I beni culturali ecclesiastici sono certamente un riferimento per le comunità parrocchiali, ma costituiscono per tutto il nostro Paese un patrimonio identitario che bisogna mantenere vivo e salvaguardare. Un compito che diventa sempre più arduo, considerando una serie di fattori sfavorevoli, ma grazie ai fondi 8xmille Cei sono stati sostenuti in 21 anni oltre 120 progetti solo nell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola.
Gli interventi si possono raggruppare in sette categorie principali: installazione di impianti di sicurezza nelle chiese, attività culturali nei musei archivi-biblioteche diocesani, restauro di edifici di culto, restauro di organi a canne, costruzione di nuove chiese e strutture pastorali, censimento chiese e inventario dei beni storico-artistici.
Ogni anno, dopo aver raccolto le richieste provenienti dalle parrocchie, gli uffici e organismi preposti della Curia valutano priorità e opportunità e redigono un elenco dei progetti ammissibili al contributo. In autunno viene avviata la richiesta tramite piattaforma online della Cei e l’ufficio beni culturali gestisce le pratiche verificando la correttezza della documentazione necessaria e assistendo le parrocchie nelle varie fasi dell’istruttoria.
I fondi a disposizione nelle varie categorie si aggirano annualmente intorno ai 600-700.000 euro totali, esclusi i progetti per la nuova edilizia di culto: sono finanziamenti fondamentali che permettono alle comunità grandi e piccole, nei grandi centri abitati come nelle località periferiche della pianura e della montagna, di proteggere, valorizzare, ampliare il proprio patrimonio. I contributi hanno permesso di riconsegnare al pubblico culto chiese con gravi dissesti strutturali, campanili con lesioni di notevole entità, ma anche dipinti e sculture; hanno permesso di suonare nuovamente gli organi storici a canne per l’accompagnamento della liturgia; di dai furti le opere d’arte che pur appartenendo a parrocchie rappresentano l’identità culturale di un territorio, di un paese, di una intera comunità.
Tanti progetti sono stati avviati, molti si sono già conclusi, altri sono ancora in corso. Si dà di seguito una brevissima carrellata soltanto di quelli degli ultimi tre anni 2019-2020-2021.
Impianti di allarme nelle chiese parrocchiali di Iola e Maserno di Montese, Ligorzano, Rivara, Spilamberto (Sant’Adriano III Papa), Ciano, Stuffione.
Restauro delle chiese parrocchiali di Formigine, Savoniero, Solignano, Farneta, Roncoscaglia, Santa Teresa di Gesù Bambino (Modena), Spezzano, Castellaro, Gaiato, Ravarino. Restauro degli organi a canne a Gaiato, Benedello, Fiumalbo.
Oltre a questi cantieri, sono state finanziate attività culturali nel Museo benedettino e diocesano di Nonantola, nell’Archivio storico diocesano di Modena e nella Biblioteca diocesana «Ferrini & Muratori» di Modena: acquisto di materiali, arredi e strumentazioni; digitalizzazione e catalogazione del patrimonio; restauro di dipinti, pergamene, antichi volumi a stampa; laboratori e percorsi didattici rivolti alle scuole e alle comunità parrocchiali.
Simona Roversi, direttrice Ufficio diocesano beni culturali ecclesiastici