L’Arcivescovo Castellucci ha annunciato l’unificazione di alcune comunità nelle unità pastorali di Pavullo centro, Pavullo sud e Lama Mocogno

Fusioni parrocchiali in Arcidiocesi

Monsignor Erio Castellucci, Arcivescovo abate di Modena-Nonantola, ha annunciato la fusione di alcune parrocchie delle unità pastorali Pavullo centro, Pavullo sud e Lama Mocogno.

Le comunità “San Bartolomeo Apostolo” a Pavullo e “Santi Vincenzo e Anastasio Martiri” a Monteobizzo verranno unificate dando vita alla parrocchia Santi Bartolomeo Apostolo, Vincenzo e Anastasio con sede a Pavullo.

Le comunità dell’unità pastorale di Pavullo sud saranno unificate in un’unica parrocchia: Santi Apostoli a Verica. Si tratta delle comunità “San Lorenzo Martire” a Castagneto, “Santi Pietro e Paolo Apostoli” a Gaiato, “San Michele Arcangelo” a Iddiano, “San Lorenzo Martire” a Montecuccolo, “Santa Margherita Martire” a Montorso, “Beata Vergine Assunta” a Niviano e “San Geminiano Vescovo” a Verica.

Le nuove parrocchie, che si trovano nel territorio comunale di Pavullo, saranno guidate dall’attuale parroco di San Bartolomeo Apostolo don Antonio Lumare, di 46 anni e ordinato sacerdote nel 2004.

Monsignor Castellucci ha inoltre annunciato l’unificazione delle parrocchie di “San Giorgio Martire” a Barigazzo, “Sant’Andrea Apostolo” a Cadignano Mirasole, “San Giovanni Battista” a Mocogno, “San Martino Vescovo” a Montecenere, “San Michele Arcangelo” a Sassostorno e “Sant’Apollinare Vescovo Martire” a Vaglio con la Parrocchia di Lama Mocogno, che manterrà la denominazione: Parrocchia Beata Vergine del Carmine.

Assumerà l’incarico di parroco di tale comunità don Andrzej Jozefow, classe 1981 e ordinato nel 2007 nella diocesi polacca di Legnica.

Per l’Arcivescovo, le fusioni annunciate rappresentano «una tappa importante del cammino avviato in Diocesi nel novembre del 2015» che consiste nella «verifica e revisione del rapporto tra parrocchie, territori e ministeri».

Sulle motivazioni di tale percorso, Monsignor Castellucci ha spiegato che «la configurazione delle nostre comunità, come sappiamo bene, è notevolmente cambiata: molte zone montane si sono spopolate, le periferie delle città si sono addensate, nei centri storici gli abitanti sono pochi, mentre abbondano i servizi e la campagna modenese, specialmente la Bassa, in seguito al terremoto del 2012 si va riassestando su numeri comunque inferiori al periodo precedente».

Monsignor Castellucci ha infine sottolineato che «le Chiese incorporate non perdono la loro parrocchialità» ma il parroco, i diaconi e i loro collaboratori sono tenuti a «valorizzare, nelle debite forme pastorali, esigenze e richieste dei fedeli» al fine di esprimere «in tutti i modi possibili la materna vicinanza della Chiesa».