«Con la tempesta è caduto il velo», diceva Papa Francesco il 27 marzo 2020, in occasione del «Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia».
A confermarlo l’esperienza di «Donne e uomini di speranza», risposta della Chiesa di Modena a un’emergenza che ci ha fatto sentire più poveri, fragili e carenti di risorse per affrontare il tempo presente. Il progetto – che ha contato su una rete di giovani volontari – è stato, per molti, l’occasione di scoprire le povertà nascoste nel nostro territorio e far cadere il velo che impediva di notare la sofferenza del prossimo.
A mettersi in evidenza non è stata solo la povertà materiale ma soprattutto quella relazionale, determinata dalle solitudini e dall’assenza di legami concreti.
Fenomeno presente in molte persone spesso relegate nelle periferie esistenziali e urbanistiche delle nostre città. Tra le povertà segnalate, emerge con forza quella educativa intesa come «l’impossibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni». Povertà, tutte, frutti amari delle disuguaglianze che sfilacciano il tessuto sociale, e che richiedono di proseguire nel sostegno dei nuclei famigliari più vulnerabili. Tale lavoro dovrà avvenire investendo su contesti più inclusivi in sinergia con le parrocchie della diocesi. Sinergia già manifestata durante le consegne natalizie straordinarie destinate alle famiglie più bisognose tra il 21 e 23 dicembre scorso. Oltre ai prodotti di lunga durata, è stato possibile consegnare loro prodotti tipici modenesi, con attenzione alle diverse sensibilità. Gesto di vicinanza possibile grazie alle donazioni ricevute da Panaria Group, Genius Progetti, ippodromo Ghirlandina, il progetto «Sosteniamo la speranza» e tanti singoli donatori.
L’iniziativa ha visto aderire i circoli del Rotary club e del Lions club, che hanno mostrato particolare sensibilità alle solitudini rilevate dall’Osservatorio delle povertà.
L’intenzione era quella di riempire di significato il Natale di circa cinquantadue donne in condizione di solitudine e più di ottanta anziani. I locali di Santa Rita – adibiti nel rispetto delle norme di sicurezza – sono stati il punto di partenza per la distribuzione. In essi verrà data continuità al progetto «Donne e uomini di speranza», che proseguirà nel 2021 incontrando sempre più volontari disponibili a partecipare. Santa Rita sarà anche sede di approvvigionamento per le parrocchie modenesi che, in questi primi giorni dell’anno, stanno già comunicando le loro richieste secondo i criteri condivisi dalla direzione Caritas, dall’Arcivescovo Erio Castellucci e dal Vicario Generale don Giuliano Gazzetti. L’attivazione di questo luogo è stata possibile grazie alle donazioni ricevute da privati, da Caritas italiana, dai fondi 8xmille della Cei e dal Comune di Modena. Questo magazzino alimentare diocesano sarà anche un luogo aperto alla riflessione sulle modalità di rifornimento e sostegno alimentare delle Caritas parrocchiali. Riflessione urgente in un tempo di crisi che, come afferma sempre Papa Francesco, richiede «il coraggio di investire le migliori energie con creatività e responsabilità». Azione pastorale, questa, intenzionata a costruire una rete di volontariato sempre più radicata nel territorio; sempre più disposta a «ricostruire concretamente la dignità, spesso dimenticata o ignorata, dei nostri fratelli, perché possano sentirsi protagonisti del destino della propria nazione» (Fratelli Tutti 233).