tuttavia confido nel Signore, nella Madre Santissima, nell’aiuto e nelle preghiere della comunità e di chi mi è vicino.
Giancarlo Cerri – Pavullo
Luigi de Salvatore
‘Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso’ (1Cor 2, 1-2)
La mia vocazione sta nella mia vita personale cominciata 56 anni fa in una famiglia cristiana del Salento. Dopo le superiori frequentai l’Università a Bologna e, fatto il servizio militare a Roma e a Padova, mi trasferii definitivamente a Modena. Conobbi Rita nel suo paesino meridionale la sera di Natale del ’73. Celebrammo il sacramento del matrimonio in Otranto nella chiesetta sopra il colle della Minerva dove, durante l’occupazione araba nel 1488, furono martirizzati ottocento cristiani. Con Marta, Nunzio e Claudia, il Signore ha coronato la nostra unione. Ufficiale di complemento nell’Esercito, volontario nella Consulta provinciale per la protezione civile e nel Corpo Militare della Croce Rossa, sempre con la gente e per la gente. In Albania, in missione umanitaria, conobbi una realtà umana e sociale difficile. Il cielo stellato albanese suggerì, ad un cuore ormai aperto ai bisogni e alle sofferenze umane, ancora un cambiamento di vita. Ai convegni infermieristici con la mia sposa, infermiera, gli argomenti mi attraevano come una calamita e si attuò il mio ‘essere infermiere’ nel prendersi cura dell’altro. Impiegato informatico a Bologna e Modena, e infermiere in aziende sanitarie pubbliche a Modena e Reggio. Nelle parrocchie di Modena, San Pio X ai tempi di don Antonio Zanfi, San Lazzaro nella vecchia chiesa, ai tempi di don Ezio Nicioli e nella parrocchia San Michele Arcangelo a Nonantola, dai tempi di don Lino, i nostri figli hanno ricevuto i sacramenti di iniziazione cristiana. L’incontro e l’amicizia con don Paolo Notari, le visite guidate ai santuari, la bontà dei nonantolani. Dal mio solito posto in fondo alla chiesa, mi consegnai alla chiamata quando all’ambone don Paolo cercava volontari per l’ordinazione episcopale di mons. Pizzi in Abbazia. L’elevazione con il canto nel Coro di Redù, la frequenza dei gruppi di lettura biblica, dove divoravo la parola di Dio che mi veniva incontro, quel chierichetto che, in sogno in una messa dell’infanzia, mi sorrideva e mi teneva per mano. Infine la candidatura al diaconato permanente e l’impegno nel servizio alla Chiesa per l’edificazione della comunità nell’amore di Cristo, in perenne ringraziamento per quanto ricevuto.
Luigi De Salvatore ‘ Nonantola
Andrea Frascaroli
‘Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?’ (Rm 8,35)
Ho 43 anni e vivo con mia moglie Gioia e i miei figli, Emanuele, Cecilia e Francesco, di 15, 12 e 8 anni, nella parrocchia di Gesù Redentore a Modena. Sono laureato in scienze dell’informazione e lavoro in una software house in città; Gioia è moglie e mamma a tempo pieno. Ci siamo sposati nel 1993 dopo un cammino da fidanzati di quattro anni durante il quale abbiamo avuto la grazia di conoscere don Galasso, stupendo strumento del Signore nel farci scoprire la bellezza di crescere insieme nella fede. Nel 2002 si è affacciata alla nostra vita familiare la chiamata al diaconato, a cui noi abbiamo risposto con trepidazione ed entusiasmo, ma soprattutto con la consapevolezza di avere la necessità di un camino di discernimento personale e familiare. In questo nuovo cammino insieme abbiamo avuto grazie dal Signore che ha posto al nostro fianco don Marco, don Graziano e poi don Lorenzo con i loro splendidi ed unici carismi, ed un intera comunità parrocchiale prodiga di vicinanza umana e sincera preghiera. Il Signore ha posto un’altra sua pietra tanto preziosa quanto umile nel nostro cammino e ci ha donato la possibilità di vivere la vicinanza condominiale con il diacono Giorgio Braglia e la sua famiglia; i miei incontri con Giorgio sul tema diaconale, sul senso dei ministeri nella Chiesa e sulla nostra fraternità in Cristo continuano anche dopo la sua morte. Ho vissuto la scuola di formazione Teologica, gli esami ed il cammino diaconale diocesano con un ritmo che mi ha permesso di gustare gli spunti proposti e di condividere tutto con la mia sposa. Anche il mio percorso di scout Agesci si è arricchito di un significato nuovo; giovani e capi sembrano camminare con me, e nelle domande in gruppo o nei richiami in privato riescono a vivere ogni giorno di più la Parola. Nell’anno pastorale 2008/2009 ho vissuto il tirocinio presso la parrocchia di Sant’Anna in Modena; don Enzo e la comunità parrocchiale hanno aperto le braccia a me e alla mia famiglia in un clima sereno, semplice e fraterno. Al termine dell’estate 2009 l’intera famiglia si è trasferita nella casa della carità della nostra parrocchia per un turno di circa 3 mesi, vicino agli ospiti, i volontari, le suore ed i nostri sacerdoti. Il Signore continua a ricoprirci di grazie, e tuttora la casa della carità fa parte della nostra vita, con un maggiore coinvolgimento di Gioia e dei nostri figli. Un ultimo ringraziamento al Signore per i nostri famigliari, che tanto hanno fatto e sopportato per noi.
Andrea Frascaroli ‘ Gesù Redentore
Stefano Guerzoni
‘Accogliete docilmente la parola che e’ stata seminata in voi: Parola che può salvare la vostra vita’ (Gc 1,21)
Mi chiamo Stefano Guerzoni, ho 45 anni e abito a San Felice. Sono sposato con Cristina e abbiamo due figli, Francesco e Carlo rispettivamente di 12 e 9 anni. Dai miei genitori ho ricevuto il valore dell’onestà e il senso della famiglia. Svolgo da 23 anni l’attività di commerciante. La voce del Signore mi ha sempre accompagnato; dopo il matrimonio mia moglie e io abbiamo continuato a cercare il Signore e lui ci ha aiutato a trovato quando frequentavamo il Santuario di Santa Maria degli Angeli agli Obici di Finale Emilia dove Maria ci ha indicato la strada. In seguito insieme a Bruno Paltrinieri, abbiamo formato un gruppo biblico in parrocchia che partendo dalla Lectio Divina è cresciuto sempre più alla luce della parola di Dio fino ad arrivare alla proposta dei primi corsi biblici tenuti dagli insegnanti dell’istituto di Modena. Don Giorgio mi ha proposto di diventare ministro straordinario dell’Eucarestia e da quel momento ho iniziato il mio percorso, un rapporto con Cristo che mi ha portato al ministero dell’accolitato prima, a quello del lettorato poi fino al cammino diaconale. In questi anni il Signore mi ha fatto capire che cosa vuole da me attraverso l’incontro con le tante persone che mi ha messo accanto, la mia famiglia, gli amici, lo studio, l’ascolto della parola, la preghiera personale; io ho cercato con la mia miseria d’uomo di fare come Abramo e Mose’ e dire ‘Eccomi’ e percorrere questa strada fino in fondo. Insieme alla grande gioia che mi accompagna in questo periodo, nutro anche un certo timore nell’affrontare un impegno che sento importante, per il quale nessuno può sentirsi mai pronto ed adeguato. Persevero però con la consapevolezza che a Dio nulla è impossibile e che lo Spirito Santo donerà sempre quel sostegno e quella parola di cui i suoi servi hanno bisogno per affrontare la propria missione. Ringrazio Bruno, perché con la sua presenza costante mi ha sostenuto nello spirito; grazie ad Andrea che da sempre mi accompagna con la sua preghiera, grazie a don Boguslaw per avermi aiutato a comprendere la cristologia e un ringraziamento speciale a don Giorgio, vero testimone di Cristo, dal quale ho imparato la Carità e ho visto cosa significa essere pastore di una comunità. Ma il grazie più grande va alla mia famiglia: a mia madre che in questi anni di studio mi ha sostituito nell’attività senza farmi pesare la mia assenza, ai mie figli e a mia moglie che ha condiviso con me ogni tappa di questo cammino, vivendo con la mia stessa intensità ogni tensione, ogni esame, ogni prova. Grazie a Dio per la mia vocazione: spero di rispondere sempre con umiltà, carità e servizio.
Stefano Guerzoni ‘ S. Felice
Giuseppe Mililli
‘Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito, lasciate le
reti, lo seguirono’.(Mc 1, 16- 18)
Mi chiamo Giuseppe Mililli ed ho 56 anni. L’evangelista Marco, nel versetto sopra citato, ci dà un quadro dove ognuno di noi deve vedere se stesso, se si sente chiamato, immaginando questi uomini che lasciando tutto per seguire Gesù. Lui ci chiama continuamente e sta a noi saperlo ascoltare. In età adolescenziale frequentavo l’oratorio della mia parrocchia e maturavo dentro di me la vocazione di servire il Signore. Dopo aver finito le scuole medie ne parlai con il mio parroco esprimendogli la mia volontà di frequentare il seminario. I miei genitori erano certo contenti, ma la retta per frequentare il seminario era un ostacolo quindi la mia vocazione rimase nel cuore. A 15 anni dalla Sicilia ero già a Torino con mio fratello e mia sorella. In una circostanza un po’ casuale visitai il Cottolengo e mi rimase impressa la sofferenza di quelle persone che stanno dentro la cittadella e il coraggio di quelli che li assistono. Anche lì il Signore voleva farmi capire in quale direzione andare, ma erano gli anni delle lotte operaie, degli scioperi ed io decisi di arruolarmi nell’Esercito come Sottufficiale per poi approdare a Modena nel 1974. Dal matrimonio con Fulvia sono nati Mariaelena e Marco. Con il Cappellano Militare, don Pierino Sacella, avevo manifestato l’intenzione di frequentare qualche corso di formazione per dare un apporto in parrocchia a Maranello dove abito. Un giorno ne parlai con don Alberto Bernardoni che ricordo con affetto, allora parroco di Maranello che mi indirizzò a frequentare la Scuola di Formazione Teologica ed ora dopo quattro anni tra studio in seminario e formazione presso il Centro Ministeri di Santa Maria di Mugnano l’ordinazione a diacono permanente. Nei momenti di difficoltà mi rifugio nella preghiera che affido all’intercessione della Vergine Maria. L’inno alla carità di cui scrive San Paolo alla comunità di Corinto, è l’esempio da tenere presente per chi vuole ben operare (1Cor 13). Un doveroso ringraziamento lo devo fare a don Giorgio Bellei, parroco della parrocchia dello Spirito Santo, che mi ha accolto per il mio tirocinio e non per ultimo al mio parroco don Claudio Arletti per la fiducia e la considerazione che ha nei miei confronti .
Giuseppe Mililli – Maranello
Carlo Tinti
‘Veni Sancte Spiritu,veni per Mariam’
Durante questi anni (sette) di preparazione al diaconato, più di una volta ho avuto l’occasione di parlare con i miei amici di percorso e domandando loro perchè avevano intrapreso questo cammino il più delle volte e più di uno mi rispondeva: ‘Il mio parroco mi ha chiesto di pensare attentamente a tale opportunità e questo invito è stato un po’ l’inizio della mia vocazione’. La mia storia è diversa e la mia vocazione parte da più lontano. All’età di 12 anni dovevo entrare in seminario ed una settimana prima del mio ingresso mi sono ammalato e sono stato costretto a rinunciare. La strada che il Signore mi stava preparando era un’altra. Mi sono sposato, ho tre figli e oggi sono nonno di due splendidi bambini. Ma, soprattutto, ho avuto la grazia di vivere all’interno di una grande famiglia (ho dieci fratelli) e di ricevere dai mie; genitori un’educazione ‘ veramente inestimabile ‘ improntata ad un profondo rispetto per la Chiesa e per i suoi Ministri.
Nel 1971 ho incontrato il movimento di Comunione e Liberazione e piano piano, tra alti e bassi, ho capito e soprattutto vissuto una concretezza di esperienza cristiana che mi ha fatto andare al fondo del mio desiderio iniziale e che oggi mi fa dire: ‘ Signore, senza di te non sono nulla, tienimi sempre per mano e non lasciarmi mai’. Prego il Signore che il diaconato diventi per me l’opportunità di servire la Chiesa con tutto me stesso e ringrazio il parroco dello Spirito Santo , don Giorgio Bellei che mi ha dato la possibilità di realizzare la mia vocazione all’interno della sua parrocchia. Concludo facendo mie le tre parole finali della Sacra Bibbia: ‘Vieni Signore Gesù’.
Carlo Tinti ‘ Spirito Santo