Ci siamo ritrovati, di nuovo, finalmente, per la festa dell’Ascensione a celebrare come comunità. Il salmo 46 ha espresso tutto lo slancio dei nostri cuori, per- ché avremmo voluto rendere grazie «tra canti di gioia».
Eppure i ministri – e tra questi i responsabili della musica – hanno dovuto dedicare molta attenzione a preparare spazi e gesti perché fosse rispettata quella prudenza a cui siamo invitati oggi.
Siamo però anche invitati a coltivare la speranza e per questo la Commissione diocesana dedicata alla musica religiosa e liturgica si è riproposta di accompagnare con qualche indicazione e suggerimento questo tempo di «graduale ripresa» e quindi di graduale adattamento alle mutate condizioni. Ogni comunità dovrà, necessariamente, adottare strategie particolari perché presenta spazi diversi, ampiezze diverse, mezzi diversi e dovrà con il buon senso operare scelte che preservino la festa che caratterizza l’incontro cristiano, la «nobile semplicità» delle liturgie e la sicurezza per le nostre comunità. Intanto cerchiamo di fissare alcuni punti essenziali in questo momento – fine maggio 2020 – per poi proseguire in un progressivo adattamento e approfondimento con l’evolvere della situazione socio– sanitaria.
Curiamo che «omettere il coro» non si traduca troppo drasticamente in «omettere il canto». Giusto cantare e suonare, anche se nei modi oggi consentiti.
Affidiamoci alla cautela, ma anche al buon senso: gli animatori musicali dovranno essere a distanza, in uno spazio ampio e ventilato, in un numero proporzionato alle condizioni del luogo e alla presenza di fedeli.
Si sottolinei, se necessario, che il gruppetto coinvolto a creare una voce corale di guida opera nella prudenza richiesta dalla situazione (indossando la mascherina anche durante il canto, mantenendo le distanze…).
Si specifichi, prima dell’inizio della celebrazione, cosa andrà cantato dall’assemblea e cosa verrà affidato al solista/alle voci guida.
La scelta delle parti cantate sia guidata come sempre dalla pertinenza rituale ma anche dalla progressività nella solennizzazione: si dia quindi priorità all’Alleluia, al Santo e al salmo responsoriale; se possibile poi al Kyrie, al Gloria, all’Agnus Dei, … Per ora sarà d’aiuto scegliere canti brevi, di facile esecuzione e noti, vista l’assenza di libretti o foglietti per i fedeli.
Agli strumenti possiamo affidare l’ingresso e l’uscita dell’assemblea: evitando gli strumenti a fiato, resta un ampio ventaglio di possibilità. Invitiamo anche persone normalmente non coinvolte in questo servizio, come giovani studenti di conservatorio, dell’Istituto diocesano di Musica Sacra o meno giovani musicisti. «Gli strumenti musicali, soli, possono suonarsi all’inizio, prima che il sacerdote si rechi all’altare, all’offertorio, alla comunione e al termine della Messa» (Musicam Sacram, 65) oltre che intercalando i canti strofici proposti.
Per qualunque dubbio resta poi a disposizione l’ufficio liturgico diocesano, che può essere contattato all’indirizzo e-mail: ufficioliturgico@modena.chiesacattolica.it.
Don Alberto Zironi, assistente Commissione diocesana musica religiosa e liturgica