«Un riferimento identitario per le comunità parrocchiali e non solo». Così Simona Roversi, direttrice dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici, ha definito il patrimonio artistico e culturale degli enti ecclesiali. Per tale ragione: «Credenti e cittadini hanno il dovere di mantenerlo vivo, salvaguardarlo e valorizzarlo». Compito, questo, portato avanti dall’arcidiocesi con il sostegno economico derivato dai fondi 8xmille della Cei e rendicontati sul Settimanale Nostro Tempo, dorso domenicale di Avvenire, con le tabelle illustrative pubblicate nelle edizioni del 25 febbraio e del 3 marzo di quest’anno.
Per una lettura dettagliata, riproponiamo qui gli articoli della prima e seconda parte di rendicontazione.
Gli interventi finanziabili – spiega Roversi – si raggruppano in sette categorie: installazione di impianti di sicurezza nelle chiese, attività culturali nel museo, archivio e biblioteca diocesani, restauro di edifici di culto, restauro di organi a canne, costruzione di nuove chiese ed edifici pastorali, progetti censimento chiese e inventario dei beni storicoartistici.
Il ruolo dell’Ufficio diocesano per i beni culturali è quello di gestire le pratiche, «assistendo le parrocchie nelle varie fasi dell’istruttoria». I fondi a disposizione permettono alle comunità grandi e piccole, di pianura e montagna, di proteggere, valorizzare, ampliare il proprio patrimonio.
Inoltre, con l’8xmille è stato possibile riconsegnare al pubblico culto chiese e campanili lesionati, ma anche dipinti e sculture; hanno permesso di suonare nuovamente organi storici a canne per accompagnare la liturgia; proteggere dai furti le opere d’arte che pur appartenendo a parrocchie rappresentano l’identità culturale di una intera comunità.
Altre voci ammissibili: opere di restauro organi a canne storici, impianti di sicurezza nelle chiese, musei-archivi- biblioteche diocesani, nuova edilizia. Per quanto riguarda i musei, archivi e biblioteche diocesani, le attività promosse dovranno essere rendicontate entro il mese di ottobre al fine di poter inviare una nuova domanda di contributo per il 2025. Inoltre, accanto i finanziamenti ordinari, tali enti hanno presentato alla Cei un ulteriore progetto diocesano integrato, con il coordinamento dell’ufficio diocesano beni culturali. L’idea è quella di accrescere la sinergia e la collaborazione, realizzando una proposta culturale significativa a partire dal tema delle “Cene ultime”.
Particolare rilevanza offre l’articolo al restauro degli organi a canne. Attualmente i progetti in corso sono tre: uno (organo Bonazzi del 1884 con nucleo settecentesco di Agostino Traeri della chiesa di Benedello) è di fatto concluso e deve essere solo rendicontato; l’altro è in via di svolgimento e interessa l’antico organo Traeri (XVIII secolo) dell’Abbazia di Nonantola; il terzo, relativo all’organo settecentesco della chiesa di Baggiovara, dovrebbe iniziare nel 2024.